Nonostante tutti i tentativi (ai limiti dell’ortodossia, come sulla questione delle nomine dei Vescovi) da parte vaticana per raggiungere un accordo con il governo cinese (Partito Comunista cinese) al fine di raggiungere una maggior distensione sulla questione religiosa e una maggiore libertà per le chiese locali, da parte cinese si registra invece un ulteriore soffocamento della libertà dei cristiani (come testimonia l’autorevole fonte cattolica padre Bernardo Cervellera, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere e direttore dell’agenzia Asia News, da cui attingiamo la notizia – v. il sito qui tra i link).

Prova dell’incremento della persecuzione antireligiosa, e in particolare anticristiana, tuttora in atto in Cina (ricordiamo che in Cina vi è da un lato la vera Chiesa cattolica, in comunione con Roma, detta «sotterranea» perché bandita dallo Stato; dall’altro la cosiddetta «Associazione patriottica cattolica cinese», controllata dal regime comunista; e il governo cinese non ha alcuna intenzione di cedere, anche negli attuali nebulosi contatti col Vaticano, sulla sua pretesa di nominare i Vescovi), sono le nuove “misure restrittive” attuate ad esempio nella provincia dell’Henan (che conta ben 95 milioni di abitanti e dove si concentrano il 10% dei cattolici cinesi, che secondo fonti sicure sarebbero oltre 10 milioni).

Proprio in questa provincia si riscontra un grande incremento delle religioni e del cristianesimo (più le chiese protestanti che quelle cattoliche, che stanno comunque crescendo come comunità sotterranee); proprio per questo il governo – che sente come “nemico” tutto ciò che non controlla direttamente (secondo ancora una logica marxista-maoista) è intervenuto con ulteriori misure restrittive della libertà religiosa.

Tale provvedimento prevede ad esempio la schedatura di tutti i fedeli (e le loro rispettive condizioni socio-economiche), il canto dell’inno cinese durante ogni celebrazione, l’esposizione della bandiera cinese in ogni luogo di culto e per i minorenni la proibizione di qualsiasi educazione religiosa (l’educazione appartiene allo Stato, secondo la tradizione marxista ma anche laicista) e il divieto di accesso in chiesa! Tutto è sotto il controllo della polizia, che alla domenica vigila anche alla porta di ogni chiesa perché questi provvedimenti siano rigorosamente rispettati.

Il Partito comunista cinese ha il terrore che quanto accaduto in Europa nel 1989/1991 – dove il partito comunista russo, l’intera Unione Sovietica e i partiti comunisti di tutti i paesi satelliti (blocco di Varsavia sotto l’impero comunista russo) sono crollati, soprattutto a motivo della forza del cristianesimo, cominciando dal cattolicesimo polacco e dal Papa proveniente da quella terra (!) – ora possa portare alla disintegrazione anche del potere del comunismo in Cina.