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Con questa drammatica espressione Nietzsche annunciava al mondo in quale abisso nichilista tale negazione di Dio l’avrebbe fatto sprofondare!

Dio è morto!


Con questa drammatica, sarcastica e paradossale espressione, divenuta celebre, Friedrich Nietzsche annunciava al mondo occidentale, nel sec. XIX già sostanzialmente ateo in gran parte della sua élite culturale di stampo illuminista e che avrebbe ben presto imposto le proprie ideologie alle masse popolari, in quale abisso nichilista tale negazione di Dio, e prima ancora la negazione stessa della parola “verità”, l’avrebbe fatto sprofondare!

Per questo, pur essendo il più acuto e lungimirante padre dell’ateismo contemporaneo, Nietzsche mette in guardia dai facili entusiasmi con cui tale svolta decisiva per l’umanità (la perdita di Dio!), veniva invece applaudita ed auspicata da quell’élite culturale e che oggi trova spensieratamente prone, pensando di essere più liberi, anche le masse, fin dalle più verdi età!

[Per un approfondimento, rimando ai miei testi, indicati in Archivio (vedi): “Oltre il Nulla. Nietzsche, nichilismo e cristianesimo” e “Il divenire innocente in F. Nietzsche“]

Per avere un’idea di cosa possa comportare per l’umanità la perdita di Dio, è già sufficiente ascoltare come egli annunciò per la prima volta appunto “La morte di Dio”. Lo fece sotto forma di parabola [Nietzsche predilige questo linguaggio, espressamente sulle tracce di Gesù, per dire e non dire, per farsi apparentemente comprendere da tutti e nello stesso tempo per celare spesso il significato profondo al lettore superficiale (cfr. Mc 4,11-12)], nell’aforisma 125 de La gaia scienza (Die Fröhliche Wissenschaft, 1882) “L’uomo folle”, divenuto celebre e che fa tuttora raggelare il sangue, anche di chi pensasse che la questione di Dio possa essere facilmente e persino allegramente accantonabile.

Ci sia permesso riportare qui tale testo per intero:

Avete sentito di quell’uomo folle che accese una lanterna alla chiara  luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: “Cerco Dio! Cerco Dio!”? E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. “Si è forse perduto?” disse uno. “Si è smarrito come un bambino?” fece un altro. “Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?” gridavano e ridevano in una gran confusione. L’uomo folle balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: “Dove se n’è andato Dio?” gridò “ve lo voglio dire! L’abbiamo ucciso: voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini!    Ma come abbiamo fatto? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all’ultima goccia? Chi ci dette la spugna per strofinare via l’intero orizzonte? Che mai facemmo per sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov’è che si muove ora? Dov’è che ci muoviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto più freddo? Non seguita a venire notte, sempre più notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo ancora nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad oggi si è dissanguato sotto i nostri coltelli. Chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo lavarci? Quali riti espiatori, quali sacre rappresentazioni dovremo inventare?    Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo noi stessi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa?    Non ci fu mai un’azione più grande. E tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtù di questa azione, ad una storia più alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!”.    A questo punto l’uomo folle tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch’essi tacevano e lo guardavano stupiti. Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense. “Vengo troppo presto” proseguì “non è ancora il mio tempo. Questo enorme avvenimento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino; non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, la luce delle stelle vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano viste e ascoltate. Quest’azione è ancor sempre più lontana dagli uomini delle stelle più lontane; eppure son loro che l’hanno compiuta!”.    Si racconta ancora che l’uomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in diverse chiese e quivi abbia intonato il suo Requiem aeternam Deo. Cacciatone fuori e interrogato, si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente in questo modo: “Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di Dio?”

La gaia scienza. 125. L’uomo folle – Edizione critica Adelphi, vol. V tomo 2, p.150.

Forse ci può far bene, anche se agghiacciante e perfino luciferino, questo annuncio della “morte di Dio”, in una cultura dominante, specie in Europa occidentale, che se non è più dichiaratamente atea come nelle ideologie e politiche del secolo scorso (i cui protagonisti, come abbiamo visto in questi giorni in Italia, vogliono persino morire apertamente “senza Dio”!), vive però spensierata in un “ateismo pratico”, cioè come se Dio non esistesse, relativizzando anche Dio, confondendo laicità e ateismo, pretendendo cioè di costruire una società senza di Lui e persino contro di Lui e la Sua legge, e relegando semmai la religione ad un fatto solo intimo e privato.

Nietzsche è ben cosciente che l’espressione “Dio è morto” sia paradossale e indicibile. Dio infatti né nasce né muore, essendo per definizione stessa puro Spirito, eterno, trascendente, infinito, onnipotente (lo stesso celebre Catechismo di S. Pio X ricordava infatti che anche sulla Croce a morire era l’umanità assunta dal Verbo, il quale infatti “come Dio non poteva invece né patire né morire”).

Nietzsche riconosceva profeticamente che il concetto stesso Dio stava diventando ormai evanescente (“si dissanguava sotto i nostri coltelli”!); perché l’umanità sarebbe diventata pian piano cosciente che eravamo stati noi a crearlo e non Dio a creare noi. Una sorta di “creazione capovolta”, presentata già da Feuerbach, che fu maestro anche di Marx e la cui lettura inoculò nel giovanissimo e devoto Friedrich Nietzsche, figlio di un pastore protestante, il tragico “sospetto” che travolse la sua gioventù e ne fece poi il più acerrimo nemico filosofico di Dio e del cristianesimo, fino a definirsi l’Anticristo!

In realtà, come ricordava già il celebre “argomento ontologico” di S. Anselmo, il concetto Dio (essendo Essere perfetto) già implica, e solo esso, anche la Sua esistenza. Quindi l’ateismo, oltre a non poter più spiegare la Causa prima della realtà tutta (vedi catechesi su Dio), è anche contraddittorio, perché l’ateo, per negare Dio, deve sapere cosa nega, ma se sa cosa implichi la parola Dio, è necessaria anche la Sua esistenza!

Nietzsche nella sua spietatezza è capace di portare le premesse del pensiero “moderno” (vedi), cioè l’abbandono dell’essere e quindi della verità oggettiva e immutabile, fino alle più estreme ma inevitabili conclusioni (relativismo e nichilismo). Del resto, come non farlo, una volta date premesse erronee? “Dà quindi una spinta a ciò che stava già per cadere”, come lucidamente dirà.

Si rende però conto di essere “inattuale” (“vengo troppo presto”), anche se profetico, correndo quindi il pericolo di non essere compreso.

Annuncia che l’Occidente, per colmare il terribile vuoto di Dio, avrebbe infatti cercato, magari per altri due secoli, di sostituirlo con dei “valori” (i “diritti”!); ma poi essi stessi sarebbero precipitati, non avendo più un fondamento trascendente e stabile.

Non si può non riconoscere il valore profetico di tale consapevolezza nietzschiana!

E, ci sia concesso rilevarlo fin d’ora, ora pure gran parte della Chiesa sembra essere sprofondata in questo equivoco (non parliamo più di Dio ma di valori condivisibili).

Lo stesso pensiero ateo di K. Marx, di poco anteriore, rabbrividisce a confronto della lucidità con cui Nietzsche sa trarre le estreme conseguenze della negazione di Dio!

Però il marxismo, fatto proprio dalla rivoluzione bolscevica del 1917 [quanto è significativo che solo pochi mesi prima la Madonna a Fatima (vedi) abbia in modo inaudito parlato esplicitamente della Russia, dei tragici errori che avrebbe sparso nel mondo e delle atroci sofferenze che tale pensiero, divenuto politica e regimi, avrebbe procurate alla Chiesa], ha obbligato per 70 anni all’ateismo l’Europa dell’Est, dilagando pure in Cina (col maoismo), Corea del nord, sud-est-asiatico (vedi ad es. News, 12.09.2020), per poi raggiungere l’America centrale (Cuba) ed altri paesi dell’America latina!

Inoltre, anche laddove non è riuscito a conquistare il potere politico, nonostante rigorosissime organizzazioni di Partito e devotissima obbedienza degli iscritti, il pensiero marxista ha conquistato spesso anche in Occidente il potere culturale, in grado di plasmare la mente, talora persino inconsapevolmente, di intere generazioni. È penetrato abbondantemente persino dentro la Chiesa [vedi l’apposito paragrafo (“L’eredità del marxismo”) nella II Parte del Dossier “Quale Chiesa?”]. In America latina (e non solo!) il marxismo ha condizionato persino la teologia (“Teologie della liberazione”), epurando  come un “rasoio di Occam” dalla vita della Chiesa ogni riferimento soprannaturale e riducendo la fede ad un impegno sociale, peraltro con categorie solo apparentemente cristiane mentre in realtà di stampo appunto marxista!

Il caso Italia ha poi in Occidente una rilevanza tutta particolare (che non possiamo qui certo elaborare ma che nel sito è stata più volte affrontata). Centro vivo della Cattolicità mondiale (avendo Roma) e del cristianesimo, se il Protestantesimo non riuscì a penetrarvi, il Risorgimento (vedi e vedi) tentò in tutti i modi, sostenuto anche da potenze straniere (specie inglesi), di detronizzare non solo la Chiesa ma a minare la fede cattolica del Paese. Ma fu soprattutto il marxismo (comunismo), sostenuto certo dalla Massoneria, a sferrare il più grande attacco politico e culturale alla Chiesa Cattolica in Italia. Il PCI fu il più grande Partito comunista dell’Occidente, lautamente sostenuto da Mosca*, con una capillare ed obbedientissima organizzazione, che, se non riuscì mai a guadagnare la maggioranza politica, riuscì invece a penetrare e conquistare il mondo della cultura (e persino della Giustizia!), così come riuscì (pensiamo al ’68 e a ciò che ne seguì) ad incanalare nella propria ideologia e nelle proprie schiere la contestazione e mentalità giovanile (oltre ad avere già monopolizzato da tempo la classe operaia), allora in ebollizione specie nell’Europa occidentale. 

* A proposito del sostegno economico e politico che il PCI ricevette da Mosca, sarebbe interessate cercarvi traccia, vista la veneranda età con cui è deceduto pochi giorni fa e l’indomita sua militanza politica durata tutta la vita (anche se poi incredibilmente capovolta in un europeismo non certo a favore delle classi più deboli), anche nella figura di G. Napolitano. Inutile ricordare come egli nel 1956 lodò i carri armati sovietici intervenuti a Budapest per stroncare ogni anelito di libertà e democrazia! Si ascolti, ad esempio, la deposizione fatta in merito (finanziamenti sovietici al PCI) da B. Craxi, in un Processo della nota stagione di “Tangentopoli”. Ricordiamo come in poco tempo tale “giustizia” distrusse la DC e tutto ciò che non era il PCI, visto che esso, dopo il crollo del Muro di Berlino e dell’URSS, non faceva più paura neanche agli USA (che infatti sganciarono la DC) e poteva salire tranquillamente al governo. Peccato che quando l’operazione sembrava ormai completata, improvvisamente saltò fuori un imprenditore milanese a rompere le uova nel paniere, ad ottenere il voto degli Italiani, divenendo così per 3 decenni il nemico n. 1 degli eredi del defunto marxismo e loro alleati.

Per Nietzsche il marxismo (che in Italia utilizzerà pure Nietzsche per distruggere la religione e la morale cristiana, specie nelle nuove generazioni) è però ancora una “teologia camuffata”, un residuo di cristianesimo: sia pur appresa la lezione di Feuerbach, che aveva appunto totalmente capovolto trascendenza e immanenza, trascinando in quest’ultima ogni cosa, il marxismo conservava infatti ancora una visione non solo “dialettica” (ereditata da Hegel) ma “finalistica” della storia, persino “messianica”: il cammino della storia che va inesorabilmente verso il socialismo come nuovo paradiso immanente; con ciò senza riuscire poi a risolvere l’aporia tra un socialismo che non sarebbe mai arrivato oppure che ne sarebbe stato dialetticamente della storia successiva se questo “Sol dell’avvenire” fosse un giorno finalmente sorto.

Nietzsche, più coerentemente, è costretto a riconoscere che senza Dio la storia non può avere alcun fine (essendo frutto del Caso) e nessuna direzione. Il divenire storico tornava quindi ad essere, come in fondo era concepito prima del cristianesimo [sì, l’idea di libertà dell’uomo e di storia lineare emerge come novità biblica, come dimostra acutamente il grande pensatore russo N. Berdjaev ne Il senso della storia, ripubblicato anche nel 2023 (vedi documento)], cioè come un destino cieco (il Fato) e addirittura un agghiacciante “eterno ritorno dello stesso”!


Ma torniamo al grido “Dio è morto”!

Negli anni ’60 ci fu persino una nota canzone italiana intitolata “Dio è morto” (Francesco Guccini, 1965); e significativamente fu censurata dalla RAI ma non dalla Radio Vaticana (vedi). Essa denunciava dove Dio era morto e dove magari era risorto!

Dopo la violentissima opposizione a Dio operata dal comunismo e l’emarginazione della religione, ridotta a fatto solo privato e obbligatoriamente ininfluente sulla vita sociale, da parte del laicismo sempre più imperante in Europa occidentale, ora si sta attuando pure un’altra profezia di Nietzsche: lo svuotamento totale di significato della stessa parola “Dio”, cercando in tutti modi di  narcotizzare e sostituire il bisogno di Lui, antico e universale quanto l’uomo (si veda la Catechesi introduttiva “Perché dovrei?” o si ascolti la relativa audio-catechesi, in fondo al medesimo documento o in YouTube ascolta riportata nella sezione Video).

Nonostante l’italico e blasfemo vizio della “bestemmia”, in sé luciferina (Dio non negato ma odiato) anche se in genere inconsapevole, e il permanere e persino diffondersi dell’ateismo (pratico se non sempre teorico), pare che oggi persino i ragazzini e i giovani non parlino più dell’argomento, né contro né tanto meno a favore, quasi ignari del significato stesso della parola “Dio” e dell’importanza decisiva della questione, non solo in ordine alla salvezza eterna, ma alla stessa vita terrena e persino sociale! Del resto, ponendo oggi la domanda “in che cosa credi?” alla maggior parte dei giovani dell’Europa occidentale la risposta, cinica e inesorabile, è: “in niente”!

Come il nichilismo ha sorpassato il comunismo e Nietzsche ha vinto su Marx!

Si mettano l’anima in pace i nostalgici del comunismo (in genere ormai vecchietti e pezzi da museo, anche se molti nel frattempo fecero carriera politica).

Si mettano pure l’anima in pace quei Cattolici che pensano di attirare nuovamente i giovani con qualche strategia pastorale o facendo sconti alla morale cattolica!

Nonostante ciò, rimane comunque una certa qual nostalgia di Dio, che qua e là ogni tanto sempre riemerge.

Impressiona ad esempio che da oltre 40 anni un cantautore italiano, i cui concerti ancora riempiono gli stadi, ripresenti una canzone intitolata “Potrebbe essere Dio” (vedi/ascolta), dove ha il coraggio di dire che Dio è necessario (“lo butti via in una frase, lo cercherai in farmacia!”), anche se poi, nonostante duemila anni di cristianesimo, pare ancora incerto su dove abiti (“magari in un cuore, in un atto d’amore”), vero ma estremamente vago e parziale (e in fondo inammissibile dopo due millenni dall’Incarnazione di Dio e proprio in Italia, centro mondiale del cristianesimo)!


C’è un altro tragico e cinico aspetto del grido di Nietzsche “Dio è morto” che si rivela drammaticamente profetico!

Egli svela che, se non ancora il popolo, certo molta gerarchia ecclesiastica (persino il Papa, dice) è ormai consapevole che Dio non c’è!

In effetti oggi è sempre più difficile sentirne parlare!

Qualche volta lo nominano ancora (sempre meno!), ma in genere è solo un vago richiamo o pretesto per fare altri discorsi, per parlare d’altro, per portare avanti propri programmi, magari appunto parlando di valori facilmente condivisibili (quelli umanitari, capaci di radunare consenso e persino il plauso dei poteri forti mondiali!), oppure per fare iniziative e attività umanitarie, che inizialmente potrebbero avere ancora una valenza cristiana (amore per i poveri, gli ultimi, gli immigrati) – e pensare che proprio i comunisti negli anni ’60 accusavano i cristiani di fare del bene ma di non andare alla radice dei problemi, quindi senza risolverli davvero – ma che di specificamente cristiano e soprattutto di “soprannaturale” ed “eterno” non ha più nulla. Dicono: sarebbe “divisivo”, “non rispettoso di tutti”!

Tutto ciò rispecchia peraltro il tipico deismo illuministico e massonico, che nega la divinità di Cristo e l’unicità del cristianesimo, per fare dell’umanità un amalgama indistinto e soprattutto più facilmente assoggettabile al proprio potere mondiale. Oggi tutto questo è venuto prepotentemente alla ribalta. Ma basterebbe però ricordare (e infatti viene continuamente rievocata e cantata, anche in occasione degli eventi più drammatici) quanto cantava già nel 1971 John Lennon, con Imagine (ascolta): certamente suadente, ma di fatto un inno alla globalizzazione nichilistica, senza più alcun ideale e religione (vedi il testo completo nel documento sugli Inglesi/Anglicanesimo)!

Dio è morto; ed è stato sostituito dall’annuncio di vaghi ideali, facilmente condivisibili (persino “sogni”, come oggi si usa dire nei discorsi ecclesiali) e “inclusivi”.

Così si presenta l’Anticristo , nel celebre Il racconto dell’Anticristo del grande pensatore russo V. Solovev; splendidamente spiegato e attualizzato in un’indimenticabile conferenza del sempre acuto e ora purtroppo (per noi) defunto card. Giacomo Biffi (ascolta, specie dal 25’)!

Che ne è, nel sempre più comune annuncio cristiano odierno, di Dio, della Creazione, di Cristo, della Redenzione, dell’Aldilà, della salvezza eterna delle anime, della possibilità della dannazione eterna, del peccato, della necessità della conversione (parola oggi proibita), della vita spirituale, interiore?

Che ne è di Dio quando si pensa che anche la Sua Parola dovrebbe cambiare (e la cambiano!), quando le diverse religioni (anche tra loro contraddittorie e che negano espressamente Cristo e la Sua divinità) sono considerate “multiformi espressioni della Sua sapienza” (vedi), quando si nega e persino si rimprovera la “missione” (fatta coincidere col proselitismo), quando si omaggia e si loda chi è vissuto ed è morto negando Dio (il Presidente già sopra citato!) o chi in Italia ha lottato tutta la vita per favorire leggi inique contro la vita e la famiglia (Pannella e Bonino)!

Si moltiplicano all’inverosimile, discorsi, convegni, sinodi, programmi pastorali (in genere già decisi da qualcuno a tavolino e, al di là dell’apparenza, censurando ogni dissenso) e l’uso di parole “mantra” (dialogo, inclusione, apertura, ponti, …), da ripetere ossessivamente ma sostanzialmente vuote e soprattutto relativiste (proibito parlare di “verità”, secondo il più puro spirito illuminista e massonico)!

Dialogo (su che cosa? anche ammettendo gli opposti o tacendo la verità?), inclusione (per portare dove? per essere e fare che cosa?), ospedale da campo (per curare che cosa?), camminare insieme (verso dove?), ecc. Tutto precipita nel vuoto! E l’umanità, che si dice di amare e soccorrere, viene abbandonata nel radicale non-senso del nichilismo ormai agghiacciante.

Si cerca poi magari di curare le ferite; ma non se ne scorge più la causa profonda (che sta nel cuore dell’uomo), associandosi magari al coro delle lamentele o di vaghe e inutili speranze (“andrà tutto bene!”).

Il soprannaturale svanisce, la valenza spirituale non conta più, come l’anima e l’eternità. Tutto evapora e precipita nel sociale o nella logorroica organizzazione ecclesiale (la fatidica pastorale)!

Ricordiamo in proposito un intervento di denuncia di questa idea di Chiesa “impegnata” già in una celebre conferenza tenuta dall’allora card. J. Ratzinger al Meeting di Rimini 1990 (ascolta, spec. 33’/36’).

Un pensiero sulla scorsa estate …

S’è riproposta l’ennesima GMG, a Lisbona: ma il Vescovo ausiliare di quella città, ora cardinale, disse  espressamente che non si doveva parlare di Cristo e richiamare a Lui, per non essere divisivi e accogliere tutti!

Qualche grazia divina sarà anche scesa sulle rive del Tago … ma l’impressione è che ormai questa invenzione di Giovanni Paolo II, ulteriormente arricchita spiritualmente da Benedetto XVI (ad esempio con l’Adorazione eucaristica notturna) si sia trasformata in una fiera goliardica e spensierata, non certo in un vero incontro con Cristo e con la vera fede cattolica, capace di salvare eternamente quelle migliaia e migliaia di giovani (vedi vedi vedi vedi)

Solo Cristo e la fede vera attira e cambia davvero la vita, per sempre e per l’eternità!

Per fare solo un esempio diverso: il gioioso ma devoto pellegrinaggio a piedi, all’insegna della tradizione, da Parigi a Chartres di 20.000 giovani (e siamo in Francia!) (vedi vedi) [a proposito di Francia, si veda ancora una volta il documento “Francia: oasi nel deserto spirituale” e si trovi il tempo di gustare i video (link) presenti nell’ultima parte!]


Dio è morto

Un’ultima fugace ma addolorata riflessione sul finale del drammatico, spettrale ma profetico aforisma di Nietzsche all’inizio menzionato: “Che altro sono queste chiese se non i sepolcri di Dio?”

Cosa sono diventate le chiese oggi? Dov’è il tabernacolo? Cosa si fa davanti ad esso?!

Cos’è diventata la Liturgia (in primis l’Eucaristia)? Si crede ancora alla presenza di Dio?

Se davvero non è morto, per i più è almeno il grande Assente!

Poveri, immigrati, pranzi e dormitori in chiesa (come se le diocesi, i movimenti e le associazioni non possedessero locali idonei per questo. No, c’è proprio la volontà di dissacrare, di far dimenticare la presenza sacramentale di Dio): vedi vedi vedi e vedi vedi vedi

Come si va all’altare e come si celebra la S. Messa? Saranno eccessi, però succede oggi anche questo: vedi vedi vedi

Per non parlare di cosa è successo nei Giardini Vaticani e nella stessa Basilica di S. Pietro (in occasione del Sinodo sull’Amazzonia, ottobre 2019 – ricordiamo che Pachamama, Dea Terra, è un’ancestrale divinità pagana, spesso considerata satanica e alla quale si offrivano pure migliaia e migliaia di cuori umani vivi strappati anche dal petto di bambini): vedi e vedi

Ma non si scherza con Dio … e neppure con Satana. Neppure 5 mesi dopo il mondo è precipitato nel Covid-19 e nei relativi inganni, obbligando anche la basilica di S. Pietro a chiudere e a lasciare il Vescovo di Roma totalmente solo in una tristissima e plumbea serata di preghiera! (vedi)

Del resto, anche il cosiddetto “Giubileo straordinario della misericordia” iniziò il giorno dell’Immacolata (8.12.2015) con queste terrificanti immagini (pagane? un inno al riemergente culto alla Dea Terra? Oppure addirittura qualcosa di satanico, come fanno pensare certi macabri e paurosi suoni e ruggiti) proiettate sulla facciata della basilica di S. Pietro (vedi e ascolta)

[vedi Dossier “Quale Chiesa?”, con tutta la documentazione fornita]


Persino i pensatori non credenti se ne accorgono e si affliggono stupiti per questa ingloriosa fine…

Il giovane filosofo italiano Diego Fusaro parla di evaporazione del cristianesimo, riassorbito dal grande potere del capitalismo-mercatismo occidentale, del nichilismo più buio (cfr. il suo recente La fine del cristianesimo, Piemme 2023)

Gianni Vattimo, deceduto pochi giorni fa, il maestro italiano del “pensiero debole” (il relativismo, che come sempre si inquieta con chi non è relativista e quindi non è vero che crede al relativismo) ha fatto però una volta un’osservazione triste e geniale sulla Chiesa contemporanea: proprio ora che la cultura illuminista ha toccato il fondo e mostra il proprio nichilismo e non sa più dove andare … voi tradite il vostro prezioso patrimonio culturale bimillenario per rincorrere le ideologie della modernità?! (quando il Card. Martini diceva che la Chiesa è rimasta indietro di 200 anni!)

Il 16.09.2010, in un’intervista a Radio Vaticana, disse: “Voi Cattolici avete resistito impavidi per quasi due secoli all’assedio della modernità. Avete ceduto proprio poco prima che il mondo vi desse ragione. Se tenevate duro ancora un po’! Si sarebbe scoperto che gli <aggiornati>, i profeti del futuro post-moderno, eravate proprio Voi, i conservatori! Peccato! Un consiglio da laico: se proprio volete cambiare ancora, restaurate, non riformate! È tornando indietro, verso una Tradizione che tutti vi invidiano e che avete gettato via, che sarete più in sintonia con il mondo d’oggi, che uscirete dall’insignificanza in cui siete finiti <aggiornandovi> in ritardo! Con quali risultati, poi? Chi avete convertito da quando avete cercato di rincorrerci sulla strada sbagliata?!”

Bisogna ammetterlo: un lampo di genio dentro la notte buia del “pensiero debole”!


Concludendo …

Dio è morto? Cristo è marcito in una tomba?

No!

Questo lo pensavano coloro che lo avevano crocifisso. Come tutti quelli che nella storia e nel presente hanno pensato e pensano che finalmente sia finita questa storia (per comandare loro)! Forse, dimenticando le parole del Maestro, stavano per crederlo anche gli Apostoli. C’è chi ha detto che anche Maria sotto la Croce ha forse pensato di essere stata ingannata! (ascolta). Ancora secondo Soloviev Satana il sabato santo sarebbe andato a tentare Maria Santissima dicendole che anche il suo Gesù ora “marciva in una tomba”! che era tutto falso! Forse oggi le suggerirebbe semmai di organizzare la comunità e di accogliere i poveri … ma non di avere ancora fede nel Suo Figlio divino!

Invece Lei, che era stata fino all’ultimo con piena fede sotto la Croce e lo aveva accolto esanime tra le sue braccia (trafitta di immenso dolore ma non disperata, anzi serena, come l’ha genialmente scolpita Michelangelo nella “Pietà” di S. Pietro), la mattina di Pasqua non va neppure con le altre pie donne al sepolcro per sistemare la salma. No, sapeva che quel sepolcro era ormai vuoto (secondo una tradizione non riportata dai Vangeli il suo Gesù risorto le era già apparso per prima!), che nessuno avrebbe mai più potuto ucciderlo, fermarlo, vincerlo!

Cristo è risorto! Surrexit Dominus vere, alleluja !

Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat!

Saranno sbaragliati tutti coloro che pensano che oggi ci voglia altro, per essere moderni e attraenti!

Vinceranno invece coloro (magari provvisoriamente un “piccolo resto”, come nei primi giorni della Chiesa) che continuano a dirgli: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna” (Gv 6,68), Tu sei “la Via, la Verità, la Vita” (Gv 14,6)! “Chi vede Te vede il Padre” (Gv 14,9), cioè Dio, l’unico vero Dio!

E tutto ricomincerà!

L’annunciato (dal Cielo e quindi sicuro) “trionfo del Cuore Immacolato di Maria” su questa odierna nuova apparente vittoria di Satana!

Parole chiave: vita, spiritualità, fede, religione, morte.
Descrizione: Approfondimento sulla morte di Dio e il significato della vita e della spiritualità.