Nell’incandescente situazione dell’Egitto – strategicamente decisivo per tutto il panorama politico e sociale del nord-Africa e del Medio Oriente – anche dopo la deposizione del presidente islamico Morsi (che salì al potere dopo la cosiddetta “primavera araba” che depose e condannò il regime di Mubarak), continua a scorrere anche sangue cristiano. No si ferma infatti ma si inasprisce ulteriormente l’ondata di attacchi contro la comunità cristiana (copta): cristiani rapiti, decapitati, torturati, minacciati. Anche un prete copto-ortodosso, Mina Abboud Sharobeen, è stato prima rapito e poi ritrovato cadavere. Un venditore ambulante cristiano, il sessantenne Magdi Habashi, è stato trovato legato e decapitato, nel Sinai settentrionale a ridosso della “striscia di Gaza”. La comunità copta (anche cattolica) è inoltre molto preoccupata per la bozza della nuova Carta costituzionale, che di fatto inasprisce la Sharia, minando la libertà religiosa e la stessa possibilità di sopravvivenza dei cristiani in terra d’Egitto.