Come avevamo già osservato (cfr. News del 10.01.2017), se la maggioranza della persecuzione violenta contro i cristiani avviene ad opera dell’Islam (in 35 dei 50 Paesi dove i cristiani subiscono violenze fisiche e morte a motivo della loro fede), non è di poco conto anche la persecuzione che avviene da parte degli Indù (che ha portato l’India al 17° posto tra questi 50 Paesi). Ogni settimana si registrano infatti 3-4 casi di aggressione ai cristiani; episodi che rimangono in genere impuniti.
Così, ad una settimana dall’inaugurazione della chiesa di Nostra Signora di Fatima (consacrazione avvenuta significativamente proprio il 13 maggio, centenario di Fatima, da parte del vescovo di Hyderabad, mons. Thumma Bala), una folla di un centinaio di persone inferocite, per lo più aderenti alla destra nazionalista indù, hanno dato l’assalto alla chiesa e l’hanno completamente devastata.
Secondo le fonti missionarie locali (padre Vijay Kumar Rayarala, superiore regionale del PIME in India), tale sconcertante episodio di violenza contro i cristiani costituisce pure un “un segnale particolarmente preoccupante e non solo per le modalità in cui è avvenuto, ma anche perché Hyderabad non si trova in una delle aree dove questo tipo di violenze finora si erano verificate. Il che testimonia come – nonostante tutte le rassicurazioni teoriche del BJP, il partito nazionalista indù del premier Narendra Modi – l’ostilità nei confronti dei cristiani negli ambienti del fondamentalismo indù stia crescendo in maniera preoccupante”.