L’accusa di blasfemia – secondo la legge che permette di condannare chiunque non si sia dimostrato ossequiente all’Islam (ma utilizzata anche come ritorsione o vendetta personale) – ora passa anche per SMS inviati da cellulare, persino quando il mittente non risulta certo. È successo a un giovane cristiano pakistano di 28 anni, Sajjad Masih Gill, che per un SMS considerato non rispettoso di Maometto, e che peraltro egli dice di non aver inviato dal suo cellulare, il 13 luglio scorso è stato condannato nientemeno che all’ergastolo e al pagamento di una multa di 200.000 rupie (€ 1.500).