Alla veneranda età di 94 anni è morto in Cina mons. P. Liu Guandong, vescovo (in clandestinità) di Yixian (Hebei). Essendo Vescovo della vera Chiesa Cattolica (quella in comunione col Papa), detta “sotterranea” – quella non riconosciuta e perseguitata dal governo comunista cinese – viveva dal 1997 in un luogo segreto. Nel 1955, a pochi mesi dalla presa del potere di Mao Zedong, il leader che guidò e attuò la terribile rivoluzione comunista in Cina (versione cinese del marxismo, detto infatti “maoismo”), mons. Guandong fu subito arrestato e incarcerato per 2 anni. Uscito dalle tremende prigioni maoiste, dopo un anno di libertà, nel 1958 fu di nuovo messo in prigione per il suo rifiuto di iscriversi alla Chiesa “patriottica” (alle dipendenze del Partito Comunista) e per la sua fedeltà al Papa; e questa volta rimase in prigione, tra tanti tormenti, addirittura fino al 1981! Quando poi nel 1989 organizzò un incontro di vescovi cinesi “clandestini”, fu subito arrestato e incarcerato, insieme a tutti gli altri vescovi. Uscito di prigione nel 1992, ha vissuto “sotto sorveglianza” del governo fino al 1997, quando ormai vecchio e ammalato ha fatto sparire le sue tracce vivendo appunto in clandestinità. Venuti a sapere della morte del Vescovo, i suoi sacerdoti e fedeli hanno potuto celebrarne amorevolmente le esequie, però in modo segreto e in luogo sconosciuto, anche per poterlo rivestire, onorare e tumulare con le insegne episcopali (onore funebre proibito dal governo cinese per quei Vescovi che “non riconosce”, appunto perché in comunione col Papa).