La nascita della Chiesa anglicana e la feroce persecuzione contro i Cattolici; Inglesi: da padroni del mondo all’attuale deriva nichilista

Anglicanesimo
e persecuzione dei Cattolici


[da News  19/7-1/8.07.2022]

Notizie storiche … controcorrente

Dedichiamo questo documento al costituirsi nel XVI secolo in Inghilterra della cosiddetta Chiesa (o confessione) anglicana, che ha scatenato contro i Cattolici, specie nei primi 150 anni, una violentissima persecuzione e i cui remoti effetti, sia pur incruenti, si fanno sentire ancor oggi e non solo nel Regno Unito.

Non si tratta di riaprire delle polemiche, ma di amore per la verità.
Non si tratta di opporsi ad un vero “ecumenismo”, ma di non scadere in falsi irenismi o inammissibili censure che colpiscono normalmente in modo unilaterale la vita e la storia della Chiesa Cattolica.

Raccogliamo quindi l’eroica testimonianza di tanti nostri fratelli Cattolici inglesi, che, specie dal 1534 al 1681, hanno tanto sofferto e spesso versato il proprio sangue per rimanere fedeli a Cristo, alla Chiesa, al Papa, alla S. Messa di sempre, ai Comandamenti di Dio e che la Chiesa talora ci presenta già come Santi e Beati da imitare e alla cui intercessione è bello ricorrere, anche per chiedere il dono della nostra fedeltà all’autentica fede e Chiesa voluta da Cristo Signore!

Si tratta di un altro contributo che offriamo, per capire meglio non solo delle questioni storiche importanti, spesso censurate (mentre i “miti” contro la Chiesa Cattolica sono continuamente divulgati) ma per riscoprire l’autentica fede cristiana o risvegliarla da un torpore pericoloso e persino peccaminoso che oggi attanaglia anche non pochi Cattolici, col pericolo di scadere senza quasi accorgersene in eresie che potrebbero peraltro compromettere persino la propria stessa salvezza eterna!


Indice


[da News del 8/7/22]

Anglicani/1

La nascita della “Chiesa anglicana” e la feroce persecuzione contro i Cattolici inglesi

Intanto dobbiamo purtroppo osservare come ancor oggi persista, anzi cresca, non solo nella cultura dominante, a partire già dalle scuole, ma ormai paradossalmente persino all’interno della stessa Chiesa Cattolica, un “pregiudizio anticattolico”, peraltro storicamente falso, che presenta la cosiddetta “Riforma protestante”, nata nel XVI secolo, come un lodevole movimento di rinnovamento del cristianesimo, di ribellione ad una Chiesa Cattolica corrotta e potente, un movimento di popolo mosso da un sincero desiderio di purificazione e di ritorno all’autentico spirito evangelico (tanto da definirsi persino come “Evangelici”).

Tale presentazione, oltre ad essere appunto storicamente falsa, censura intanto normalmente l’enorme pressione esercitata da molti sovrani del tempo per promuovere tale Riforma, cioè tale opposizione al Papa e alla Chiesa Cattolica, al fine di porsi essi stessi a capo di nuove cosiddette “chiese nazionali”, oltre ad incamerare tutti i beni della Chiesa!
Questa propaganda anticattolica dimentica inoltre, o addirittura accusa la Chiesa Cattolica di esserne responsabile, che la Riforma protestante, oltre a provocare una dolorosissima spaccatura all’interno della Cristianità e a deformare gravemente l’autentica fede cristiana (rivelata da Dio stesso e tramandata allora già da 15 secoli!), così da compromettere la stessa possibilità di salvezza eterna delle anime, ha drammaticamente dilaniato la stessa unità e identità europea (vedi il dossier sul Medioevo), fino al punto da provocare violenze, guerre e divisioni, che hanno afflitto per lungo tempo il Continente e che si sono poi persino esportate nelle nuove terre appena esplorate.

Queste cosiddette “Chiese” nate dalla Riforma, di fatto eretiche (hanno cioè cambiato radicalmente la dottrina cristiana e la stessa sacra liturgia, così com’erano state tramandate e celebrate da 15 secoli!) e scismatiche (si sono distaccate dall’unica Chiesa Cattolica, fondata da Cristo su Pietro, cfr. Mt 16,18-19), mentre appunto rompevano drasticamente il loro vitale rapporto con Roma (cioè col successore di S. Pietro, principio di unità della Chiesa e garanzia dell’autentica fede), cadevano alle dipendenze dei sovrani locali*, che assai spesso ne divenivano i Capi, fino a legiferare addirittura a livello canonico e persino liturgico (come vedremo in questo documento) e che coglievano inoltre o soprattutto l’imperdibile occasione di incamerare così tutti i beni della Chiesa Cattolica.

* Lutero stesso, mentre giunse a chiamare il Papa “Anticristo” e i vescovi sue invenzioni, già nel 1520 affidò infatti la custodia della Chiesa ai Prìncipi della nazione tedesca (cfr. “Appello alla nobiltà cristiana della nazione tedesca”).

Nel XVI secolo veniva così tragicamente distrutta in intere nazioni, dopo il già drammatico scisma (nell’oriente europeo) del 1054 da parte della Chiesa sedicente Ortodossa, l’unità e la verità dell’autentica Chiesa voluta da Cristo Signore (cfr. quanto autorevolmente ed irreversibilmente siglato già nel IV sec. nel Credo o Simbolo niceno-costantinopolitano, e che tuttora permane nell’autentica “Professione di fede”: “Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica”!
Inoltre, venendo meno, con la Riforma protestante, sia il riferimento oggettivo alla fede autentica [la stessa Sacra Scrittura poteva allora essere interpretata in innumerevoli modi diversi, in quanto recisa dalla Tradizione e dal Magistero autentico della Chiesa (che sono invece anch’essi “fonti della Rivelazione” divina in quanto sostenuti da una particolare assistenza dello Spirito Santo, che ovviamente non può contraddirsi!)] che l’unità sotto la guida del Successore di Pietro, tali cosiddette “Chiese della Riforma”, fin dall’inizio e ancora oggi, si sono continuamente moltiplicate e divise tra loro stesse.

Ad esempio già Zwingli scatenò la battaglia contro gli “Anabattisti” (altra forma del protestantesimo) e ne massacrò più che poté. Lutero stesso tuonò dalla Germania contro ciò che avveniva in Svizzera con tale Riforma, sulla spinta di ciò che lui stesso aveva promosso (ebbe orrore della teologia di Zwingli, fino a dire “è meglio la dannazione che la salvezza secondo Zwingli” ed ebbe un sospiro di sollievo quando lo seppe caduto sul campo di battaglia). Arrivò a dire che gli altri Riformatori erano “schiavi di Satana e nemici di Cristo più del Papa”. Lo stesso Calvino, giunse a riconoscere: “è molto importante che nei secoli futuri non trapeli nulla delle dolorose divisioni che sono tra noi. È infatti sommamente ridicolo che, dopo aver rotto con tutti, noi andiamo così poco d’accordo tra noi fin dall’inizio della nostra Riforma”.

Il pregiudizio “anticattolico” si è così violentemente instaurato in quelle terre europee, che persino al giorno d’oggi gli appellativi di “cattolico”, “romano” o “papista” vi sono spesso usati in chiave dispregiativa; e quella sorta di supponenza nei confronti dell’Italia stessa, che talora osserviamo ancor oggi da parte di molti Paesi europei, specie centro-settentrionali, risentono anche di questo pregiudizio, per cui “cattolico” e persino “italiano” è sinonimo di retrogrado, non moderno e addirittura incivile.

Oggi vediamo addirittura la stessa Chiesa Cattolica inseguire, con una sorta di paradossale ‘complesso di inferiorità’, non solo le nuove ideologie della modernità, ma le stesse Chiese protestanti, che da secoli inseguono e cercano di imitare “il mondo”, non importa se anche proprio per questo sperimentano più che mai un drammatico fallimento! (cfr. ad es. News 26.12.20212.05.202118.02.2020)

Oltre alla catechesi sulla Chiesa (vedi) nel sito abbiamo parlato della Riforma anche in occasione del V Centenario (2017) della “rivoluzione” operata da Lutero (vedi).

Quello che avvenne nel sec. XVI in Inghilterra e poi in tutto il Regno Unito risentì fortemente di questo clima religioso, culturale e soprattutto politico, dilagante in Europa nord-occidentale.
Tuttavia quello inglese, cioè il costituirsi della sedicente Chiesa anglicana (in realtà si chiamava già “anglicana”, come sinonimo di anglosassone o inglese, la Chiesa cattolica dell’intera isola britannica) e la feroce persecuzione anticattolica che ne seguì, fu un caso del tutto particolare rispetto alle altre cosiddette “Chiese riformate”. Ebbe inoltre enormi ripercussioni storiche e geografiche, in quanto esportato nelle nuove terre esplorate e colonizzate e in tutto l’immenso dominio (politico e soprattutto economico) della Corona inglese sul mondo.

Approfondiamo allora un poco l’argomento, per uscire da certi luoghi comuni, miti, falsità, censure, pregiudizi anticattolici, che continuamente circolano, anche su questo, da parte della cultura dominante e purtroppo paradossalmente spesso penetrati persino in molti Cattolici.

 

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La questione storica

Se il sorgere della Chiesa (o confessione) “anglicana” ha avuto, specie all’inizio, connotati teologici meno dirompenti della bimillenaria fede “cattolica” (insegnata e voluta da Cristo Signore) rispetto a quelli emersi dalle “Chiese riformate” o “protestanti”, sorte in Europa centrale nello stesso periodo, ha conosciuto invece, rispetto alle stesse, non solo un condizionamento politico ma addirittura il proprio elemento fondativo in una drastica e violentissima opposizione al Papa (e quindi alla Chiesa Cattolica) da parte del Re d’Inghilterra Enrico VIII, addirittura, almeno ufficialmente, per motivi del tutto personali e persino privati (com’è noto, per il negato divorzio da parte del Papa; decisione papale ovvia in quanto corrispondente alla chiara volontà di Cristo, che ha istituito il matrimonio come unico e indissolubile, cfr. Mc 10,9).

Inoltre, ciò che ne seguì, costituì un’eccezionale interferenza del sovrano nella vita della Chiesa, fino al punto da mettersene a Capo a tutti gli effetti, addirittura nella nomina dei Vescovi, e scatenò una persecuzione contro la Chiesa Cattolica di tremende proporzioni e violenze e che si perpetrò con singolare ferocia per circa 150 anni (lasciando conseguenze sul piano giuridico, culturale e sociale fino ai nostri giorni).


Enrico VIII regnò dal 1509 al 1547, come Re d’Inghilterra e Signore d’Irlanda.
Nonostante ciò che avveniva in Continente, per influsso appunto dei sovrani locali, inizialmente Enrico VIII si oppose apertamente alle rivoluzionarie, eretiche e scismatiche idee di Lutero e della cosiddetta Riforma protestante; tanto da essere nominato dal papa Leone X, nel 1521, col titolo di “Defensor Fidei”!

Invece nei fatti Enrico VIII non manifestò affatto una personalità di genuino spirito cristiano, specie nel modo assai disinvolto con cui visse i rapporti con le donne e persino quelli coniugali (aveva notoriamente amanti e nella sua vita ebbe poi in totale 6 mogli, 2 delle quali fece addirittura decapitare!); non a caso l’elemento dirompente, che fu decisivo per la nascita della Chiesa anglicana ed ebbe tragiche conseguenze storiche e religiose nella vita stessa degli Inglesi, fu appunto, almeno ufficialmente, una questione in fondo di infedeltà matrimoniale!

Salito al trono a soli 18 anni (alla morte del padre Enrico VII, nel 1509), nello stesso anno andò a nozze con Caterina d’Aragona (regina spagnola che a sua volta aveva avuto il riconoscimento papale della nullità di un precedente matrimonio, in quanto “non consumato”). Col pretesto di non aver avuto da lei ancora un figlio maschio (più consono a diventarne il successore sul trono d’Inghilterra), nel 1530 Enrico VIII chiese al Papa (Clemente VII) il divorzio (o un ulteriore riconoscimento di nullità) da Caterina, per sposare Anna Bolena (ma era già stato amante di due figlie della sorella). Proprio il rifiuto del Papa di concedere tale divorzio costituì com’è noto la causa scatenante (o quantomeno il pretesto) che portò il sovrano inglese a separarsi dalla Chiesa cattolica, a creare la Chiesa anglicana e a porvisi addirittura a capo!

C’era pure chi, come Thomas Cromwell, suo potente Primo Ministro, consigliava il Re di separarsi finalmente dall’invadenza non solo religiosa ma civile e persino economica del Papa, come condizione di una maggiore libertà e prosperità dell’Inghilterra, che avrebbe così potuto diventare la nazione più potente del mondo!

Con l’Atto di Supremazia del 1534 (anno in cui peraltro morì Papa Clemente VII ed iniziò il pontificato di Paolo III) il Parlamento dichiarò il sovrano inglese (non solo Enrico VIII ma tutti i suoi successori) “Capo Supremo in terra della Chiesa d’Inghilterra”: ciò permetteva al re di fondare una nuova Chiesa (Inglese o Anglicana), totalmente staccata dal Papa (cioè dalla Chiesa Cattolica), e di esserne il Capo a tutti gli effetti, persino canonici (compresa la nomina dei Vescovi) e liturgici (si formulò addirittura una nuova S. Messa)!
Si tratta di un potere immenso del Re del Regno Unito sulla Chiesa Anglicana, che sostanzialmente persiste ancor oggi, sia pur in modo più formale (anche nella regnante e assai longeva Regina Elisabetta II)!

[Circa alcuni stupefacenti esempi della fecondità religiosa, culturale, artistica e sociale della Chiesa Cattolica medievale in quelle terre, vedi dossier sul Medioevo].

Ricordiamo che i territori dell’Inghilterra, e persino della Scozia e dell’Irlanda, erano cristiani (cattolici) da oltre 1000 anni, a tal punto che proprio da lì venne addirittura una parte dell’evangelizzazione dell’Europa e la presenza dei monaci di quelle terre si fece sentire persino in Italia [v. San Colombano (540-615) a Bobbio (PC)]. In Scozia la presenza della Chiesa Cattolica e persino di gloriosi monasteri risale al VI sec. [basterebbe pensare alla gloriosa abbazia fondata nel 563 sulla piccola e mistica isola di Iona dal monaco irlandese San Columba (521-597) e altri 12 monaci e che divenne un punto di riferimento per tutto il territorio nord-occidentale della Gran Bretagna].
Abbiamo notizie della presenza cristiana sull’isola britannica addirittura già dall’epoca apostolica (esiste un santuario mariano a Glastonbury che risalirebbe nientemeno che al 63 d.C.).
La presenza istituzionale della Chiesa Cattolica in Inghilterra risale ufficialmente al 597, quando il papa Gregorio I invio sull’isola il monaco Sant’Agostino (534-604) come primo arcivescovo di Canterbury (lo accompagnava San Lorenzo, che diventerà poi il 2° arcivescovo di Canterbury).
Come abbiamo ricordato nel dossier sul Medioevo, i monaci benedettini furono presenti in modo sempre più massiccio in Inghilterra fin dall’inizio della loro storia, bonificarono pure interi territori e giunsero a possedere persino 1/5 dell’intero territorio inglese!
Nell’Inghilterra medievale sorsero pensatori cattolici di grande rilievo, come John Peckham (1230-1292; vescovo, filosofo e teologo), Tommaso di York (arcivescovo di York dal 1070 al 1100, francescano, metafisico aristotelico della scuola di Oxford), Ruggero Bacone [Roger Bacon (1220-1292), frate francescano (eppure ancora coetaneo di S. Francesco!), studente all’università di Parigi e poi divenuto docente in quella di Oxford (università della Chiesa Cattolica), chiamato “Doctor mirabilis”, celebre per i suoi studi di matematica ed ottica, viene considerato uno dei precursori del metodo scientifico moderno].
Nel 1381 il re Riccardo II consacrò l’Inghilterra alla Madonna, mettendola sotto la Sua protezione e definendo quelle terre “la dote di Nostra Signora”!

Le questioni dottrinali e liturgiche

Come abbiamo già ricordato, dal punto di vista teologico, cioè riguardo ai contenuti specifici della fede, le deformazioni della Chiesa Anglicana, furono, specie all’inizio, di fatto meno gravi rispetto a quelle operate dalla Riforma di Lutero, Melantone, Calvino, Zwingli; anche se poi presto risentì di una certa impronta calvinista.

Tra l’altro, da un punto di vista dottrinale, l’anglicanesimo non ha neppure un vero e proprio padre fondatore, anche se troverà un primo fondamentale formulatore liturgico in Thomas Cranmer.
Per questo risulta persino difficile sapere con precisione che cosa si creda veramente e soprattutto se sia creduto da tutti e allo stesso modo. 

Sulla scia comunque della Riforma protestante, pur mantenendo rispetto ad essa elementi importanti quali il sacerdozio ministeriale (e per certi versi l’Eucaristia), rimane infatti difficile anche per la Chiesa anglicana mantenere un’unità di vedute e di interpretazioni, per cui esistono al suo stesso interno (oltre alla nascita successiva di nuove Chiese anglicane) modi diversi di intendere la dottrina e di concepire la stessa liturgia (compresa la presenza di Cristo nell’Eucaristia).

Come abbiamo già sopra ricordato, essendo venuto meno, nella cosiddetta Riforma, il principio della Tradizione e dell’autentico Magistero come garanzia dell’autentica interpretazione della Sacra Scrittura (si tratta del principio protestante della “sola Scrittura”; mentre l’autentica fede cattolica considera Parola di Dio, Dei Verbum, l’unione inscindibile di questi tre livelli) e la figura del Pontefice (successore di S. Pietro) come principio di unità di tutta la Chiesa e garanzia dell’autentica fede (secondo il volere di Cristo stesso – cfr. Lc 22,32; Mt 16,18-19; Gv 21,15-17), le “Chiese” protestanti non solo si moltiplicano e si dividono continuamente tra loro (secondo appunto le diverse e talora sempre nuove interpretazioni), ma anche al loro stesso interno emergono visioni differenti, persino su questioni di fondo, come la liturgia e i Sacramenti.

Non possiamo qui evidentemente entrare nel merito di tali problematiche. Facciamo solo un rapidissimo cenno alla questione circa il sacerdozio ministeriale e l’Eucaristia.

Vescovi e sacerdoti

Diversamente da quanto fecero le cosiddette Chiese della Riforma, che di fatto abolirono il Sacramento dell’Ordine e la “successione apostolica”, la Chiesa anglicana mantiene, sia pur in modo assai riduttivo, il sacerdozio ministeriale (preti) e l’episcopato (vescovi, come primi responsabili della comunità cristiana), con tanto di Sacramento dell’Ordine per riceverli (il che è appunto più vicino alla vera fede cattolica, rispetto alla figura labile del pastore protestante, inteso come semplice “presidente” della comunità e della liturgia.
Si presti attenzione a questa differenza sostanziale, in quanto tale visione luterana della figura del ministro sacro, come semplice “presidente” della comunità e della liturgia, è subdolamente entrata pure in non marginali settori della Chiesa Cattolica, a scapito della sacralità del ministero sacerdotale e della sua superiore partecipazione al sacerdozio di Cristo stesso.
Il problema è che, dopo la separazione da Roma (dal Papa) e il costituirsi come autonoma Chiesa anglicana, tali Vescovi nella Chiesa anglicana sono istituiti dal Re (“Governatore supremo della Chiesa anglicana”).

Ufficialmente ciò permane ancor oggi, anche se in modo un po’ più formale, in quanto il sovrano fa certo riferimento alle indicazioni della cosiddetta “Comunione anglicana” e soprattutto del “Primate anglicano”, che è sempre l’Arcivescovo di Canterbury (“chiesa primaziale” anglicana, come lo era stata per secoli nella Chiesa Cattolica).

Questa sconcertante dipendenza dell’episcopato anglicano dal Sovrano inglese, addirittura nella nomina, di fatto ha rotto, già da Enrico VIII, la “successione apostolica”, cioè la documentata continuità di vescovo in vescovo fino a risalire agli Apostoli e quindi a Cristo stesso, con il potere spirituale, trasmissibile appunto col Sacramento dell’Ordine, e poter così operare soprattutto il miracolo, secondo la parola stessa di Cristo (cfr. Lc 22,19; Gv 20,22-23), dell’Eucaristia e del Perdono dei peccati!
Mancando dunque tale successione e continuità, le Ordinazioni episcopali (e conseguentemente quelle sacerdotali) della Chiesa anglicana non sono “valide” (cioè non sono proprio Ordinazioni!). Di conseguenza anche l’Eucaristia non realizza il miracolo della transustanziazione (cioè della reale trasformazione del pane e del vino nel santissimo Corpo e Sangue di Cristo risorto).
Il conferimento poi del Sacramento dell’Ordine al 2° livello (sacerdozio; ricordiamo che il Sacramento dell’Ordine ha 3 livelli: episcopato, presbiterato o sacerdozio ministeriale e diaconato) anche agli uomini sposati, pur assente dalla tradizione cattolica romana (non in quella cattolica orientale), non costituisce per sé un problema teologico insormontabile (così è anche tra gli Ortodossi). Una novità storica è semmai la possibilità di accedere al matrimonio a chi è già sacerdote (questo è proibito anche dagli Ortodossi); per non parlare della possibilità, ammessa dalla Chiesa anglicana, di essere sposati anche nel 1° grado dell’Ordine, cioè per i Vescovi (cosa negata sempre nella storia della Chiesa, anche dagli Ortodossi). Infine, nel continuo inseguimento delle ideologie moderne, nel 1993 la Chiesa anglicana ha permesso l’accesso all’Ordinazione sacerdotale anche alle donne (cosa contraria allo stesso volere di Cristo, come si vede anche nell’Ultima Cena, quando Gesù istituisce il sacerdozio e l’Eucaristia, e all’intera tradizione cristiana, anche ortodossa) e nel 2010 addirittura anche all’ordinazione episcopale!
Postisi, come le Chiese protestanti (e purtroppo pare oggi anche molti Cattolici), all’inseguimento delle sempre nuove ideologie imperanti, in una deriva nichilista che non conosce sosta, ultimamente s’è infine giunti perfino a parlare (se non addirittura già a concedere) di conferire il sacerdozio e forse l’episcopato pure a degli omosessuali dichiarati e persino conviventi!
Se dunque mancava già dalla tragica divisione operata da Enrico VIII la successione apostolica e quindi la validità stessa dei Sacramenti dell’Ordine, dell’Eucaristia e della Confessione, oggi le novità introdotte (all’inseguimento peraltro ridicolo dei miti e mode della modernità) anche dalla cosiddetta Chiesa anglicana fanno sì che, contrariamente a quanto continuamente si dice circa l’ecumenismo (secondo un modo ambiguo ed unilaterale di intenderlo, per cui in genere solo la fede cattolica dovrebbe rinunciare a se stessa!), si siano create e si stiano sempre più creando ulteriori ed insormontabili spaccature (non solo con la Chiesa Cattolica ma anche con quella Ortodossa, che rifiuta nettamente queste novità dei Protestanti, contrarie al volere stesso di Cristo ed alla bimillenaria storia della Chiesa). Ciò è particolarmente doloroso, visto che poteva oggi essere più vicino un riavvicinamento della Chiesa anglicana a quella Cattolica. Nello stesso tempo, come accenneremo nella II Parte, anche proprio a causa di questa attuale deriva, molti Anglicani (compreso vescovi e sacerdoti) chiedono di ritornare nella Chiesa Cattolica e da essa vengono felicemente accolti, come appunto vedremo, sia pur a determinate speciali condizioni.

Eucaristia

Circa l’Eucaristia, cioè la presenza di Gesù nelle ostie e nel vino consacrati durante la S. Messa e la Sua permanenza in essi, pur creduta e celebrata dagli Anglicani ma oggettivamente non valida in quanto manca appunto la “successione apostolica” e quindi il potere spirituale di celebrarla (cioè Gesù non viene realmente nel pane e nel vino consacrati, anche se ciò fosse da essi creduto! – come si nota, non è la fede soggettiva, neppure di un’intera comunità o chiesa cristiana, che determina tale presenza oggettiva di Gesù nell’Eucaristia, ma la validità del sacramento dell’Ordine nella successione apostolica!), ci sono comunque, all’interno della stessa Chiesa anglicana, diversi modi di intendere la “presenza” di Gesù nell’Eucaristia: ci sono comunità anglicane che credono nella presenza “reale” di Gesù (anche se appunto non c’è!) ed altre che credono ad una Sua presenza solo spirituale (come per i calvinisti). In genere però s’è abbandonata la dottrina cattolica della “transustanziazione” (secondo cui, per le parole consacratorie del sacerdote, il pane e il vino cessano di essere tali, pur mantenendone gli “accidenti” cioè le apparenze, e diventano “realmente” il Corpo e il Sangue di Gesù risorto) per approdare semmai all’idea di “consustanziazione” (sono con-presenti sia il pane e il vino che Cristo)
Anche su questo dobbiamo prestare attenzione, perché non si tratta certo solo di parole o di questioni marginali, di scarsa portata spirituale! Oggi tra l’altro c’è chi vorrebbe portare tale idea di “consustanziazione” all’interno stesso della Chiesa Cattolica. Ci si potrebbe addirittura chiedere, con immenso dolore, se in certe comunità, per come si celebra l’Eucaristia e per come si considera il “tabernacolo” (dove si conservano le Ostie consacrate, che sono Gesù stesso!), si creda davvero alla presenza “reale” di Gesù e quindi di Dio stesso! Non è difficile inoltre notare come, da alcuni decenni, la stessa liturgia cattolica della S. Messa tenda progressivamente ad assomigliare a quella protestante, persino alla “Cena” luterana, con la priorità sempre più data alla Liturgia della Parola ed all’accentuazione di quella Eucaristica come “banchetto” (solo un vago ricordo dell’Ultima Cena di Gesù o addirittura un piacevole ritrovarci tra noi per condividere qualcosa di sacro o addirittura con valenza solo psicologica o sociale?) a scapito della consapevolezza del rinnovarsi sull’altare, sia pur in modo incruento, dell’ stesso Sacrificio di Cristo in Croce per la nostra Redenzione (aspetto infatti tanto odiato da Lutero e dalle cosiddette “Chiese riformate”)!


 

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La nascita della “Chiesa anglicana” e la violentissima persecuzione anticattolica che ne seguì per 150 anni

Dal 1534 con Enrico VIII, che inaugurò la Chiesa anglicana e ne mise i sovrani inglesi a capo, si scatenò nei confronti dei Cattolici, almeno fino al 1681, una violentissima persecuzione; i sovrani volevano totalmente annientare la Chiesa Cattolica nel Regno Unito! Si contarono almeno 72.000 uccisioni di vescovi, preti, abati, monaci, frati, suore e numerosissimi fedeli cattolici (dato storico riportato persino dall’insospettabile storico protestante Raphael Holinshed).

Analizziamo sinteticamente la persecuzione posta in atto dai diversi sovrani inglesi di questo periodo.


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La cosiddetta “Chiesa Anglicana” ha avuto dunque inizio* nel XVI secolo, come le nuove Chiese protestanti, sotto il Regno di Enrico VIII, Re di Inghilterra e Signore d’Irlanda dal 1509 al 1547, che la fondò (per motivi personali) e se ne mise a capo!

* Quanto è significativo che anche storicamente e cronologicamente solo la Chiesa Cattolica risalga a Gesù Cristo! (Persino la Chiesa cosiddetta “Ortodossa”, pur godendo della successione apostolica, di fatto nasce dallo scisma del 1054). Se poi guardiamo a tutte le Confessioni e le Sette che, rifacendosi pure alla Bibbia, continuamente nascono, persino ai nostri giorni, ciò dovrebbe essere già sufficiente per capire che solo la Chiesa Cattolica è quella fondata e voluta da Cristo Signore, poiché lo Spirito Santo, che Gesù ha donato per la nascita e la vita della Chiesa lungo i secoli (per la salvezza eterna delle anime), non può essere stato in silenzio e inattivo per secoli, contraddicendosi continuamente (o persino ingannando!) tra l’una e l’altra delle Chiese e interpretazioni che via via sorgono nella storia!
Si ricordi bene questa questione fondamentale, quando si pensa al sorgere di nuove Chiese e persino nuove Sette (che pur dicono di rifarsi alla Bibbia), nella storia o perfino ai nostri giorni (si pensi non solo ai diversi gruppi o Comunità che sorgono e si presentano come “vera Chiesa” ma anche ai “Testimoni di Geova”, fondati da Russel negli USA solo nel 1870 – dov’era stato lo Spirito Santo per 19 secoli? – e che non sono neppure “cristiani” in quanto negano persino la divinità di Cristo!).

Con l’Atto di Supremazia (Act of Supremacy) del 1534 (anno in cui peraltro morì Papa Clemente VII ed iniziò il pontificato di Paolo III) Enrico VIII, attraverso il Parlamento inglese, fondò la Chiesa d’Inghilterra o Anglicana, totalmente separata da Roma (dal Papa) ed avversa alla Chiesa Cattolica, che doveva essere eliminata dal Regno!
Con questo Atto, come abbiamo detto, si stabilì, senza possibilità di opposizione, che il sovrano inglese regnante sarebbe stato a tutti gli effetti, anche canonici e perfino liturgici, “Capo supremo in terra della Chiesa Anglicana”; allo stesso tempo, la Chiesa Cattolica veniva abolita in tutti i territori del Regno e i suoi beni, dalle più celebri Cattedrali e Università medievali fino alle offerte dei semplici fedeli, venivano sequestrati e ritenuti di proprietà del Regno!
Così, improvvisamente, essere Cattolici costituiva un reato, punibile pure con la pena di morte!

Nella sua ferocia anticattolica, Enrico VIII non perse tempo nell’attuare tali incredibili decisioni e, per far capire che faceva sul serio, inflisse subito le sue condanne a morte anche ai vertici del Regno, compreso i suoi più stretti e stimati collaboratori che non volevano adeguarsi.
Così il 13.04.1534 fece arrestare nientemeno che il Gran Cancelliere del Regno, Thomas More (Tommaso Moro), che si era rifiutato di abiurare dalla fede cattolica, di separarsi dal Papa e di aderire alla Chiesa anglicana. Dopo un’atroce incarcerazione, fu fatto decapitare il 6.07.1535.

San Tommaso Moro fu canonizzato da Pio XI nel 1935. Giovanni Paolo II l’ha significativamente proclamato “Patrono dei governanti e dei politici”!

Insieme a Thomas More, il 13.04.1534 il Re fece arrestare il vescovo di Rochester John Fisher. Rochester è un città posta tra Canterbury e Londra ed allora aveva un’importante porto dove approdavano le navi provenienti dal continente; per questo fu un centro di diffusione del cristianesimo sull’isola già dal VII secolo. Giovanni Fisher era stato addirittura il Cappellano e Confessore della madre di Enrico VII (cioè la nonna di Enrico VIII) e da lei voluto come tutore dello stesso principe. Nel 1512, già diventato vescovo, fu addirittura rappresentante della corona inglese al Concilio Lateranense V. Durante la sua terribile prigionia nella Torre di Londra, Papa Paolo III, eletto da pochi mesi (15.10.1534), lo creò subito Cardinale, sperando di poterlo così far venire a Roma e salvarlo. Il Re però lo impedì e il 22.06.1535 (cioè 14 giorni prima di Thomas More) lo fece decapitare. Il suo capo fu esposto dalla tristemente famosa Tower of London per 20 giorni e poi gettato nel Tamigi.

San Giovanni Fischer e San Tommaso Moro furono canonizzati insieme da Pio XI nel 1935. La loro memoria liturgia ricorre ogni anno il 22 giugno.

A riprova che l’odio anticattolico del re aveva una radice non solo politica ed economica ma persino satanica, nello stesso anno (1535) Enrico VIII fece arrestare 19 monaci della Certosa di Londra (che pericolo potevano rappresentare dei monaci di stretta clausura!?), colpevoli solo di non aver voluto abiurare dalla Chiesa cattolica per aderire a quella Anglicana: dopo terribili torture, che non riuscirono a condurli all’abbandono della vera fede cattolica e fedeltà al Papa, furono tutti impiccati (a Tyburn, presso Londra) dal 4.05.1535 al 15.06.1535. Il primo ad essere impiccato fu il loro Priore, padre Giovanni Houghton. Sono tutti Santi. Furono infatti tutti canonizzati da Paolo VI il 25.10.1970.

Intanto, mentre infuriava la terribile persecuzione contro i Cattolici, da Ginevra arrivava in Inghilterra l’incoraggiamento dello stesso Calvino (fondatore dell’altrettanto violenta riforma protestante che da lui prende il nome) a sterminare tutti i Cattolici (altro che “fratelli riformati”)! Ecco alcune sue parole: “Chi non vuole uccidere i papisti è un traditore: risparmia i lupi e lascia indifese le pecore”!

Atroci torture contro i Cattolici

Non solo negli interrogatori, al fine di ottenerne l’abiura dalla fede cattolica e persino la denuncia di altri Cattolici, ma anche poco prima delle esecuzioni, in genere per impiccagione, e quindi con un tratto di acuto sadismo, se non di volontà satanica, per creare un ulteriore clima di terrore contro la Chiesa Cattolica, si inventarono pure delle atroci torture.
Molti dei Cattolici arrestati, già durante il carcere (in genere nella terribile prigione di Tyburn, presso Londra, o nella stessa Tower of London), morivano a causa delle condizioni stesse di detenzione e degli estenuanti interrogatori, in cui erano previste persino nuove sadiche torture (eculeo, scavenger, guanti di ferro, …). Persino durante la pubblica impiccagione, il cappio veniva allentato poco prima del soffocamento letale e i corpi dei Cattolici condannati venivano squartati vivi, i pezzi cosparsi di pece e appesi per un certo periodo alle porte e nelle zone principali della città (a Londra appesi all’esterno della Torre e poi gettati nel Tamigi)!

Tali torture e macabra distruzione dei corpi (ricordiamo che in molti casi si trattò di Santi o Beati, come sotto ricorderemo!) furono risparmiate nel caso di San Tommaso Moro e di San Giovanni Fisher, come pure della duchessa Margherita Pole (Beata), dato il rango, così come si optò per la loro decapitazione invece che per l’usuale impiccagione.
 

Sequestro di tutte le proprietà della Chiesa Cattolica

Come abbiamo detto, tutto ciò che era di proprietà della Chiesa Cattolica (presente sull’isola da quasi un millennio!), compreso le magnifiche e celebri cattedrali gotiche*, le case religiose, le gloriose università e collegi, fu confiscato dal re; ovviamente veniva incamerata dal Re anche qualsiasi offerta che fosse diretta a Roma (ricordiamo come fosse pure in corso la costruzione della basilica di S. Pietro in Vaticano, cui concorrevano i fedeli di tutta Europa).

Tra le gloriose, immense e straordinarie cattedrali medievali (in genere gotiche e di una bellezza tale da non aver nulla da invidiare a quelle francesi) che furono immediatamente sequestrate e tuttora sono chiese anglicane, ricordiamo, oltre a quella di Canterbury (chiesa primaziale), quelle di York, Salisbury, Winchester, Lincoln, Durham, Chester, fino alla stessa Westminster Abbey di Londra (dove avvengono tuttora le più importanti celebrazioni ufficiali anche della casa reale inglese).

Come abbiamo ricordato anche nel dossier sul Medioevo (vedi parte IV sulle Università, nate in genere dalla Chiesa Cattolica appunto già durante il Medioevo), anche i gloriosi Collegi universitari inglesi (a cominciare da Cambridge ed Oxford, le cui stesse Cappelle sono come immense chiese gotiche di stupefacente bellezza), furono subito confiscati e violentemente trasformati in università anglicane (oggi peraltro totalmente laiche).

Configurazione dottrinale e liturgica

Oltre a quanto già sopra ricordato, soprattutto a riguardo del sacerdozio e dell’Eucaristia, compiamo ancora una piccola sottolineatura.
Proprio in quanto la nascita della cosiddetta “Chiesa anglicana” ebbe una connotazione più politica (inizialmente persino una questione personale del re) che teologica (manca addirittura un fondatore in senso dottrinale e teologico!), come s’è detto inizialmente essa conobbe una minore gravità dottrinale (eresia) rispetto alle altre cosiddette Chiese della Riforma. Dato però che era pur necessaria una sistematizzazione dottrinale e liturgica, almeno per l’aspetto della formulazione liturgica un particolare rilievo ebbe l’opera di Thomas Cranmer (1489-1556), diventato fin dal 1534 primo Arcivescovo anglicano di Canterbury e Primate della Chiesa anglicana.
La gloriosa, immensa e stupenda cattedrale medievale (gotica) di Canterbury, chiesa primaziale cattolica (vedi documento sul Medioevo), fu immediatamente sequestrata dalla Chiesa anglicana, che ne fece e tuttora è chiesa “primaziale” anglicana (cioè il suo arcivescovo è la figura più importante della Chiesa anglicana, anche se l’autorità religiosa più alta rimane sempre il Re)!
Se per il cosiddetto nuovo Arcivescovo anglicano di Canterbury e Primate della Chiesa anglicana Thomas Cranmer “il Cattolicesimo era stato (per 15 secoli!) solo un coacervo di superstizioni e di invenzioni idolatriche (!), un particolare livore manifestò nei confronti della liturgia cattolica, specie la celebrazione cattolica dell’Eucaristia. Insopportabile per lui l’idea cattolica di “sacrificio” di Cristo (Croce) e di “transustanziazione”, a riguardo della Eucaristia, che invece era solo la “Cena del Signore”, come per le Chiese protestanti (si farà sentire sempre più in lui l’influsso specie calvinista)!
Sotto il regno di Edoardo VI (v. sotto) Cranmer pubblicò i primi libri liturgici e Messali anglicani (appunto non troppo diversi rispetto al rito calvinista).

Eroicità dei sacerdoti e dei fedeli cattolici

Impossibile nasconderlo: la separazione da Roma (dal Papa) e l’abiura dall’autentica fede cattolica e persino dalla perenne liturgia della Chiesa (risalenti ai tempi apostolici) era una feroce volontà e priorità dei regnanti e di una certa parte della classe dirigente (che da ciò poteva trarre pure enormi vantaggi economici e nuovi privilegi sociali), ma veniva invece eroicamente respinta dalla stragrande maggioranza del popolo inglese, che voleva rimanere saldamente cattolico e non ne voleva sapere di aderire alla nuova “religione del re”!
Ci fu una resistenza eroica, capace di rimanere fedele a Cristo e alla Chiesa di sempre, quella vera e che dona la salvezza eterna, fino al martirio!
L’annientamento forzato dei Cattolici da parte del potere fece danni incalcolabili, per le anime e per la stessa società; ma non si riuscì ugualmente, fino ad oggi, a cancellare la presenza cattolica nel Regno Unito. 

La persecuzione violenta ebbe fine, dopo una lotta durata oltre 150 anni, nel 1681. Continuò invece anche nei secoli successivi l’irrisione e l’emarginazione dei Cattolici (detti polemicamente “Romani” o “Papisti”) dalla vita sociale, culturale, politica e dalle istituzioni; e fa sentire i suoi strascichi fino ad oggi (come vedremo brevemente nella II Parte).

Un odio davvero satanico si manifestò, da parte di quasi tutti i sovrani inglesi (almeno appunto fino al 1681) contro il sacerdozio e i sacerdoti cattolici, i Seminari dove si formavano, persino contro la S. Messa di sempre (cattolica, tradizionale). 
Secondo già l’Atto di supremazia del 1534, i nuovi vescovi (anglicani) erano solo quelli nominati dal Re e alle sue dipendenze (così è ancor oggi!), ma la cui stessa Ordinazione, come abbiamo ricordato, era invalida, perché priva della “successione apostolica”.
Il clero cattolico, e di conseguenza i veri sacramenti e soprattutto la S. Messa cattolica (l’unica appunto vera e che rende realmente presente Gesù) dovevano letteralmente sparire.
I vescovi e i sacerdoti cattolici venivano uccisi senza pietà.
Ci fu una vera e propria “caccia al prete cattolico”, che non conosceva sosta e utilizzava tutti i mezzi per scovarli (spie, interrogatori, torture). 
Fu ovviamente proibita ogni Ordinazione sacerdotale cattolica. Il divieto riguardava non solo i preti diocesani, ma anche quelli che erano monaci (benedettini, certosini), Gesuiti, frati (francescani).
Il popolo inglese, che invece in massima parte voleva rimanere “cattolico”, si trovò costretto a vivere nella clandestinità e in genere privato dei veri Sacramenti!
I preti cattolici che volevano rimanere tali, non abiurare dalla propria fede autentica e continuare a servire il popolo santo di Dio e il bene eterno delle anime, dovettero operare necessariamente nella clandestinità, col pericolo continuo di venire scoperti e uccisi, insieme ai fedeli stessi che incontrava.

Come assicurare la presenza dei veri sacerdoti per il futuro, visto che i Seminari erano stati chiusi e le Ordinazioni proibite? Si inventò, con immenso coraggio evangelico, lo stratagemma di andare in continente (in Francia e a Roma stessa, dove il Papa incoraggiava e sosteneva questa eroica possibilità) per prepararsi e farsi ordinare sacerdoti da Vescovi cattolici – quindi assicurando la “successione apostolica” e la validità dell’Ordinazione e dei Sacramenti (‘in primis’ l’Eucaristia e la Confessione) che avrebbero celebrato nel loro ministero – quindi rientrare clandestinamente nel Regno Unito e servire clandestinamente il popolo di Dio rimasto cattolico.
Enrico VIII e i suoi successori vennero a conoscenza di ciò e posero in atto ogni risorsa per scovare e uccidere questi sacerdoti, e i fedeli che li seguivano, considerati “traditori della patria” e agenti segreti di potenze straniere avverse all’Inghilterra. Ciò significava incorrere nelle torture ed essere pubblicamente impiccati!
 

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Alla morte di Enrico VIII (1547) salì al trono Edoardo VI, che regnò solo dal 1547 al 1553. Anche il nuovo sovrano continuò la medesima persecuzione contro i Cattolici.
Come accennato, fu sotto il suo regno che si provvide a corredare la nuova Chiesa anglicana della sua specifica liturgia. Un compito decisivo e arduo: decisivo perché come sempre “lex orandi, lex credenti”, cioè nella liturgia si trova sempre la fonte e il culmine della vita di fede; ma in questo caso anche particolarmente arduo, in quanto la cosiddetta Chiesa anglicana non ebbe neppure un proprio fondatore religioso, come abbiamo visto, e quindi per sé neppure una propria dottrina. Tale compito fu ovviamente affidato al neo arcivescovo anglicano di Canterbury e Primate anche della nuova Chiesa anglicana Thomas Cranmer. Salito sulla suprema cattedra episcopale inglese (in realtà usurpandola!) subito nel 1534, mosso dall’intento di abolire radicalmente il culto cattolico (specie l’idea stessa di Sacrificio Eucaristico e di “transustanziazione”) ed approdare ad una liturgia più di stampo protestante e specialmente calvinista, fu proprio durante il regno di Edoardo VI che Cranmer strutturò e regolamentò meglio la liturgia anglicana, pubblicando pure i già citati testi liturgici, che rimangono tuttora fondamentali per il culto anglicano.
Fu infatti nel 1549 che venne pubblicato il 1° Book of common prayer, un vero e proprio testo liturgico, teso chiaramente a trasformare la celebrazione eucaristica in chiave più protestante (appunto come “Cena del Signore”), simil-calvinista. Tale intento fu ancor più manifesto nel 2° Book of common prayer, pubblicato subito nel 1552 (vediamo già all’opera l’inganno dei continui cambiamenti liturgici, che contribuiscono ulteriormente a ridurre l’aspetto sacrale della “perenne e divina liturgia”, com’è invece chiamata e vissuta anche quella Ortodossa).
Nonostante la persistenza, sia pur invalida, di un sacerdozio ministeriale e di una presenza di Cristo stesso nell’Eucaristia, in effetti la liturgia anglicana assomiglia molto a quelle protestanti. 
[Del resto, basta vedere oggi, pure in TV o su YouTube, certe pur importantissime liturgie (ad esempio in occasione di matrimoni, incoronazioni o funerali della casa reale o di grandi personalità pubbliche), per non dire persino nei film là ambientati, per cogliere questa somiglianza al culto luterano o calvinista, certamente comunque assai lontano dalla liturgia cattolica (specie quella perenne, preconciliare!) per non dire da quella ortodossa].
 

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Una situazione del tutto particolare si è invece creata con il successivo regno di Maria I (1553-1558), in quanto la Regina, specie a motivo della sue nozze con un reale di Spagna (1554), ovviamente cattolico, volle riportare con la forza l’Inghilterra alla Chiesa Cattolica.
Ciò presentava però una pericolosa ambiguità, in quanto non era chiaro se ciò fosse dovuto appunto semplicemente ad un desiderio di alleanza con la cattolicissima Spagna. Tra l’altro, questa particolare situazione, che poteva certo essere favorevole al ritorno dell’Inghilterra alla Chiesa Cattolica (visto tra l’altro che gran parte della popolazione aveva già dato eroica prova di voler rimanere cattolica) alimentò invece ulteriormente, specie nell’alta società, il pregiudizio che essere Cattolici significasse essere alle dipendenze di una potenza straniera.
Fu poi certamente sfavorevole alla fede cattolica che la Regina Maria avesse crudelmente mandato  a morte, per ritorsione, ben 274 Anglicani, tra cui lo stesso Cranmer, il noto arcivescovo di Canterbury e Primate anglicano. Ciò le guadagnò il titolo, diffuso dagli Anglicani di alto rango e che permane nella storia, di regina “sanguinaria” (il che non fa onore alla Chiesa cattolica, quando invece tale titolo ignominioso si addice assai meglio agli altri reali inglesi dei primi 150 anni della Chiesa anglicana, specie alla Regina Elisabetta I, che le succedette dopo soli 5 anni di regno)!
 

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La terribile Regina Elisabetta I, che succedette appunto a Maria I nel 1558, fu realmente crudele e sanguinaria contro i Cattolici; tra l’altro regnò purtroppo per un lunghissimo periodo, cioè fino al 1603.

Il suo governo, mentre non nascondeva una certa simpatia per le idee luterane e calviniste, trasudava un livore anticattolico addirittura maggiore di quello espresso da Enrico VIII: tutto ciò che era cattolico doveva finalmente essere totalmente estirpato dai territori del suo Regno!
Manifestò inoltre un particolare odio, diremmo di stampo satanico, nei confronti del sacerdozio cattolico e della S. Messa di sempre (cioè quella cattolica, celebrata da 1500 anni!).
Con l’Atto di Uniformità del 1559 proibì espressamente la celebrazione della S. Messa cattolica (bollata come “papista!”) in tutto il Regno e rese obbligatori i testi liturgici di Cranmer. Chi avesse disobbedito sarebbe andato incontro a pene severissime: sostituzione immediata per i vescovi, carcere e patibolo per i fedeli!
Se i Seminari cattolici erano evidentemente proibiti, un particolare furore la regina Elisabetta ebbe contro quello straordinario fenomeno religioso cattolico, clandestino ma comunque inarrestabile, di cui abbiamo parlato, che vedeva i numerosi giovani inglesi che si sentivano chiamati da Dio a diventare sacerdoti (cattolici), a provvisoriamente espatriare per prepararsi al sacerdozio nei Seminari di Francia o a Roma stessa, per poi rientrare da preti in Inghilterra per esercitare clandestinamente e con forte pericolo di morte il loro ministero sacerdotale!

Mons. Guglielmo Allen, poi reso Cardinale, aveva fondato nel 1568 nella Francia settentrionale (prima a Douai, poi a Reims) un apposito Seminario per la formazione appunto dei giovani seminaristi inglesi che sarebbero poi rientrati clandestinamente in Inghilterra per servire eroicamente Dio e il popolo cattolico inglese, pronti anche a rischiare la vita per questo! Allo stesso modo, su suggerimento dello stesso card. Allen, il Papa Gregorio XIII nel 1578 fondò a Roma, nel Collegio inglese, un Seminario apposito per formare questi Seminaristi che poi, appena ordinati sacerdoti, sarebbero eroicamente e clandestinamente ritornati in Inghilterra, consci che assai spesso li aspettava un’atroce morte. Non a caso tale Seminario inglese di Roma venne pure chiamato Seminarium Martyrum e persino la celebre Via Francigena (da Canterbury a Roma), percorsa al contrario da questi giovani sacerdoti, venne pure chiamata da loro la “Strada del martirio”!

Tra coloro che andarono a prepararsi in Francia e poi tornarono da preti in Inghilterra, ci fu il giovane sacerdote (san) Cutberto Mayne, che fu quasi subito scoperto e venne impiccato il 30.11.1577 (è tra i numerosi martiri inglesi canonizzati da Paolo VI nel 1970).

Intanto anche la giovane ma feconda e intraprendente Compagnia di Gesù (Gesuiti) preparava sacerdoti da inviare in Inghilterra per recuperarla all’autentica fede cattolica. Anche tra loro ci furono non pochi martiri! Tra questi il giovane gesuita (san) Edmund Campion, che ebbe addirittura il coraggio di scrivere alla Regina Elisabetta (lettera chiamata “la provocazione di Campion”) per farle capire che non erano dei traditori della Patria, ma anzi portatori della vera gioia, insieme alla vera fede, e che sarebbe stata per loro una gioia salire pure sul patibolo (di Tyburn) per Cristo, anche solo per la conversione di un solo anglicano (osò augurare alla stessa Regina di tornare alla fede cattolica)! Fu impiccato a Tyburn il 1°.12.1581.

Nel 1585, la Regina decretò allora che qualsiasi uomo nato in Inghilterra era reo di “alto tradimento”, se dopo aver ricevuto l’ordinazione sacerdotale in un altro Paese fosse rientrato nei territori del Regno. Se scoperto, sarebbe stato impiccato (con tanto di corpo squartato prima di emettere gli ultimi respiri). Sarebbero stati condannati all’impiccagione anche tutti i fedeli che li avessero accolti, protetti, ascoltato le loro predicazioni o partecipato alle loro liturgie.
Assai spesso, se trovati o anche solo sospettati di ciò, sia i sacerdoti che i fedeli che li ospitavano venivano sottoposti a violenti interrogatori e terribili torture, al fine di ottenere una confessione della loro “colpa” o di denunciare altri sacerdoti e fedeli cattolici.
La regina non mancò di sguinzagliare sue spie e violenti sgherri a caccia di questi preti e fedeli “Papisti” (cioè Cattolici).

Tra i fedeli uccisi sul patibolo dopo atroci tormenti perché accolsero questi giovani preti cattolici abbiamo la Beata Margherita Cliterow (1581). A York vennero ad esempio scoperti e uccisi il 27.11.1585 padre Hug Taylor e il laico Marmaduke Bowes, entrambi Beati.

Il 22.11.1987 il Papa Giovanni Paolo II proclamò Beati 85 martiri inglesi (preti, religiosi o laici) uccisi in quegli anni (leggi la magnifica omelia di GPII di quella celebrazione di Beatificazione in piazza S. Pietro a Roma).

Ancora nel febbraio 1601, sempre sotto il regno di Elisabetta I, furono impiccati a Tyburn due uomini, Filcock e Barkworth, perché scoperti come preti cattolici clandestini.



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Sotto il regno di Giacomo I Stuart (1603-1625), anch’egli determinato a diffondere con la forza la fede anglicana e a reprimere con violenza ogni presenza cattolica, si attuò inoltre l’annessione forzata della Scozia e dell’Irlanda al Regno Unito. Ciò, oltre all’allargamento delle persecuzioni anticattoliche, creò pure enormi tensioni sociali (i cui effetti si fanno talora sentire ancor oggi).

Dall’Irlanda, fortemente cattolica e che si oppose strenuamente non solo a Londra ma all’imposizione della fede e Chiesa anglicana, molte proprietà dei Cattolici furono confiscate e molti preti furono persino deportati come schiavi nell’isola caraibica di Barbados.

Come abbiamo già ricordato, in Scozia la presenza della Chiesa Cattolica risaliva al VI sec.
Oltre a non voler sottomettersi agli Inglesi, ancor meno gli Scozzesi volevano accettare l’imposizione di abiurare dalla Chiesa Cattolica per aderire a quella Anglicana. Ci furono per questo, già sotto il regno di Giacomo I gravissime violenze e distruzioni contro la presenza cattolica e numerosissimi martiri.

Nel 1615, ad esempio, il giovane (35 anni) gesuita scozzese, padre Giovanni Ogilvie, fu scoperto, catturato e impiccato a Glasgow.

Tuttora la Scozia non nasconde una certa avversione a Londra, cioè alla Regina e presenta un certo anelito all’indipendenza dal Regno Unito (s’è visto persino in occasione della recente questione della cosiddetta “Brexit”, cioè sul distacco dalla UE, a cui la Scozia vorrebbe invece in gran parte rimanere annessa). Anche tra gli Scozzesi che in seguito, soprattutto perché obbligati, apostatarono dalla Chiesa Cattolica e aderirono all’anglicanesimo, si formò comunque ed è tuttora esistente una Chiesa anglicana detta “Free Church”, cioè indipendente dal sovrano inglese e dalla Chiesa anglicana inglese.
 

Particolarmente dolorosa fu la questione che si venne ad instaurare in Irlanda. In questo caso molti storici parlano di un vero e proprio “genocidio” degli Irlandesi ad opera di Londra, una catastrofe che trova i suoi prodromi già sotto Elisabetta I, ma che raggiunse il suo culmine con Oliver Cromwell [il militare e politico che riuscì a sospendere per 5 anni (1653-1658) la monarchia inglese], quando fu ucciso il 20% della popolazione!

La questione era evidentemente politica, ma non tardò di diventare anche religiosa; a tal punto che ancor oggi, parlando delle tensioni sociali presenti nell’Irlanda del Nord (Ulster, appartenente al Regno Unito), tensioni che anche nei decenni passati hanno conosciuto un livello di guerriglia urbana e persino attacchi terroristici, si parla erroneamente di lotta tra Cattolici e Protestanti (in realtà è la tensione politica tra autonomisti o filo-inglesi).
Com’è noto, ancor oggi gran parte del territorio irlandese (Eire) è rimasto invece autonomo da Londra, non fa parte dell’UK (è infatti Repubblica irlandese) ed ha una popolazione in genere fortemente cattolica (solo ultimamente si notano dei cali).

In effetti nel XVII secolo Oliver Cromwell, che religiosamente si opponeva sia ai Cattolici che agli anglicani, a favore dei Calvinisti, Puritani e Presbiteriani, cercò di instaurare con la forza quest’ultima confessione ed eresia, ponendo in atto una terribile persecuzione anticattolica: quanti volevano rimanere fedeli alla fede autentica, alla Chiesa Cattolica e al Papa, venivano uccisi (mise addirittura una taglia sulla testa dei sacerdoti cattolici che si fossero scoperti!) o comunque privati della loro terra e dei loro diritti civili. E tale persecuzione è durata sostanzialmente fino al 1913!

Dal 1641 al 1665, oltre 500.000 irlandesi furono uccisi dagli inglesi e 300.000 venduti come schiavi. A partire dal 1650 più di 100.000 bambini irlandesi tra i 10 e i 14 anni furono strappati alle loro famiglie e venduti nelle Indie Occidentali, in Virginia e nel New England. Nello stesso periodo 52.000, soprattutto donne e bambini, furono venduti in Virginia ed a Barbados.
Con l’Act of Settlement del 1652, Oliver Cromwell, le cui scorribande misero in ginocchio l’isola, l’intera nazione irlandese fu ritenuta colpevole di alto tradimento, i cattolici superstiti uccisi, deportati, messi al bando e le loro terre confiscate.
Anche durante la terribile carestia che colpì l’isola tra il 1845 e il 1849, un milione di irlandesi perse la vita (su una popolazione di 8 milioni) e altri 2 milioni emigrarono (forte infatti la loro presenza negli USA). Di fronte a tale calamità il Regno Unito rimase spettatore (anzi impedendo gli aiuti provenienti dall’estero), sospinto non solo da uno spirito comunque avverso agli irlandesi ma persino condizionato delle nuove teorie “malthusiane”, che vedevano in tali calamità un’importante e necessaria riduzione della popolazione mondiale. (leggi l’articolo scritto in occasione dei 70 anni di regno di Elisabetta II)

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Dopo il regno di Carlo I Stuart (1625-1649), anglicano ma comunque più filo-cattolico (osteggiato dallo stesso Parlamento, fu decapitato nel 1649) e la parentesi (persino repubblicana, che portò in Inghilterra una sorta di “guerra civile”) di Oliver Cromwell (1653-1658), sotto il regno di Carlo II Stuart [(1649) 1660 – 1685), specie dal 1681 termina finalmente la feroce persecuzione anglicana contro i Cattolici.

Ancora nel 1678 molti Cattolici furono uccisi, con la falsa accusa di aver tramato un attentato contro il re Carlo II (in realtà si trattava di una menzogna inventata appositamente da Titus Oates, un fanatico sacerdote anglicano, per eliminare i Cattolici).

Tra i martiri spicca la figura del Beato sacerdote Nicholas Postgate, già ottantenne e falsamente accusato da quell’isteria anticattolica che inventò il complotto dei Cattolici, e che andò con gioia incontro al martirio.

È annoverato tra gli 85 martiri inglesi e gallesi che furono beatificati da Giovanni Paolo II il 22.11.1987.

L’ultima esecuzione di un Cattolico operata ufficialmente dagli Anglicani fu quella dell’Arcivescovo di Armagh e Primate d’Irlanda, (san) Olivier Punkett, giustiziato a Londra il 1°.07.1681, canonizzato da Paolo VI il 25.10.1970, insieme ai 40 Martiri di Inghilterra e Galles del periodo 1535-1679.


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Terminata almeno ufficialmente la persecuzione cruenta dei Cattolici da parte degli Anglicani, è invece rimasta per secoli (e talora persiste tuttora) un’emarginazione dei Cattolici dalla vita sociale (ad esempio l’esclusione dai pubblici uffici), culturale (la censura della cultura cattolica) e persino economica (particolari pressioni fiscali), per non parlare della persistente impossibilità per il sovrano (persino per i principi lontani nell’ordine di successione al trono) di essere cattolico e persino di sposare un Cattolico. 
Torneremo su queste discriminazioni nella II Parte del documento.

Talora i Cattolici sono stati accusati falsamente di complotti antistatali, non solo quello del 1678 (sopra citato e che ha prodotto numerosi martiri) ma anche in seguito, ad esempio quello del 1745 (guidato da Bonnie Prince Charlie) o, come abbiamo detto, di certi atti terroristici compiuti ad esempio dall’Ira nell’Irlanda del Nord (fatti detti formalmente di Cattolici in realtà semplicemente di indipendentisti).


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Una Nota su 2 tentativi (falliti) di resistenza armata

Dovrebbe essere noto [vedi in: Dottrina sociale della Chiesa, n. 34 (35-36)] che la violenza, concepita come strumento di attacco o come strumento ordinario di difesa, sia moralmente illecita; ma si possano presentare dei casi in cui, venendo meno ogni altra possibilità e mezzo, in ordine soprattutto alla difesa di altri o di intere società, il ricorso alle armi diventi non solo moralmente lecito ma persino doveroso!
In casi estremi può diventare persino moralmente accettabile l’ipotesi dell’uccisione del reo (ingiusto aggressore). Ciò non sarebbe infatti un atto contro la carità, ma anzi sarebbe una mancanza di carità non impedire un male che si potrebbe invece bloccare o far cessare (senza per questo scadere nel vortice dell’odio o della vendetta, o innescare processi che potrebbero indurre a produrre mali peggiori di quelli a cui si vorrebbe porre rimedio.
Per questo il cristiano è “pacifico”, ma non irenicamente e irresponsabilmente “pacifista” (vedi CCC 2263-2265 e CCCC 467).

[Si veda in tal senso ad es. l’eroica epopea dei Cristeros del Messico, cioè la difesa armata che molti Cattolici messicani, esattamente un secolo fa, attuarono per far fronte alla violentissima persecuzione anticattolica sferrata dalla Massoneria nel loro Paese [vedi News del 16.10.2016, in occasione della Canonizzazione dell’eroico ragazzino Cristeros José Sanchez del Rio – vedi libro/film Cristiada (2011) – https://www.youtube.com/watch?v=puc0imvThoQ]

Di fronte alla sciagurata aggressione dei Reali inglesi contro i Cattolici (specie appunto dal 1534 al 1681) alcuni Cattolici pensarono di attuare anche questa ipotesi di reazione armata.
Un primo atto in tal senso fu un tentativo di assassinare la regina Elisabetta I, nel 1586. Fu pensato ed attuato dal nobile cattolico inglese Anthony Babington con il gesuita John Ballard. La congiura fallì e gli autori furono giustiziati.
Esasperati da una terribile persecuzione che sembrava non finire mai, alcuni cattolici progettarono nel 1605 un attentato contro il re Giacomo I e l’intero Governo: venne chiamato “Congiura delle polveri” o “Congiura dei Gesuiti” (The Gunpowder Plot o Jesuit Treason). Tale attentato doveva avvenire alla Camera dei Lord il 5.11.1605, in occasione della cerimonia dell’apertura del Parlamento (State Opening), presente il Re e l’intero governo. Morendo istantaneamente il re e l’intero governo, e pensando pure di uccidere in contemporanea la famiglia reale e quindi gli eredi al trono, si pensava di poter porre così termine alla persecuzione anticattolica da parte delle autorità inglesi. Ma tale complotto fallì, in quanto qualche giorno prima una spia riuscì a scoprirlo e ad informare il governo. Gli attentatori furono catturati, torturati, impiccati e squartati pubblicamente.
Dopo questo episodio il Parlamento inglese emanò leggi ancor più repressive contro i Cattolici.


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Martirologio cattolico inglese (1534-1681)

Solo dal 1850, con la restaurazione della Gerarchia Cattolica in Inghilterra e Galles, si poté affrontare la possibilità di un riconoscimento ufficiale dei Martiri Cattolici del Regno Unito e Irlanda, e procedere pure ai Processi canonici, con la relativa certa documentazione storica e agiografica, per pervenire alla Beatificazione (proclamati come Beati, quindi venerati più a livello locale) e Canonizzazione (solenne e certa proclamazione come Santi, compiuta sempre dal Papa e offerti come modelli e intercessori alla venerazione di tutti i Cattolici del mondo).

Già nel 1874 l’arcivescovo di Westminster (Londra) inviò a Roma un elenco di 360 nomi di Martiri, con le prove per ognuno di loro. Sono così catalogati: 50 uccisi sotto Enrico VIII, 189 sotto Elisabetta I, 25 sotto Giacomo I, 24 sotto Carlo I, 25 sotto Carlo II, 57 sotto altri sovrani inglesi.

Dal 1889 si sono effettuate Beatificazioni e Canonizzazioni di circa 300 Martiri (Cattolici), anche a gruppi, uccisi dai reali inglesi (Anglicani) dal 1534 al 1681.

Eccole, in ordine cronologico di proclamazione:

Il 29.12.1889 il Papa Leone XIII ha proclamato Beati:

41 Martiri uccisi da Enrico VIII

Si tratta di:

  • 18 preti diocesani
  • 15 monaci Certosini (9 sacerdoti, 1 diacono, 3 non sacerdoti, 2 novizi)
  • 5 fedeli laici (compresa Margaret Pole, celebre Contessa di Salisbury)
  • 2 Gesuiti (sacerdoti)
  • 1 Francescano (frate minore sacerdote)

Nel 1895 il Papa Leone XIII ha proclamato Beati altri:

10 Martiri uccisi da Enrico VIII 

Si tratta di:

  • 8 Benedettini (sacerdoti), compreso l’abate di Reading Hugh Faringdon
  • 2 fedeli laici (il Conte di Northumbria e un Cavaliere di Malta e Terziario domenicano)

Nel 1929 il Papa Pio XI ha proclamato Beati:

107 Martiri uccisi da Elisabetta I

Si tratta di:

  • 57 preti diocesani (compreso Thomas Hemerford)
  • 30 fedeli laici
  • 14 Gesuiti (di cui 1 sacerdote)
  • 5 Benedettini (4 sacerdoti e 1 novizio)
  • 1 seminarista dell’Ordine dei Frati Minimi

Il 19.05.1935 il Papa Pio XI ha canonizzato, cioè proclamato Santi:

John Fisher (Vescovo di Rochester) e Thomas More (Gran Cancelliere del Regno), uccisi da Enrico VIII nel 1535

La loro Memoria liturgica cade il 22 giugno di ogni anno

Come già sopra ricordato, Giovanni Paolo II, in occasione del Giubileo del 2000, proclamò significativamente S.Tommaso Moro “Patrono dei governanti e dei politici” [31.10.2000 (leggi) – v. anche omelia in occasione del “Giubileo dei politici e governanti Giubileo”, 5.11.2000 (leggi)]

Il 25.10.1970 il Papa Paolo VI ha canonizzato, cioè proclamato Santi:

40 Martiri di Inghilterra e Galles del periodo 1535-1679, tra cui:

  • l’Arcivescovo di Armagh (Primate d’Irlanda) mons. Oliver Plunkett [già citato] giustiziato a Londra il 1° 07.1681 [fu l’ultima condanna capitale comminata dai Reali Inglesi (Carlo II) contro i Cattolici]
  • 19 monaci Certosini fatti torturare ed impiccare da Enrico VIII tra il 4.05.1535 e il 15.06.1535 (tra cui il Priore della Certosa di Londra, Giovanni Houghton)
  • Alcuni (13) dei numerosissimi preti diocesani clandestini (compreso quelli che erano andati a fare il Seminario in Francia o a Roma), scoperti e fatti torturare e impiccare dalla regina Elisabetta I.

Tra questi il già citato Cutberto Mayne, che andò a prepararsi al ministero sacerdotale nel Seminario inglese di Roma (vista la chiusura forzata di tutti i Seminari diocesani in Inghilterra), per poi tornare in Inghilterra, per esercitare clandestinamente e a rischio di vita (tutti loro sapevano benissimo che se fossero stati scoperti sarebbero stati torturati e impiccati) il proprio ministero sacerdotale, per la salvezza eterna delle anime! Fu infatti scoperto e venne impiccato dalla Regina Elisabetta I il 30.11.1577.

La loro Memoria liturgica cade il 30 novembre di ogni anno.

Il 22.11.1987 il Papa Giovanni Paolo II ha proclamato Beati (vedi omelia):

altri 85 Martiri uccisi da Elisabetta I (tra cui numerosi preti, religiosi e laici)

Tra questi anche il sacerdote George Haydock, anch’egli andato a studiare Teologia al Seminario Inglese romano, per tornare in Inghilterra dopo l’Ordinazione sacerdotale (ricevuta 21.12.1581 pare a Reims). Appena varcata la Manica, fu denunciato ai “cacciatori di preti” da un suo ex-amico (che aveva apostatato facendosi anglicano). Catturato e rinchiuso per 15 mesi nella Tower of London (dove incredibilmente riuscì ad amministrare i Sacramenti ad alcuni prigionieri come lui!), fu impiccato i 12.02.1584.

Il 22.07.1992 il Papa Giovanni Paolo II ha proclamato Beati:

altri 17 Martiri uccisi da Elisabetta I

Tra questi l’Arcivescovo di Cashel (Irlanda) Dermot O’Hurley. Fu un frate francescano. Anche da vescovo e pur essendo in Irlanda, dovette esercitare clandestinamente il proprio ministero episcopale (sotto il terribile regno di Elisabetta I); ma fu scoperto, imprigionato, torturato e venne impiccato il 20.06.1584.

È invece tuttora in corso la Causa di beatificazione (sono quindi Servi di Dio) dell’arcivescovo Richard Creagh e di 41 altri martiri, uccisi sempre dalla Regina Elisabetta I. Il processo, cioè l’indagine sui loro casi e sulla loro testimonianza di eroica vita cristiana, è stato avviato solo nel 2000.

Richard Creagh, sacerdote cattolico irlandese, poi arcivescovo di Armagh e primate di tutta l’Irlanda, fu catturato, portato a Londra, dove fu imprigionato e torturato nella famigerata Tower of London, dove morì nel dicembre 1586.



 

Ad maiorem Dei Gloriam!


[da News del 19/7/22]

Anglicani/2

Inglesi: da “padroni del mondo” all’attuale deriva nichilista


Quando le isole britanniche erano cattoliche

Prima di iniziare la II Parte di questo panorama sulla “fede inglese”, ricordiamo ancora che, secondo la tradizione, il cristianesimo sarebbe penetrato nella isole britanniche addirittura fin dall’epoca apostolica; ed era ovviamente “fede cattolica”. Esiste infatti un insediamento cristiano (poi abbazia e santuario) che risalirebbe nientemeno che al 63 d.C.: Glastonbury (30 miglia a sud di Bristol)!
Certamente la fede cristiana cattolica è già ampiamente diffusa nelle isole britanniche nel VI sec., se il Papa Gregorio Magno nel 597 manda il monaco Agostino (534-604, sarà Santo) in Inghilterra e lo nomina primo arcivescovo di Canterbury, città già romana (insieme con lui raggiunse l’isola anche Lorenzo, che ne sarà il successore e anch’egli Santo), che diventerà appunto la Chiesa “primaziale” d’Inghilterra (e tuttora la è, anche se purtroppo della Chiesa anglicana, che la usurpò subito nel 1534, compresa la sua antichissima e straordinaria cattedrale).
Nello stesso periodo la presenza cristiana è già forte anche in Irlanda, a tal punto che si fece missionaria, specialmente da parte degli insediamenti monastici, non solo nelle isole britanniche ma anche nel Continente, persino in Italia [v. la presenza di S. Colombano (540-615) a Bobbio (PC)].

Anche in Scozia la presenza cristiana e in particolare dei monaci provenienti dall’Irlanda era già numerosa nel VI sec.; significativa ad esempio la gloriosa abbazia fondata nel 563 sulla piccola e mistica isola di Iona dal monaco irlandese San Columba (521-597) e altri 12 monaci e che divenne un punto di riferimento per tutto il territorio nord-occidentale della Gran Bretagna.

Come abbiamo ricordato nel dossier sul Medioevo (vedi), la presenza dei monaci in Inghilterra, già dal primo Medioevo, fu talmente insigne e numerosa, che pian piano giunsero a possedere (e spesso persino a bonificare, come i monaci facevano spesso in tutta Europa) quasi 1/5 del territorio inglese! Nello stesso dossier abbiamo ricordato anche il sorgere in Inghilterra di straordinarie cattedrali gotiche, che nulla hanno da invidiare a quelle francesi, come quelle di York, Salisbury, Winchester, Lincoln, Durham, Chester, fino alla stessa Westminster Abbey di Londra, oltre ovviamente alla già menzionata cattedrale primaziale di Canterbury (tutte chiese confiscate immediatamente dagli anglicani e tuttora tali); come pure di importantissime Università cattoliche (in primis Cambridge ed Oxford). Ancora nel menzionato documento sul Medioevo, abbiamo sottolineato come anche per questo sorsero in Inghilterra eminenti pensatori cattolici (teologi, filosofi e persino matematici), quali ad esempio John Peckham (1230-1292; vescovo, filosofo e teologo), Tommaso di York (arcivescovo di York dal 1070 al 1100, francescano, metafisico aristotelico della scuola di Oxford), Ruggero Bacone [Roger Bacon (1220-1292), frate francescano (eppure ancora coetaneo di S. Francesco d’Assisi!), studente all’università di Parigi e poi divenuto docente in quella di Oxford, chiamato “Doctor mirabilis”, celebre per i suoi studi anche di matematica e scienza, specie nel campo dell’ottica, tanto da essere considerato uno dei precursori del metodo scientifico moderno].

Nel trionfo della fede cattolica, anche in Inghilterra sorse una grande devozione alla Madonna; a tal punto che nel 1381 il re Riccardo II consacrò l’Inghilterra alla Madonna, mettendola sotto la Sua protezione e definendo quelle terre “la dote di Nostra Signora”!

Una nota sul santuario di Holywell

Fin dal 1115 esiste ad Holywell, una cittadina nel Galles settentrionale, non lontana da Liverpool, un piccolo santuario, dedicato a Santa Winifred, che è sempre stato nei secoli meta di continui pellegrinaggi e che persino la violenta persecuzione anglicana non è mai riuscita a fermare (pur essendo una devozione evidentemente cattolica)!

Oltre che essere considerato una delle “sette meraviglie” del Galles, Holywell (letteralmente “fonte sacra”) è anche definito la “Lourdes del Galles”, a causa di una sorgente ed una vasca d’acqua che, per intercessione di Santa Winfred, ha prodotto nei secoli innumerevoli prodigiose guarigioni.

Secondo la tradizione, la fonte sarebbe sgorgata dove cadde il capo di Santa Winfred, una badessa gallese del VII sec. (morta nel 660), alla quale un principe (Caradog) tagliò la testa perché a lui rifiutatasi. Dove cadde il capo mozzato sorse questa fonte, che divenne causa di innumerevoli miracoli. Prima della furia anglicana, il santuario fu devotamente visitato pure dai reali: Enrico V nel 1415, Enrico VI nel 1461 e perfino da Enrico VII (il padre di Enrico VIII !) nel 1485, che ne costruì persino l’attuale complesso architettonico circostante la fonte e la piscina)!


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Sulla violentissima persecuzione operata dai sovrani anglicani contro i Cattolici (tra il 1534 e il 1681) ci siamo soffermati nella I Parte.

In questa II Parte del documento, compiamo qualche rapida osservazione su cosa accadde ai Cattolici inglesi (che non sono stati uccisi o costretti ad abiurare o andare in esilio) nei secoli successivi, fino ai tempi attuali. Il che ci permette di gettare uno sguardo sommario anche sulla società inglese, passata dai trionfi di un “impero mondiale” che sembrava non conoscere limiti ad un contemporaneo diffuso “nichilismo”, specie delle nuove generazioni, che neppure il tradizionale “formalismo” inglese riesce più a mascherare. In coincidenza con questa progressiva decadenza sociale, anche la cosiddetta Chiesa anglicana, conosce un tracollo, numerico e qualitativo, senza precedenti, e ciò proprio nella misura in cui s’è messa ancor più, come del resto quasi tutte le Chiese Protestanti, all’inseguimento delle ideologie imperanti e delle nuove mode culturali. Però, come accade anche altrove (ad esempio in Francia, ma forse sarà il destino della prossima intera Chiesa Cattolica!), rimane un “piccolo resto” dove le fede autenticamente cattolica è scoperta o riscoperta in profondità, vissuta senza nascondimenti o compromessi e seriamente celebrata con sacralità. Proprio così la Chiesa Cattolica diventa ancor oggi polo di attrazione di nuovi fedeli, anche giovani, pure reduci del “vuoto” spirituale che attanaglia innumerevoli coscienze e le cui tragiche conseguenze (non solo spirituali, ma anche sociali e persino psicologiche) sono ormai difficilmente negabili. Al contempo, è sorprendente osservare con gioia il sempre più ingente e convinto ritorno di molti Anglicani (persino vescovi e sacerdoti) alla fede e alla Chiesa Cattolica, stanchi pure di una sempre più vistosa e tragica deriva modernista della Chiesa Anglicana, con eccessi che hanno fatto loro aprire gli occhi e tornare, come il “figliuol prodigo”, alla Casa del Padre!

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Emarginazione dei Cattolici anche dopo la fine della persecuzione violenta

Terminata nel 1681, dopo circa 150 anni dalla nascita della cosiddetta Chiesa anglicana, la terribile persecuzione fisica dei Cattolici nel Regno Unito, continuò però la loro emarginazione sociale, politica, economica, culturale.
Per lungo tempo essi furono esclusi da tutti i pubblici uffici, emarginati dal mondo politico e culturale e sottoposti a particolari pressioni fiscali.
Abbiamo già ricordato come il pregiudizio e il sospetto sui Cattolici, inventato dai Reali e di seguito anche dalle gerarchie anglicane, giunse talora a renderli responsabili di tensioni sociali e di accusarli come ‘capri espiatori’ di complotti antistatali in realtà perseguiti da altri.

Nella I Parte abbiamo già visto come ad esempio dell’attentato realizzato nel 1678 contro Carlo II furono falsamente accusati e condannati a morte molti Cattolici, quando si trattò invece di una calunnia inventata appositamente nientemeno che da un fanatico sacerdote anglicano (Titus Oates) proprio al fine di accusare ed eliminare i Cattolici (tra questi Cattolici falsamente accusati e condannati a morte ci fu anche l’ottantenne sacerdote Nicholas Postgate, poi beatificato da Giovanni Paolo II il 22.11.1987 insieme a 85 martiri cattolici). Però anche dopo la fine della violenta persecuzione, molti Cattolici furono di nuovo ingiustamente accusati, ad esempio dell’attentato giacobita perpetrato nel 1745 da Bonnie Prince Charlie.

Ufficialmente l’esclusione dei Cattolici dalla vita politica del Regno terminò solo nel 1829, con il Roman Catholic Relif Act (detto anche dagli Anglicani, in tono dispregiativo, “Atto di emancipazione cattolica”). Si giunse a questa prima timida apertura del Parlamento inglese, nonostante la pressoché generale opposizione, per evitare un aspro scontro, se non addirittura una guerra civile, dopo che in Irlanda l’avvocato cattolico Daniel O’Connell (passato alla storia come il “Liberatore”!) aveva vinto un confronto elettorale con un anglicano ma gli era stato ugualmente negato il seggio.
Per evitare il peggio, visto che la situazione rischiava di diventare incandescente ma non più circoscrivibile, il Primo Ministro inglese convinse il Re (Giorgio IV) e il Parlamento (Camera dei Lord e Camera dei Comuni), pur contrari per principio, a firmare l’Atto citato.
Furono allo stesso tempo anche ufficialmente abolite le famigerate leggi penali che tanta sofferenza e morte avevano provocato ai Cattolici per quasi 3 secoli (specie appunto dal 1534 al 1681, come abbiamo osservato nella I Parte).
Con ciò, non cessavano certo le discriminazioni e i pregiudizi anticattolici che regnavano nella vita politica, civile, economica e culturale del Regno Unito.

Una nota sul persistente divieto dei Reali di essere Cattolici

In base ancora all’Act of Settlement del 1701, che regolò la “linea di successione” della Casa reale inglese (sovrani del Regno Unito), rimane assolutamente proibito che i suoi membri (Re o Regina, e relativi coniugi, principi/principesse e relativi coniugi) siano Cattolici!
Si tenga presente che il sovrano in carica è pure, ancor oggi, il Capo della Chiesa Anglicana!
Come indicato, il divieto assoluto di una presenza cattolica nella casa reale vale anche per gli eredi (principi o principesse) che fossero anche molto lontani dalla successione al trono.
Il livore anticattolico, che impedisce tuttora qualsiasi presenza cattolica nella famiglia reale, risalta particolarmente se si considera che tale impedimento non sussiste invece se il sovrano o un principe volesse andare a nozze con un appartenente alla religione ebraica, musulmana, buddista, induista e perfino se fosse un ateo militante; insomma il sovrano o un appartenente alla casa reale inglese, secondo questa legge, può sposare chi vuole, purché non sia cattolico!

Il recente (2018) caso del Principe Harry

Solo nel 2015 il principe Carlo, approssimandosi la possibilità che il figlio Harry (secondogenito avuto com’è noto dalla prima moglie Diana), pur essendo al 5° grado nella possibilità di salire al trono (quindi è praticamente impossibile), andasse a nozze con la cattolica (sia pur divorziata, quindi di fatto poco cattolica) Meghan, accennò che tale impedimento fosse superato come “anacronistico” (forse con questo termine il figlio della ultranovantenne Regina Elisabetta e diretto successore al trono alludeva che le questioni religiose sono oggi considerate irrilevanti e una pura formalità! Del resto suo padre, il Principe Filippo d’Edimburgo, morto a 99 anni nel 2021, pur essendo consorte della Regina Elisabetta II e quindi Capo della Chiesa anglicana, invitava pubblicamente ad abbandonare il cristianesimo, preferendo le religioni pagane in quanto più rispettose della natura! – vedi dossier sull’Ecologismo).
Nonostante ciò, per evitare problemi, poco prima del matrimonio (celebrato il 19.05.2018), si è chiesto all’imminente sposa del principe Harry, Meghan Markle, di “abiurare” ufficialmente dalla fede e dalla Chiesa Cattolica, cosa che ella ha prontamente effettuato (con grave danno alla sua anima, essendo un vero atto di apostasia dalla vera fede, da sempre considerato uno dei peccati più gravi e per di più pubblici e permanenti!) (vedi News del 19.05.2018).

Osserviamo però che, anche se in questo caso per la prima volta nella storia dopo Enrico VIII tale impedimento fosse stato rimosso, rimaneva evidente che il principe Harry doveva comunque rimanere “anglicano”; e che i figli dovessero essere anch’essi educati nella fede anglicana (cosa proibita dalla legge canonica cattolica, anche in un matrimonio “misto”, cioè in questo caso tra Cattolici e Anglicani).

Una nota su mondo “reale” (nel senso proprio dei sovrani) e gossip

In Italia l’enfasi post-bellica sulla parola “repubblica”, a mo’ di mito o persino di divinità civile (anche se il Referendum del 1946 riportò la vittoria di “repubblica” su “monarchia” per neppure il 5% dei voti e con vistosi brogli mai riconsiderati), veniva insegnato anche ai bambini come se la parola “monarchia” fosse un’anacronistica bestemmia. Non importa se poi si rileva che moltissime nazioni europee, e proprio quelle di cui si parla tanto bene e che sarebbero più “civili” dell’Italia, sono tuttora monarchie: oltre appunto al Regno Unito, la Svezia, la Norvegia, la Danimarca, l’Olanda, il Belgio, la Spagna 

[ci sono in Europa occidentale persino dei Principati, come Monaco/Montecarlo, il Liechtenstein e Andorra (retto ancora persino da un Vescovo!), oltre alla Città del Vaticano (che politicamente è una monarchia assoluta, che concentra cioè tutti i poteri in una persona, monarchia ovviamente non ereditaria)].

Inoltre il popolo, e non solo quello considerato ignorante, segue con passione gli eventi delle case reali, tanto per sognare un po’ (alla faccia del tanto vituperato passato e dell’enfasi sulla repubblica), che tuttora raccolgono spettatori in cifre stratosferiche (il matrimonio del 19.05.1918 tra Harry Windsor e Meghan Markle, che abbiamo sopra ricordato, ha avuto solo in diretta tv 2 miliardi di telespettatori)! Se poi si tratta di abbandoni, tradimenti, divorzi (del resto la Chiesa anglicana è nata appunto per questo motivo!), allora lo spettacolo aumenta, insieme all’audience!

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Massoneria

Quando si parla di “Massoneria”, il discorso, nonostante studi rigorosissimi, si fa complicato e talora oscuro, per non dire pericoloso. Non solo perché entriamo in un mondo in gran parte “segreto”, che ha però in mano le leve del potere e della storia, ma perché le sue origini più remote si perdono addirittura in millenni passati!
Rimane comunque significativo, e non certo casuale, che ufficialmente la Massoneria sia nata a Londra il 24.06.1717, come “Gran Loggia”.

Il 2017 ha segnato infatti alcuni centenari importanti e drammatici: il V Centenario della Rivoluzione o Riforma protestante, il I Centenario della Rivoluzione russa, ma anche appunto il III Centenario della nascita della massoneria (vedi News 2017/11).

Ideologicamente e religiosamente la Massoneria si presenta in genere non come “atea”, ma come “deista”, cioè secondo l’idea illuminista che si limita a considerare Dio come Architetto del cosmo, grande Orologiaio, senza poi più interferire nella storia degli uomini, tanto meno mediante rivelazioni soprannaturali, da riprovare (figuriamo poi l’Incarnazione di Dio stesso, com’è nel cristianesimo!). Si potrebbe anche dire che ha una posizione di fatto “agnostica”: riguardo a Dio, allo spirito e all’Aldilà la conoscenza razionale non avrebbe nulla da dire (al contrario di quello che invece dimostra l’autentica storia della filosofia), né per affermare né per negare; sono quindi argomenti lasciati alla pura coscienza interiore individuale. Secondo ancora il più puro principio illuminista (v. Voltaire) la parola chiave di tale modo di pensare, continuamente ripetuta ancor oggi, è “tolleranza”; essa lascerebbe finalmente aperta la porta ad ogni convinzione religiosa, purché accetti di essere solo un’opinione personale (ecco perché nelle Logge massoniche possono accedere credenti di ogni religione – ma ricordiamo che per un Cattolico tale adesione è rigorosamente proibita, sotto pena di scomunica); insomma la parola tolleranza è usata come sinonimo più morbido della parola “relativismo”, dove tutte le opinioni sono in teoria accolte, purché accettino di rimanere tali e senza alcuna incidenza sociale. Insomma, l’unica parola davvero proibita è “verità”. Ecco perché tutto è tollerato, tranne un Cristo che “pretende” di essere la Verità, l’Incarnazione stessa di Dio (ecco perché già Voltaire gridava sdegnato, specie contro la Chiesa Cattolica, “Écrasez l’infâme!”, vedi). Come possiamo facilmente notare, oggi tali principi sono ormai giunti al trionfo globale, prossimi sperano all’apoteosi, ma sono imposti e da cui è impossibile dissentire.
Si viene poi a scoprire, specie nei più alti gradi della Massoneria, che si giunge invece a veri e propri riti pagani, esoterici, spiritistici e persino satanici! (il che contribuisce a fornire alla Massoneria un potere, persino sulle menti, ed un successo che ha una causa non solo “naturale” ma “preternaturale”!).
Fondamentalmente rimane però un super-collegamento sotterraneo dei più grandi poteri (economici, politici, culturali, giudiziario e persino religioso). Esso può inizialmente essere anche una forma di aiuto reciproco (non a caso all’atto fondativo e nella prima direzione partecipò anche un sedicente sacerdote, rigorosamente anglicano: John Theophilus Desaguliers), di strutturazione organica di corpi intermedi; ma spesso diventa un vero e proprio centro di potere enorme ed occulto, da cui peraltro è poi impossibile sottrarsi o disobbedire.
Oggi non è difficile osservare come il pensiero dominante in Occidente, lautamente sostenuto anche economicamente dal potere massonico, poggi appunto sul “relativismo” che dissolve ogni verità nel “soggettivismo” (nell’onnipresente “secondo me”!) e rende tutto moralmente lecito (persino un “diritto”). L’unica parola proibita è appunto “verità” (oltre ovviamente alla indiscutibilità dei dogmi del potere economico-finanziario).
Non è purtroppo difficile riscontrare come tale soggettivismo (e persino tale potere occulto!) sia penetrato all’interno stesso della Chiesa Cattolica e del suo annuncio di salvezza, svaporato infatti in una vaga somma di valori comuni e di atti filantropici che mettano tutti d’accordo e nessuno di fronte alla questione seria della propria e altrui salvezza e delle condizioni oggettive per raggiungerla (secondo la parola stessa di Cristo Signore e la bimillenaria fede della Chiesa Cattolica)!
Una cosiddetta Chiesa come quella “anglicana”, cristiana ma resasi così indipendente da Roma (dal Papa, dalla Chiesa cattolica, dalla fede di sempre e fondamentalmente dalla “oggettiva” Verità rivelata) e così prona al potere reale inglese (che ne diventa la suprema Autorità), ed un Regno, come quello inglese, che sempre più si impone come “padrone del mondo”, costituivano certo un habitat ideale per il sorgere, organizzarsi e divulgarsi a livello mondiale di questo potere “massonico”.
Ufficialmente ciascun “fratello” massone (come si chiamano tra loro i membri delle Logge, distorcendo il significato cristiano del termine) può professare liberamente la propria fede religiosa, senza impedimenti, purché resti però “cosa privata” e solo di coscienza (altrimenti sarebbe un intollerabile fanatismo e fondamentalismo religioso, sostanzialmente “divisivo”)! In realtà, già questa è una concezione falsata della religione, anche se oggi purtroppo ormai dominante e indiscutibile, contraddetta persino dalla storia di tutte le civiltà mondiali, che hanno visto sempre in essa un proprio elemento fondamentale e caratterizzante!
Il fatto poi che in Inghilterra la sedicente “Chiesa anglicana” sia ufficialmente sottomessa al sovrano, che ne è addirittura il capo supremo, ha contribuito a caratterizzare la Massoneria, che lì appunto ufficialmente è nata nel 1717, al di là di certe attuali “maschere” di buona educazione e rispetto, dei connotati fortemente avversi alla Chiesa Cattolica!

Se nella colonizzazione del nord America tale connotato anticattolico della Massoneria è stato imponente ma senza i tratti di una lotta cruenta (ricordiamo che già la Rivoluzione americana del 1776 ebbe connotati fortemente massonici, così come massoni saranno praticamente tutti i Presidenti USA, e massonica è perfino la gloriosa “Statua della libertà” all’ingresso del porto di New York), invece nel Messico, negli anni ’20 del secolo scorso, la lotta della Massoneria contro la Chiesa Cattolica ha avuto dei livelli di tale violenza e persecuzione fisica dei Cattolici, da richiedere persino una difesa “armata” dei medesimi (vedi i valorosi Cristeros, già ricordati nella I Parte). Con ciò, la Massoneria non riuscì a smantellare la fede cattolica dal Messico, come del resto di tutta l’America latina.

Come sappiamo, nel XIX secolo la Massoneria tentò di distruggere la fede e la Chiesa Cattolica addirittura nel suo centro mondiale, cioè in Italia e perfino a Roma! Lo fece sospingendo, finanziando e condizionando in chiave anticattolica il cosiddetto Risorgimento (vedi dossier e documento – basterebbe ricordare come Garibaldi e Mazzini furono ai vertici della Massoneria e come la massoneria inglese fornì denari e persino navi per appoggiare la cosiddetta “Spedizione dei Mille”; non a caso Marsala era un feudo britannico, con due navi inglesi pronte ad accogliere il fantomatico “Eroe dei due mondi” e a permettergli di conquistare con uno sparuto gruppo di uomini nientemeno che il Regno delle Due Sicilie). Effettivamente il potere fu preso dalla Massoneria, persino nella città di Roma (Sede di Pietro e centro mondiale della cristianità!); ovviamente, come qualcuno autorevolmente osservò (Massimo d’Azeglio), si trattava, una volta “fatta l’Italia” (e questo lavoro fu compiuto nel 1870, con la conquista armata di Roma), di “fare gli Italiani”: questo era un lavoro più lungo, che doveva prevedere di prendere in mano la cultura, le scuole, le università, i giornali e poi la radio, la televisione …
Ora dovrebbe essere abbastanza evidente che il lavoro s’è finalmente compiuto, cioè l’espropriazione culturale e religiosa dell’Italia!

Anche Il principe consorte della Regina Elisabetta II, Filippo d’Edimburgo (1922-2021) era ufficialmente iscritto alla più alta massoneria inglese: “Fratello (reale) massone” n. 2612 della Navy Lodge della Gran Loggia Unita d’Inghilterra.

Gli Inglesi alla conquista del mondo!

Gli Inglesi, pur vivendo su un’isola (sia pur la più grande d’Europa, esclusa ovviamente la Groenlandia ufficialmente danese ma quasi disabitata), si sono sempre sentiti il centro del mondo. Famosa in tal senso una loro storica battuta: “Tempesta sulla Manica: Continente isolato!”.
La scoperta delle nuove terre e il possesso della più grande flotta marittima (commerciale e militare; l’unica in grado di reggere il confronto e vincerlo con quella spagnola) permisero agli Inglesi di sentirsi i “padroni del mondo” e di giungere a fondare il più grande impero della storia. Ancora agli inizi del XX sec. l’Impero britannico si estendeva su ¼ della superficie terrestre (famosa l’espressione “un impero dove non tramonta mai il sole”) e governava 458 milioni di persone (allora 1/5 della popolazione mondiale)!
L’impero britannico si estendeva infatti, fino al 1920, dall’Europa all’America [USA e Caraibi (Honduras britannico e Guyana inglese)] e dall’Australia all’Oceania, ma occupava pure 1/3 dell’Africa (specie Sudafrica, Nigeria, Egitto, Kenya e Uganda) e abbracciava interi territori dell’Asia [soprattutto l’immensa India, ma anche la Birmania e perfino la Cina (non a caso, proprio la recente e assai problematica “devoluzione” di Hong Kong alla Cina, accordo firmato nel 1997, può essere considerato il termine dell’impero inglese)].
L’indipendenza da Roma (cioè dalla Chiesa Cattolica), la potenza economica e politica della “Massoneria”, la presenza di una Casa Reale assai venerata ed ossequiata dai sudditi ma di fatto “fantoccio” di ben altri poteri occulti, la diffusione universale della loro lingua e persino l’incidenza culturale di molti suoi pensatori, contribuirono a realizzare questo dominio mondiale.
Il progresso scientifico e tecnico, che nel XIX secolo permise uno spregiudicato (nel senso di diventare un assoluto, cui sacrificare persone e valori) sviluppo industriale (liberale come ideologia e capitalista come economia), unitamente ad una mentalità coloniale, persino razzista e addirittura malthusiana, contribuì ad accrescere e confermare questa consapevolezza di essere appunto i “padroni del mondo”.
Questa mentalità sta ovviamente all’origine del costituirsi degli stessi Stati Uniti d’America, sorti certo come indipendenza da Londra ma legati pur sempre alla sua cultura, e tuttora ne permea la visione del mondo e della storia, nonostante il suo attuale incrinarsi nel panorama geopolitico ed economico mondiale.

Significativo che il termine stesso “America”, che com’è noto deriva peraltro dall’esploratore italiano Amerigo Vespucci, sia usato come sinonimo degli USA (che ne sono invece solo una parte) e che certe manifestazioni USA, persino sportive, siano indicate addirittura con il termine “del mondo”.

Insomma, il mondo sono loro!

Questa mentalità, fondamentalmente “imperialista”, fa sì che ancora negli ultimi decenni, nonostante i radicali cambiamenti planetari in corso (anche a livello di nuove grandi potenze), molte delle amministrazioni USA pensino il mondo in questo modo manicheo [il “bene” sono loro; chi li ostacola è il “male” (basterebbe ascoltare in proposito un esagitato intervento dell’allora Segretario di Stato Hillary Clinton all’ONU sulla situazione della Siria, per sentire che gli USA devono intervenire militarmente come forza del bene e del progresso mentre Russia e Cina sono le forze del male da combattere perché vi si oppongono). Essi devono esportare la “democrazia”, anche con le guerre (così si disse anche in Iraq e in Afganistan, peraltro con esiti entrambi fallimentari) e i loro “interessi” sono confusi col bene e il progresso del mondo!
Sulla crisi attuale, anche se censurata in Occidente, dei frutti di questa mentalità imperialista americana vedi il documento (News, 1.03.2022) “Il senso della storia … verso la III Guerra mondiale?”.




Qualche “vergogna” storica inglese

Potremmo ancora ricordare (cfr. I Parte) le dolorose e interminabili tensioni, politiche e persino religiose, che il potere inglese ha creato nella vicina Irlanda, tuttora divisa tra il Nord Irlanda (Ulster, appartenente al Regno Unito, quindi alla monarchia inglese e alla confessione anglicana) e il resto dell’isola (Eire, Repubblica e fortemente cattolica).
Molti storici parlano di un vero e proprio “genocidio” degli Irlandesi (1/5 della popolazione) ad opera degli Inglesi (anche se ciò avvenne soprattutto da parte di Oliver Cromwell, dal 1653 al 1658).
La persecuzione violenta contro i Cattolici irlandesi è durata di fatto fino al 1913!

In occasione del recente “Giubileo di Platino” dei 70 anni di regno della Regina Elisabetta II, è stato ad esempio ricordata (leggi) qualche enorme malefatta dell’Impero inglese nella storia e nel mondo.
Ad esempio, dal 1641 al 1665, oltre 500.000 irlandesi furono uccisi dagli inglesi e 300.000 venduti come schiavi. A partire dal 1650 più di 100.000 bambini irlandesi tra i 10 e i 14 anni furono strappati alle loro famiglie e venduti nelle Indie Occidentali, in Virginia e nel New England. Nello stesso periodo 52.000, soprattutto donne e bambini, furono venduti e trasferiti a Barbados e in Virginia.

Abbiamo già ricordato come pure durante la terribile carestia che colpì l’isola tra il 1845 e il 1849, un milione di irlandesi perse la vita (su una popolazione di 8 milioni) e altri 2 milioni emigrarono (forte infatti la loro presenza negli USA), anche a causa del fatto che gli Inglesi rimasero volutamente spettatori inerti, anzi impedirono l’arrivo degli aiuti esteri (si insinuò in queste violenze anche un preciso progetto malthusiano).

La “colonizzazione” dell’America settentrionale, invasa soprattutto dagli Inglesi, ha visto di fatto una cancellazione delle etnie, culture, civiltà e religioni indigene (praticamente ridotte al nulla anche dal punto di vista numerico; basti pensare tuttora la percentuale degli ex-indigeni sulla popolazione totale di USA e Canada, quasi del tutto spariti, persino negli aspetti somatici).

Spesso si sente accusare la Chiesa Cattolica – sempre bersaglio principale delle forze anti-cristiche, sataniche, massoniche … in realtà perché proprio attraverso di essa (che in sé è “santa”, come si recita nel Credo) il potere di Satana è sconfitto e le anime sono riportate alla salvezza eterna! – di tutto ciò che gli Occidentali hanno compiuto, senza distinzione tra Cattolici e Protestanti e addirittura del potere civile. In realtà, questa distinzione è doverosa, sia storicamente che moralmente. Se certo anche molti Cristiani hanno compiuto talora cose che vanno contro il Vangelo, la Chiesa Cattolica rimane in tutto il mondo pure la più grande organizzazione caritativa della storia! Questo è evidente anche in America, specie appunto nell’America Latina, dove la sua influenza è stata più grande, ma con eroici esempi di carità e di santità anche nel nord del nuovo continente.

Anche dal punto di vista delle missioni cristiane, ci permettiamo ricordare che era cert doveroso, secondo il comando stesso di Gesù (cfr. Mt 28,18-20) e dallo stesso immediato intervento della Madonna in terra americana [vedi (8.2) le apparizioni a Guadalupe, in Messico, nel dicembre 1531), portare il Vangelo (che in genere produce anche un enorme progresso umano e della civiltà – vedi nel Medioevo) e la stessa salvezza eterna delle anime, in quelle terre oltre-oceano; ma la presenza inglese e dunque anglicana si è mostrata assai più invasiva e meno rispettosa degli indigeni di quella cattolica.

C’è in proposito chi nota una differenza di mentalità, ancor oggi, ad esempio nelle zone evangelizzate dai Cattolici, in genere sulle coste del pacifico o comunque ad occidente, rispetto alle coste atlantiche degli USA. Significativo è anche il nome di alcune città della California, rimasto peraltro in spagnolo e di chiara impronta cattolica: San Francisco, Los Angeles (in realtà il nome intero è “El Pueblo de Nuestra Señora la Reina Virgen de los Ángeles del Rio de la Porciúncula de Asís”, in riferimento nientemeno che alla basilica francescana della Porziuncola ad Assisi!), Santa Monica, San Diego, San Jose, Sacramento e addirittura Corpus Christi (Texas).

Evidente invece ancor oggi l’integrazione degli indigeni e dei nuovi arrivati in Messico e in tutta l’America Latina (in genere evangelizzata dai Cattolici), nelle percentuali sull’intera popolazione e tuttora ancora riconoscibili a livello persino dei due tratti somatici (sono infatti tuttora evidenti, dopo 500 anni, i due alberi genealogici) [vedi documento sulle “rivoluzioni”].

Nel XVIII secolo, gli Inglesi (Anglicani) e i Francesi (Cattolici) si contesero aspramente il predominio sull’America settentrionale.

Ricordiamo, come abbiamo già osservato all’inizio di questo documento, che dalla Riforma protestante nasce una spaccatura, certo civile e non solo religiosa, che ha portato a duri scontri (anche appunto tra Inglesi e Francesi), non solo in Europa ma poi in tutti i Continenti.

In particolare, il destino stesso di quei territori che formeranno gli “Stati Uniti d’America” venne segnato dalla cosiddetta “Guerra dei sette Anni” (1756-1763), appunto tra gli Inglesi e i Francesi (che già avevano anche in America settentrionale ampi territori, chiamati Nouvelle France); ed il conflitto tra la Corona di Londra e quella di Parigi si spinse non solo nelle colonie americane, ma persino in Asia e in Africa (per cui si potrebbe parlare già di una “guerra mondiale”).
Le due potenze europee contendentesi il territorio nord-americano si fronteggiarono inizialmente in quella zona che fa oggi da confine tra la Virginia (il nome di quel primo Stato occupato dagli Inglesi si riferisce alla Regina Elisabetta I: sarà astata anche “vergine”, come dice la tradizione, ma fu di una violenza e ferocia inaudita, come abbiamo visto, contro i Cattolici!) e la Pennsylvania (nei pressi di Pittsburgh, allora insediamento francese di Fort Duquesne).
La provocazione che scatenò la guerra fu il cosiddetto «Incidente di Jumonville» (28.05.1754).
[Su tutta questa vicenda è stato pubblicato di recente un’autorevole studio dello storico Alberto Rosselli: Sulle alture di Abraham, ed. Soldiershop, 2021. (leggi)]

Quando gli Inglesi, che volutamente provocavano i Francesi con continui sconfinamenti, si spinsero fino al Fort Duquesne (appunto oggi Pittsburg), il comandante del forte francese mandò dapprima un’ambasceria di 30 uomini (guidati da J. Coulon de Villiers de Jumonville) perché si ritirassero, ma essendo stati invece tutti uccisi, allora scoppiò definitivamente la guerra (ed era ciò che appunto gli Inglesi volevano).
Decisiva fu la battaglia del 13.09.1759, sulle “Alture di Abraham” (presso Québec). Infatti, nonostante nuove vittorie dei Francesi (il 28.04.1760 a Sainte-Foy), l’esito della guerra era segnato: gli Inglesi sarebbero diventati i “padroni” di quegli immensi territori americani che diventeranno presto, per influsso diretto della massoneria inglese, gli “Stati Uniti d’America”!

Con tutta probabilità, se avessero vinto i Francesi, il destino degli USA (e persino dei suoi rapporti con l’Europa, pure nelle tragedie del XX secolo!) sarebbero stati diversi: non solo gli Americani (come si chiamano in genere per indebita estensione i cittadini degli USA) sarebbero stati interamente cattolici, ma perché le stesse popolazioni indigene (gli “Indiani”) non sarebbero stati quasi del tutto eliminati. Se avesse infatti vinto la Francia, essa avrebbe con tutta probabilità continuato quella politica di convivenza e collaborazione, già sperimentata nei territori da loro conquistati, tra coloni europei, missionari cattolici (specie Gesuiti) e le popolazioni indigene (Pellerossa).

La sconfitta dei Francesi in quegli immensi territori nord-americani fu una delle cause scatenanti anche delle tensioni interne alla Francia stessa, che portarono nel 1789 alla “rivoluzione”!

La vittoria degli Inglesi scatenò invece il predominio e l’orgoglio stesso della loro “milizia coloniale”: non a caso il loro comandante era proprio il celebre George Washington (1732-1799).
Pubblicamente “massone” già dall’età di 20 anni, Washington sarà, com’è noto, il capo dell’Esercito continentale durante tutta la guerra d’indipendenza americana (1775-1783), il padre fondatore e il primo Presidente USA (1789-1997).
Non erano certo gli indigeni che volevano essere indipendenti, ma i coloni inglesi (che non volevano più pagare le tasse ed essere soggetti alla Corona inglese)! Anzi, a farne le atroci spese furono proprio gli indigeni.

Anche in questo caso, c’è voluto un pretesto. Nel 1773 ci fu il cosiddetto “Boston Tea Party”: coloni americani, truccati da indiani, gettarono in mare il carico di tè inglese su cui non volevano pagare le tasse. Così, gli inglesi se la sarebbero presa con gli indiani, massacrandoli direttamente senza scomodarsi con inchieste e processi.

I Francesi, invece, avevano al seguito i missionari cattolici, i quali battezzavano gli indiani; ma un indiano battezzato diventava suddito del re con pari diritti dei francesi! Anche la schiavitù sarebbe stata abolita; e gli USA non avrebbero conosciuto neppure la Guerra di Secessione (1861-1865).


Alla colonizzazione dell’America settentrionale specie da parte degli Inglesi, contribuì com’è noto il triste fenomeno della “tratta degli schiavi”, comprati in Africa e utilizzati spesso in modo disumano come forza lavoro oltre Oceano.
Fino al 1807, quando la tratta degli schiavi fu vietata, le navi “negriere” inglesi prelevarono dall’Africa (in genere comprandoli dai musulmani occupanti quei territori africani!) circa 4 milioni di schiavi per deportarli in America come forza lavoro.
Il totale della schiavi africani, comprati in genere dai musulmani e portati in America dal XVI al XIX secolo pare si aggiri attorno ai 12 milioni.
Una cifra che fa giustamente inorridire e che tanto suscita ancora lo sdegno e la reazione stessa degli americani e dell’Occidente intero (cfr. Cancel cultureBlack Lives Matter, ecc.). Chissà perché si dimentica però che i musulmani, nel secondo millennio cristiano, in Africa orientale rapirono e trasformarono in schiavi da vendere (specie dalla Tanzania, attraverso l’Oceano Indiano) nei Paesi arabi, in Iran e in India circa 12 milioni di uomini.
 

Lo sterminio inglese in Sud Africa

Boeri erano coloni (contadini) di origine europea (Olandesi e Francesi) che occupavano il sud-Africa dal 1830. Gli Inglesi vi giunsero dopo, attirati dalle miniere di ferro, oro e diamanti presenti in quei territoriori; e volevano estendere il loro dominio in quelle terre. Ne scoppiò una guerra che si svolse in due fasi, dal 1880 al 1881 e dal 1899 al 1902, e che vide gli Inglesi compiere atti di una ferocia inaudita: 100.000 Boeri furono arrestati e messi in “campi di concetramento”, dove tra atroci tormenti ne morirono circa 27.000, di cui 24.000 bambini sotto i 16 anni (praticamente il 50% dei bambini boeri), 2.200 donne e 800 uomini! 

Lo sterminio inglese in Kenya

Gli Inglesi occupavano il Kenya dal 1888. Tra il 1952 e il 1960 molti indigeni si ribellarono all’occupazione inglese (la cosiddetta “Rivolta dei Mau Mau“) e furono massacrati (almeno 20.000 ma altre stime parlano in totale di 100.000 Kenioti uccisi), altri subirono terribii torture, percosse, castrazione, stupri, linciaggi e confisca dei beni.
Alla fine, nel 1963, il Kenya ottenne l’indipendenza dal Regno Unito.

In India (gradualmente annessa alla “Compagnia Britannica delle Indie Orientali” già agli inizi del ‘700, poi annessa tra le colonie del Regno Unito dalla metà del XIX sec. al 1947), ancora nel XX sec. gli Inglesi mostrarono talora una feroce violenza. Ad esempio nell’aprile del 1919, nella zona di Amritsar (India settentrionale), l’esercito inglese sparò sulla folla disarmata che manifestava pacificamente contro il dominio britannico, causando in 10’, cioè fin all’esaurimento dei proiettili, 379 morti e 1.200 feriti. Va osservato poi che nel territorio indiano occupato dagli Inglesi (che comprendeva anche l’attuale Pakistan e il Bangladesh) il governo inglese non fece inoltre nulla per far fronte alle oltre 10 carestie che flagellarono il Paese (continuando imperterriti nell’esportazione inglese dei prodotti) e che causarono circa 50 milioni di vittime. (leggi)


 

Il tempo e lo spazio dettato nel mondo da Londra (Greenwich)

È quantomai significativo che nel 1884 (Conferenza di Washington) si stabilì che in tutto il mondo si tenesse come meridiano principale (lo “0”, su 360°) quello che passava da Londra (osservatorio di Greenwich), così che ci fossero, per la localizzazione della propria posizione, 180° (180 meridiani, con relativi minuti e secondi, talora espressi anche in decimali), procedendo progressivamente verso est (E) ed altrettanti procedendo verso ovest (W).

In questo modo fu anche possibile suddividere i fusi orari, avendo come punto di riferimento ancora Greenwich (Londra), calcolando le ore 12:00 di Greenwich, cioè il sole allo zenit, come orario di riferimento per tutto il mondo (oggi indicato con GMT: Greenwich Mean Time), con 12 ore da aggiungere progressivamente andando verso est e 12 ore da sottrarre progressivamente andando verso ovest, sino a completare così le 24 ore del pianeta (con il cambio di data al 180° meridiano), secondo i diversi fusi orari ma appunto facendo riferimento ad un’unica ora.

In altri termini, Londra determina lo spazio (ubicazione) e il tempo (orario) di tutto il mondo!

 

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Ideologie anticristiane e disumane


Una nota sull’elogio dell’incoerenza (se l’idea è falsa)!

Molte volte, come purtroppo sappiamo dalla nostra comune esperienza umana, anche quando le idee sono giuste, cioè nella verità, non sempre ne segue una pratica giusta. Nella vita cristiana ciò viene indicato dalla triste esperienza del “peccato”. Nella vita personale e sociale parliamo pure di “incoerenze”. Molti pensano che tali incongruenze giochino a sfavore delle idee giuste o persino della fede “vera”. Certo, un buon “testimone” rende più attraente l’idea e la fede stessa (non a caso la Chiesa, se indica la strada con la luce della Parola di Dio e col suo stesso Magistero, presenta come testimoni, possibilmente anche da imitare, i Santi).
Non cadiamo però nell’equivoco di considerare la verità o meno di un’idea (o della fede stessa) in base alla coerenza o meno di chi la professa. Dovrebbe essere evidente che la verità rimane tale, indipendentemente da chi o da quanti la credono (vedi catechesi 1). Se uno stupido o un delinquente mi dice che 2+2= 4 rimane vero; e se invece un santo o un genio mi dice che 2+2=5 rimane falso. La verità non dipende dal soggetto che la professa, ma dalla corrispondenza all’oggetto (essere). E solo la verità edifica (cfr. Gv 8,32), perché solo la verità corrisponde all’autentico significato delle cose (il bene); mentre la menzogna distrugge, perché inventa un significato delle cose che non esiste (il male).
Quindi, ad esempio, se un cristiano non si comporta bene, potrei ritenerlo incoerente ma non che professa una falsità. E dovrei augurarmi che sia ancora più aderente alla verità che professa. Se invece una persona o una società si riferisse ad un’idea o ideologia errata, dovrei persino augurarmi che sia il più possibile incoerente, perché più è coerente all’idea errata e più sbaglia e fa sbagliare.
In altri termini, la coerenza non è il massimo della virtù morale, che invece si basa soprattutto sulla verità cioè bonta oggettiva della norma. Paradossalmente, per chi è nell’errore, dovremmo augurarci e persino insegnargli ad essere “incoerente” con la sua idea (che è sbagliata) per cercare la verità e solo a questa cercare di essere “coerente”, cioè di metterla in pratica. [Se so che uno progetta di sparare a una persona, devo augurarmi che sia incoerente con questa idea, che l’abbandoni o che sbagli bersaglio; non certamente che sia coerente con la sua idea!]
Ecco perché nel Medioevo, ad esempio, erano più attenti a che non si diffondessero gli errori (le eresie) piuttosto che ai peccati personali, pur da evitare e di cui pentirsi. (v. dossierdocumento e News sull’Inquisizione).
Mentre la modernità, abbandonata sempre più l’idea stessa di verità (oggettiva) e riducendo tutto ad opinione, si scandalizza (o finge di scandalizzarsi) solo delle incoerenze, non importa se la coerenza è alla verità o alla menzogna.

Abbiamo ricordato questo principio fondamentale, della morale e della costruzione stessa della società, perché anche quanto abbiamo sopra ricordato non inficia assolutamente la verità della fede cristiana, che è di origine divina e quindi assolutamente vera! In altri termini, nessuna incoerenza dei cristiani diminuisce la verità del Vangelo (come invece si tende a credere). Un comportamento antievangelico di molti cristiani non diminuisce assolutamente il valore del Vangelo, cui dobbiamo obbedienza come condizione di salvezza eterna. Se poi si parla di eresie (deformazioni del Vangelo e della dottrina) e di false Chiese (che non risalgono a Gesù Cristo e alla volontà divina), allora l’errore è proprio a monte e spesso non si tratta neppure più di incoerenze, ma appunto di false dottrine.
Inoltre oggi l’Occidente va incontro a questa sorta di suicidio identitario e culturale, a questo continuo autodenigrarsi e svilirsi. Persino la stessa Chiesa Cattolica, sotto la raffica di accuse laiciste e persino di falsità storiche (per farvi fronte, vedi pure i numerosi documenti presenti tra i dossier o nella sezione storica di Fede & cultura), tende ad una sorta di continua autoaccusa, di vergogna di se stessa e della propria gloriosa storia (spesso totalmente sconosciuta dagli stessi Cattolici), di continue richieste di perdono al mondo, di cancellazione dei propri meriti. Questa non è umiltà, ma un suicidio e persino una sorta di bestemmia contro l’opera che lo Spirito Santo ha suscitato sempre lungo i secoli ed ovunque.

Aggiungiamo allora solo una sottolineatura su alcune delle perniciose idee anticristiane della modernità (vedi), che hanno trovato la propria “culla” o comunque un potente detonatore non a caso proprio in Inghilterra (oltre che in Francia), dove peraltro la fede cristiana era già stata deformata col sorgere della “Chiesa Anglicana” (fondamentalmente assoggettata al potere dei sovrani inglesi) e dove di fatto il nuovo indiscutibile “idolo”, a cui ci si doveva indiscutibilmente inchinare, era fondamentalmente proprio la potenza economica, industriale, commerciale dell’impero che si veniva costruendo.


 

Alcune ideologie anticristiane della “modernità”
… negli Inglesi

Come abbiamo osservato nel dossier sulla “modernità” (vedi) e in altri documenti storici, tra le ideologie che la “modernità” ha mostruosamente partorito, tradendo e pervertendo le proprie radici cristiane, c’è quella del razzismo.
Troviamo questa concezione disumana e anticristiana già in Francia con Voltaire (1694-1778; vedi); ed è paradossale che egli ancor oggi venga presentato come l’alfiere della “tolleranza”. Colui che voleva distruggere a tutti i costi il cristianesimo e la Chiesa Cattolica (“Écrasez l’infâme!”), solo apparentemente esaltava a tal fine la bontà dei popoli indigeni delle nuove terre e le loro credenze religiose (inseguendo il mito anticristiano del “buon selvaggio” già osannato da J.J Rousseau e peraltro senza alcuna competenza storica). In realtà, già nel suo Saggio sui costumi, Voltaire mostra un radicale disprezzo dei “negri”, come definiva gli uomini di colore africani, considerandoli poco più che animali o forse proprio animali; è giunto persino a pensare che fossero nati dall’incrocio di donne con delle scimmie. Proprio in quel Saggio afferma: “I negri sono, per natura, gli schiavi degli altri uomini. Essi vengono dunque acquistati come bestie sulle coste dell’Africa”. E, tanto per passare dalle parole ai fatti, investì alcuni dei suoi ingenti capitali in una “Compagnia di navigazione” che commerciava schiavi neri dall’Africa all’America!

Lungo il corso del pensiero moderno ed illuminista, fino al nazismo (comunque in opposizione al pensiero cristiano), troviamo spesso chiari accenti razzisti e persino antisemiti:  li troviamo già in Kant, in Hegel [“Chi è di pelle nera non è degno di relazioni umane” (Filosofia della storia, vol.1, parte III, par. a: “Sull’Africa”)], in Marx (nonostante le sue ascendenze ebraiche, l’insulto più comune che usava era “giudeo”), ovviamente in Nietzsche, ma persino in Benedetto Croce (“ci sono due specie di uomini, una appartenente alla storia, l’altra alla natura cioè zoologicamente; questi vanno quindi trattati come animali)”. Fu però nel Regno Unito che il “razzismo” venne talora a costituirsi proprio come una forma di pensiero filosofico e persino sedicente scientifico, e non semplicemente come una “devianza” antropologica e sociale (appunto un pensiero falso e non semplicemente una incoerenza)! 

Ad esempio, nel celebre filosofo scozzese David Hume (Edimburgo, 1711-1776) – appartenente alla scuola dell’empirismo inglese (o comunque del Regno Unito) già seguita da Locke e da Berkeley e che tanto purtroppo influì sul pensiero di Kant (l’avrebbe “risvegliato dal sonno dogmatico”, confessò, ma in realtà lo rinchiuse in un soggettivismo da non poter essere più certi di nulla, neppure del concetto di “causa”, neppure “che sia il fuoco a far bollire l’acqua nella pentola che vi si è messa sopra”, per citare proprio l’esempio di Hume!) – troviamo ad esempio questa espressione: “è la stessa natura a sancire la superiorità della razza bianca” (nel Trattato sulla natura umana, in “Opere”, vol.2, parte I, saggio XXI).

Possiamo intanto osservare come, al di là dell’ufficialità e del formalismo inglese, il pensiero filosofico slittasse sempre più, come dimostra appunto la corrente “empirista”, verso posizioni di fatto “atee” (passando dal “deismo” illuminista e massonico, dove Dio sarebbe solo l’Orologiaio che ha fatto e messo in moto il meccanismo cosmico, per poi abbandonarlo a se stesso, alla negazione esplicita di Dio) e materialiste, dove non c’è più spazio per l’anima, per il soprannaturale, per l’Aldilà e appunto per Dio stesso! Ma dove alla fine non c’è più spazio per la stessa “verità” e in fondo neppure per l’uomo, almeno non per tutti!

Non dimentichiamo in tal senso che lo stesso Karl Marx (1818-1883), pur essendo tedesco (con ascendenze ebraiche: evidente ad esempio il senso “messianico” dato al comunismo venturo), visse a Londra gran parte della sua vita (1845.1847.1849-1883). Se le sue deformazioni filosofiche derivano certo da Hegel (“dialettica storica”), riletto materialisticamente secondo Feuerbach, certamente anche gli empiristi inglesi hanno influito non poco sul suo tragico pensiero (“materialismo dialettico” – totale immanentizzazione dello spirito e della dialettica storica). Fu poi certamente traumatizzante per lui la constatazione delle disumane condizioni di vita, specie della classe operaia, in quell’industrializzazione selvaggia del primo capitalismo inglese! Come sappiamo, ne emergerà non solo una discutibile analisi economica e sociale, ma una visione ideologica dell’uomo e della storia che nel 1917 (anno in cui la Madonna stessa interviene a Fatima e profetizza la catastrofe che tali errori dalla Russia avrebbero dilagato per il mondo intero, con inaudita persecuzione della Chiesa! vedi) s’è concretizzata nella rivoluzione bolscevica russa e nel comunismo che tuttora sottomette se non addirittura schiavizza intere popoli del mondo! (vedi) (vedi)
Circa il delirio di un’industrializzazione selvaggia ad opera di un capitalismo senza scrupoli nei confronti dell’uomo e della stessa natura, si creò certamente anche un problema senza precedenti a riguardo dell’inquinamento. Non a caso uno dei suoi peggiori segni e simboli fu proprio Londra. Fino a pochi decenni orsono il cielo di Londra, e non solo per il noto clima spesso nebbioso e uggioso del Paese, ma a motivo proprio dell’inquinamento, ebbe l’appellativo di “fumo di Londra”, che designa persino un colore. In questo senso, una maggiore attenzione “ecologica” è certamente meritoria; diventa invece delirante se si raggiungono gli attuali eccessi ecologisti (vedi dossier).

A proposito del razzismo e persino della necessità di schiavizzare o ridurre o eliminare molti uomini dalla Terra, proprio dall’Inghilterra o comunque dal Regno Unito emergono anche le terrificanti ideologie dell’eugenetica e della necessità di ridurre drasticamente la popolazione umana (tutto ciò che ancor oggi va sotto il nome di “malthusianesimo”).
Fu infatti l’inglese Thomas Robert Malthus (1766-1834) a pianificare a livello persino concettuale tale necessità, che sarebbe stata necessaria e vitale per l’umanità stessa (o meglio per quei pochi che avrebbero continuato a godere del “diritto alla vita”)! Laureatosi a Cambridge e divenuto persino sacerdote anglicano (!), Malthus fu filosofo, economista, demografo ed è considerato il precursore della moderna sociologia inglese. A lui si deve appunto lo studio sulla presunta necessità di ridurre drasticamente la popolazione mondiale, perché il pianeta (già agli inizi del XIX secolo!) sarebbe stato insufficiente anche solo per sfamare l’intera popolazione mondiale! Ovviamente si trattava allora non solo di diminuire le nascite (essendo presbitero anglicano, sia pur sposato con prole, predicava la necessità di una rigida castità in tal senso!), ma di invitare intere categorie di persone (i meno dotati!) o addirittura interi popoli all’infertilità. Se non fosse bastata tale educazione, si poteva passare alla coercizione e persino all’eliminazione fisica! Convinto, prima ancora di Darwin, dell’universale “lotta per la sopravvivenza” (qualcosa della dialettica hegeliana applicata alla biologia e persino all’antropologia?), giunse perfino ad elogiare le guerre (con i morti che provocano contribuiscono a riequilibrare la situazione demografica) ed a biasimare la medicina nei suoi tentativi di salvare ad ogni costo gli ammalati.

Sul falso mito della “sovrappopolazione mondiale” vedi la III Parte del documento sull’ecologismo (vedi), come su tutti i falsi allarmismi oggi continuamente ed ossessivamente ritornanti e che potranno ipotecare realmente la vita dei popoli in un molto prossimo futuro!

Come abbiamo altrove osservato (cfr. News 20.03.20226.07.202123.04.2021) tale pensiero malthusiano è non solo quanto mai presente nella cultura dominante, ma proprio ultimamente pare abbia deciso di attuarsi in concrete politiche (persino dal sapore apocalittico e addirittura satanico): si tratterebbe di poter finalmente attuare quel progetto malthusiano (Great ResetNew World Order), da tempo inseguito dai “poteri forti”, per ridurre drasticamente la popolazione mondiale (è stato detto e scritto pubblicamente di ridurla ad 1/5)! In fondo tutte le politiche, che sembrano diventate obbligatorie specie in Occidente, a favore della contraccezione, dell’aborto, dell’eutanasia e pure l’inaudita ed ossessiva propaganda in favore dell’omosessualità (ovviamente non fertile) pare proprio inseguire questo progetto! Non sono pochi, e persino autorevoli competenti, che vedono anche nell’attuale cosiddetta pandemia Covid-19, con un’ossessione mediatica da creare vere e proprie fobie di massa, e la relativa e altrettanto ossessiva propaganda messianica dei vaccini, un ulteriore imperdibile occasione che il grande potere (specie economico) ha colto per attuare ancor più celermente e persino in modo indisturbato e benevolmente accolto tale progetto malthusiano!
Si tenga presente (v. dossier e News indicati) che anche certi deliri “ecologisti” attuali nascono ancora in Inghilterra, persino dalla casa Reale.
Filippo di Edimburgo, Principe consorte della Regina Elisabetta II, è deceduto, com’è noto, il 9.04.2021, all’età di 99 anni. Ufficialmente iscritto alla più alta massoneria inglese (“Fratello (reale) massone” n. 2612 della Navy Lodge della Gran Loggia Unita d’Inghilterra) fu un convinto ecologista ed animalista. Fu il fondatore e presidente onorario del WWF, con chiara ispirazione malthusiana. Sua è la celebre definizione dell’uomo come “cancro del pianeta”! Riteneva infatti che “La crescita dell’uomo è la più grande minaccia per il pianeta! Se dovessi reincarnarmi vorrei esser un virus letale per eliminare la sovrappopolazione” (meno male che la reincarnazione non esiste, aggiungiamo ora noi)! Il Principe consorte, anche se la Regina risulta il Capo della Chiesa anglicana, era un convinto avversario del cristianesimo, a favore delle religioni pagane, più rispettose della natura (fra queste consigliò quelle degli indios americano-amazzonici, quelle polinesiane e quelle degli aborigeni australiani).
Tutto appunto come Massoneria comanda (ed ora pare persino la Chiesa obbedire…)!
Comunque, tanto per rimanere in famiglia (reale), anche Herry & Megan hanno candidamente confessato al mondo di non volere più di 2 figli; non ovviamente perché non possano permetterselo, ma per non rovinare il pianeta!
 

A proposito di razzismo ed eugenetica, dobbiamo fare un accenno anche all’inglese Charles Darwin (1809-1882) (v. in proposito il dossier e il documento sull’evoluzionismo).
Il tanto osannato, fin dalle Scuole Primarie (ma è un “credo” che rimane intatto anche negli universitari, e persino diffuso popolarmente, padre dell’evoluzionismo (che peraltro di scientifico ha poco o nulla! tra l’altro, al di là della famosa crociera del 1836 per il resto Darwin non si mosse mai dalla sua casa in Inghilterra e quindi di “sperimentale” c’è poco o nulla, come richiede invece la scineza moderna) fu pure assai favorevole all’eugenetica, così come ebbe simpatia per il razzismo (nonostante si dica che fu impegnato per l’abolizione della schiavitù).
In Darwin si sente intanto l’influsso esercitato sui suoi studi da Malthus (ad es. l’idea di “lotta per la sopravvivenza” era già in lui); ma non tardò ad assumere posizioni razziste (non tutte le razze sono uguali, alcune sono geneticamente assai inferiori) ed eugenetiche (dovremmo far vivere e riprodurre solo i migliori), giungendo perfino a progettare esplicitamente la “eliminazione degli uomini deboli di corpo e di mente”. Giunse a lodare l’antica Sparta, dove i bambini difettosi venivano gettati dalla rupe, e si mostrò entusiasta nell’osservare che in certi popoli considerati erroneamente incivili “i deboli di corpo e di mente vengono presto eliminati, così che quelli che sopravvivono godono di ottima salute; mentre noi uomini “civili” – sono sue parole – ostacoliamo con ogni mezzo il processo di eliminazione (cosa che non facciamo invece con gli allevamenti di animali!)”. Per questo si oppose perfino alla vaccinazione antivaiolosa e si lamentava del fatto che malati e poveri fossero curati; meglio sarebbe stato lasciarli morire. Se si oppose alla guerra, nonostante ritenesse la lotta il motore della esistenza, è solo perché in guerra muoiono i più forti mentre i più deboli sono lasciati a casa, con la possibilità tra l’altro di sposarsi e di procreare.

Tra gli inglesi del tempo non mancarono coloro che vollero trasferire queste idee in politica, a supporto addirittura del “diritto” dell’impero inglese di colonizzare certi popoli. Nell’idea di cieca lotta per la sopravvivenza l’impero inglese cercò un supporto scientifico e filosofico per affermare il proprio diritto a colonizzare (cfr. National Geographic, febbraio 2009, monografia su Darwin).

Come sappiamo, queste posizioni culturali (presenti anche in Nietzsche) nel sec. XX passarono tragicamente già ai fatti (negli esperimenti medici dei lager nazisti e dei gulag, manicomi e campi di rieducazione comunisti). Oggi riemergono di nuovo ed in modo più pericoloso, perché sotto il velo di menzognere buone parole, in riferimento ad esempio alla programmazione e selezione degli embrioni, alla selezione di chi deve vivere o morire, non solo tra i nascituri ma anche tra gli infermi e i moribondi. Tutto ciò si annida anche dietro la pericolosissima e sempre più diffusa idea di “vita non degna di essere vissuta” (che ha permesso a molti medici e cliniche inglesi di uccidere dei bambini contro la volontà stessa dei loro genitori)*! Mentre la protezione degli animali ha ormai talora sorpassato quella degli uomini (o di certe categorie di uomini o di certe popolazioni).
* Si veda la logica perversa che si nasconde dietro la terrificante idea di best interest, parola magica (non a caso citata in inglese anche altrove) usata come pretesto per decidere di uccidere dei bambini in non pochi ospedali e cliniche inglesi (nonostante che nell’UK l’eutanasia sia ancora illegale) [cfr. News del 10.04.2017 e 2.06.2017, del 30.04.2018 e del 6.09.2020)].

Si pensi poi che in una Ciba-Conference tenuta a Londra già nel 1962 sul “Futuro eugenetico dell’umanità” si disse che attraverso la fecondazione artificiale si potrà raggiungere una selezione dei migliori, anche con donatore con patrimonio genetico migliore, pensando a banche del seme e ovuli migliori.

 

Eugenetica (parola che significa “razza buona”) è un termine, oggi riemergente, coniato non a caso dal cugino (e discepolo) di Charles Darwin Francis Galton (1822-1911). Fu proprio lui a trasferire tale l’idea darwiniana (e prima ancora malthusiana) della “lotta per la sopravvivenza”, dove vincono i più forti e intelligenti, dalla biologia ad un vero e proprio programma sociale. Si chiese infatti: perché non guidare questa selezione, come facciamo con gli animali, così da migliorare la razza umana? Pensò perfino alla programmazione di matrimoni selettivi (eugenetica positiva). Nel 1907 fu lui a fondare la Società Eugenetica e suo successore alla sua guida fu proprio il figlio di Charles Darwin (Leonard), che penso di passare da una eugenetica positiva ad una negativa, cioè al divieto di riprodursi ai deboli e agli imperfetti.

L’idea non si diffuse solo in Gran Bretagna, tanto è vero che al primo Congresso Internazionale di Eugenetica (1912) furono presenti rappresentanti di USA, India, Australia, Canada, Germania, Francia, Giappone, Kenya, Sudafrica.

Fu proprio questa visione eugenetica (che pensava di trovare nello stesso Darwin una presunta base scientifica) a generare anche certe mostruosità fatte proprie anche dal nazionalsocialismo (nazismo) tedesco, come appunto all’idea di “razza pura” e di “medicina razzista”.
Così infatti scriveva Darwin:
“Noi uomini civilizzati facciamo di tutto per arrestare il processo di eliminazione; costruiamo asili per pazzi, storpi, malati; istituiamo leggi per i poveri e i nostri medici esercitano al massimo la loro abilità per salvare la vita di chiunque fino all’ultimo momento. Vi è motivo per credere che la vaccinazione abbia salvato un gran numero di quelli che per la loro debole costituzione tempo non avrebbero retto al vaiolo. Così i membri deboli delle società civilizzate propagano il loro genere […] Nessuno di quelli che si sono dedicati all’allevamento degli animali dubiterà che questo può essere altamente pericoloso per la razza umana […] Dobbiamo quindi sopportare l’effetto, indubbiamente cattivo, del fatto che i deboli sopravvivano e propaghino il loro genere, ma si dovrebbe almeno arrestarne l’azione costante, impedendo ai membri più deboli e inferiori di sposarsi liberamente come i sani”.

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L’imperialismo della “lingua”: l’inglese

L’imperialismo inglese ha conseguito certamente un’altra vittoria, che proprio in questi ultimi anni è diventata una necessità assoluta per l’intera popolazione mondiale. Si tratta dell’imposizione mondiale della loro lingua, l’inglese!
Nata come forma dialettale, povera di vocaboli e di grammatica, che univa persino etimologie tedesche e latine, è divenuta la lingua ufficiale del mondo intero! Già da oltre un secolo lingua ufficiale del “mondo tecnico”, mentre la lingua “diplomatica” rimaneva il francese e quella più parlata al mondo lo spagnolo, in questi ultimi tempi è diventata semplicemente l’indiscutibile lingua “globale”! Persino l’orgoglio francese e tedesco, che ha cercato il più possibile di resistere a questo imperialismo linguistico, ha dovuto capitolare. Solo la Russia (e un poco almeno anche la Cina), almeno nelle loro massime autorità politiche, ostentano (anche nelle conferenze internazionali) di non cedere a questo ricatto.

L’italiano, che pure è oggettivamente (*) la lingua più bella del mondo ed ha avuto, per la sua immediata discendenza dal latino (come lo furono poi anche lo spagnolo, il francese, il portoghese e persino il rumeno), un’importanza storica davvero eccezionale (non a caso è studiato tuttora perfino a Cambridge ed Oxford! dove del resto il latino regnò, come in tutta Europa, fino al XVI sec.), è volutamente cancellato già in Europa, con una sorta di altezzosità che tradisce persino uno spirito anti-italiano, anti-romano, anticattolico (un Paese cioè non “civile”), vantandosi di non comprenderlo anche quando lo si comprende (invece vantandosi di conoscere altre lingue molto minoritarie), anche laddove il turismo italiano rappresenta una maggioranza schiacciante. In Francia ci si vanta di non conoscerlo, persino in Corsica (dove i nomi sono ancora italiani) o a Nizza e in Savoia, che pure erano Italia. In Svizzera, a parte il Canton Ticino (orograficamente e linguisticamente italiano), lo si ignora negli altri Cantoni, anche se è una delle 4 lingue ufficiali della Confederazione Elvetica. Solo nel Tirolo austriaco, ultimamente c’è stato un cortese uso dell’italiano, se non altro per la presenza appunto dei turisti italiani (quando invece fino a pochi decenni orsono si fingeva di non capirlo persino in provincia di Bolzano).
Paradossale e persino da “provinciali” (per non dire espressione di un radicato “complesso di inferiorità” italico) che non solo l’inglese stia diventando una lingua ufficiale anche in Italia (questo può certo essere utile e necessario in un mondo che si è fatto appunto piccolo e globale, ma ridicolo quando l’uditorio è italiano), ma addirittura che anche in politica, oltre che nel parlato, ci si affidi a parole inglesi per esprimere ciò che i più ricchi vocaboli italiani esprimerebbero benissimo (“lock-down” docet!).
Ancor più paradossale che l’inglese usi talora parole italiane (ad esempio “mobile” per indicare il telefono cellulare) e che gli italiani le pronuncino all’inglese!

(*) È significativo che nella musica (specie quella classica, ma anche negli spartiti, per indicare ad esempio i tempi: “adagio”, “allegro”, …) si usi in tutto il mondo l’italiano.

A proposito di musicalità, è oggettivo che l’italiano sia la lingua più musicale e bella del mondo. Non si tratta di un campanilismo che fa sentire così la propria lingua madre, ma di un dato appunto oggettivo, anche proprio dal punto di vista fonetico. Infatti il nostro apparato vocale produce com’è noto le 5 vocali soprattutto con le corde vocali (gola) e le consonanti con la bocca (lingua, labbra) e il naso; è dunque evidente che una parola che ha molte vocali (pensiamo che la paroletta italiana “aiuole” le ha tutte 5) è oggettivamente più musicale rispetto ad una parola con molte consonanti e talora pochissime vocali (come la maggior parte delle lingue europee non di origine latina).


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Un “mondo meraviglioso” e vincente;
poi formale, ipocrita, decadente e infine nichilista

Dal secondo dopoguerra

L’Inghilterra, che fu tra i vincitori della Seconda Guerra Mondiale (come del resto lo fu nella Prima), conobbe però, come tutti i Paesi europei coinvolti nel conflitto, una distruzione da cui fece fatica a riprendersi. Lo fece con più lentezza persino rispetto all’Italia, anche a livello di ricostruzione civile, industriale e di progresso economico.

Ritrovato comunque negli anni ’60 un certo benessere collettivo, tutte le contraddizioni storiche e culturali, dovute soprattutto all’abbandono da secoli dell’autentica fede cristiana (cattolica), sono improvvisamente esplose, specie nelle nuove generazioni, disintegrando quella facciata tutta inglese di tradizioni formali, di eleganza, persino di puritanesimo, di ritualità sociali, di devozione monarchica, che mascherava comunque da tempo e ipocritamente un vuoto esistenziale, un vivere sociale che aveva come unico ideale gli interessi economici e di mercato.

Quell’esplosione sociale e culturale, quella “rivoluzione” che specie in Europa occidentale andrà sotto la cifra del fatidico <’68> (e che in Italia, Paese con il maggiore, potente e meglio organizzato Partito Comunista dell’Occidente, lautamente finanziato ed addestrato da Mosca, sarà subito catturato sotto l’ideologia marxista), ancor prima mandò in frantumi in Inghilterra quella secolare patina di perbenismo formale e persino ‘snob’.

In questo senso si pensi anche all’acuta e come sempre divertente satira espressa su questo mondo da Alberto Sordi nel film del 1966 “Fumo di Londra” (“Thank you very much”) (vedi film completo).

Però quella rivoluzione giovanile, mancando di ogni fondamento filosofico e religioso ed evidenziando assai presto il proprio fondamento “anarchico” e ultimamente “nichilistico” (cioè appunto l’assenza di un fondamento), al di là delle utopistiche spinte di cambiamento sociale, ha lasciato praticamente un’intera generazione in una vera e propria “alienazione” (altro che “alienazione religiosa” pensata da Feuerbach e Marx)! Tutto s’è risolto infatti in una spinta assai poco ideale ma solo istintuale (all’insegna del “sesso, droga & rock’n’rol”, come si diceva); non a caso si parla di “rivoluzione sessuale” iniziata in quegli anni, all’insegna del “proibito proibire”, come dell’unica rivoluzione davvero riuscita (tragicamente) della modernità.

Sulla rivoluzione sessuale del ’68 e le sue derive nichiliste (persino nella diffusione della droga) vedi il documento qui prodotto.

Sesso e droga liberi sono diventate la bandiera della presunta “libertà” delle nuove generazioni, che mandava improvvisamente al macero quella maschera ipocrita e puritana della buona società inglese (che giungeva a dire “niente sesso, siamo inglesi!”). Fu in realtà una nuova e ben più grave “schiavitù” (del sesso, della droga, del “nulla”, di Satana stesso), da cui non pare siamo ancora usciti, anche se non ha futuro. In molti casi ha mostrato un vero e proprio “delirio”, dai tratti persino satanici.

Ovviamente, e guarda caso proprio a partire dall’Inghilterra, ha avuto un grande ruolo anche la nascita di una nuova musica, che non poteva essere più definita solo “leggera” o di svago, ma diventava anch’essa la “bandiera” idolatrata (fino al delirio) del nuovo mondo!

Il fenomeno dei Beatles, nati a Liverpool nel 1960 e diventati veri e propri idoli (con casi persino di isteria collettiva) non solo in Inghilterra (la regina Elisabetta giunse persino a nominarli “Baronetti”!) ma nel mondo intero, rappresenta una rivoluzione non solo nel mondo della musica, ma nello stesso stile di vita dei giovani (vedi il dilagare della “Beatlemania”, con scene di vera e propria idolatria, fino al delirio e all’isteria collettiva, vedivedivedi), nel costume, nella mentalità, nel comportamento delle nuove generazioni, con tratti di vera “religiosità” deviata, cioè appunto idolatra, con i suoi riti (si pensi a cosa sono diventati i grandi storici concerti di quella musica) e le sue devozioni.
Intanto, se andiamo ad osservare bene i testi di alcune canzoni, al di là talora della bellezza musicale, vi scorgiamo il nichilismo e il vuoto tipico appunto dell’Occidente, persino promosso dalla cultura dominante.
Significativo in questo senso il celeberrimo Imagine di John Lennon (1971), tuttora infatti cantato persino in grandi e addirittura luttuose (persino attentati) occasioni, affascinante ma di fatto è un “inno” ad una globalizzazione appunto nichilistica, vuota e senza alcun ideale, che oggi si sta attuando con inaudita accelerazione! Proviamo a riflettere su questo inno alla globalizzazione nichilista:

Imagine
Imagine there’s no heaven
It’s easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today…
Imagine there’s no countries
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace…
You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will be as one
Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world…
You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one

(traduzione)

Immaginate che non ci sia alcun paradiso.
Se ci provate è facile
Nessun inferno sotto di noi
Sopra di noi solo il cielo
Immaginate tutta la gente
Che vive solo per l’oggi …
Immaginate che non ci siano patrie
Non è difficile farlo
Nulla per cui uccidere o morire
Ed anche alcuna religione
Immaginate tutta la gente
Che vive la vita in pace
Si potrebbe dire che io sia un sognatore.
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi.
E il mondo sarà davvero uno
Immaginate che non ci siano proprietà.
Mi domando se si possa
Nessuna necessità di cupidigia o brama.
Una fratellanza di uomini
Immaginate tutta le gente
Condividere tutto il mondo
Si potrebbe dire che io sia un sognatore.
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi.
E il mondo sarà davvero uno.

Si tratta in fondo di un impressionante inno (massonico) al nuovo “imperialismo”, relativista, sincretista, globalista, buonista, persino esplicitameente nichilista, una vera e propria lode al New World Order venturo (oggi predicato persino da certa dominante Chiesa Cattolica)!
Finalmente la verità è svanita! Tutto è appiattito sul vuoto, sul nulla. L’ultimo ideale è quello di non averne! Dopo le euforie delle ideologie, specie marxiste, che volevano cambiare il mondo (ed a cui un’intera generazione di giovani si prostrò, immolandosi ed immolando fino alla lotta armata, specie appunto in Italia), tutto è terribilmente scivolato dentro un asfissiante ed alienante nichilismo.
 

Verso la soluzione finale!

Intanto il grande potere occulto e dell’economia sapeva bene dove portare l’umanità e con quale scopo! Il potere sempre più invasivo, insieme violento ed avvincente, delle banche … della massoneria. Una deriva nichilista e anarchica che oggi chiama “diritto” ogni capriccio, voglia e pulsione, anche temporanea… e “fobia” chiunque osi ancora parlare di verità, di un significato oggettivo (persino nell’evidenza biologica) e di legge morale!
Pare che ora tutto ciò non si sia affatto concluso – nonostante che quei giovani di allora siano oggi morti o poveri vecchietti stanchi e delusi della vita (anche se pochissimi, che hanno fatto fortuna su questo vuoto, sono diventati miliardari) – ma sia addirittura in accelerazione. 
Come abbiamo osservato già a proposito dell’eugenetica (che ha avuto nel Regno Unito e negli USA un potente motore persino filosofico), oggi il progettato New World OrderThe Great Reset e la promozione di tutto ciò che rallenti le nascite (contraccezione, aborto, ideologia Lgbt+) ed è giunto persino a programmare geneticamente un nuovo tipo di uomo (transumanesimo), tutto ciò che è sospinto e finanziato dai grandi poteri forti (di una ristrettissima oligarchia, anglo-americana, ma in genere di ascendenze ebraiche), sembra tentare il colpo finale e decisivo.


 

Una nota su alcuni grandi pensatori cattolici inglesi

Oltre alla gloriosa schiera dei Cattolici inglesi rimasti eroicamente fedeli, fino al martirio, alla vera fede cristiana e all’autentica Chiesa e liturgia di sempre (ricordati nella I Parte del presente documento), non vogliamo però tralasciare di ricordare, sia pur solo nominandoli, degli esempi particolarmente luminosi di grandi pensatori e scrittori “cattolici” inglesi.

Non possiamo però non citare almeno la figura eroica di un prete cattolico del XIX secolo, padre James Nugent (1822-1905), ad oggi l’unico prete cattolico al quale è dedicata una statua in Inghilterra. Visse a Liverpool, dove fu un pioniere nell’assistenza ai poveri e all’infanzia abbandonata proprio negli anni in cui la città si trovò ad accogliere migliaia di disperati provenienti dall’Irlanda in seguito alla Grande Carestia. Padre Nugent fondò scuole, ricoveri e mense popolari che ancora oggi sono intitolate a lui (a lui e sui suoi metodi di carità e di formazione dei ragazzi si riferisce ad esempio il Nugent Care).

Particolarmente significativa fu la testimonianza di vita e sublimità di pensiero filosofico e teologico di John Henry Newman (Londra, 21.02.1801 – Birmingham, 11.08.1890), oggi “Santo”.
Educato nella Chiesa anglicana, ne divenne sacerdote e ne fu una figura eminente, anche a livello teologico. Nonostante l’opposizione di tutto il suo ambiente umano ed ecclesiale, Newman abbandonò poi la Chiesa Anglicana, comprendendo la verità delle questioni, e si convertì alla Chiesa Cattolica (fu forse decisivo, oltre ovviamente allo studio attendo dell’immenso e bimillenario patrimonio teologico e filosofico della Chiesa Cattolica, un suo viaggio in Italia, a contatto con le genuina fede cattolica allora di tutto il popolo italiano, poco prima dell’assalto anticattolico del cosiddetto Risorgimento). Non essendo necessario ripetere il Battesimo (perché è valido anche quello anglicano, trattandosi comunque di fede cristiana) fu invece nuovamente ordinato sacerdote (essendo invalida, come abbiamo spiegato, la sua ordinazione sacerdotale anglicana, a causa dell’assenza della “successione apostolica” dei vescovi) e aderì alla feconda Società di vita apostolica degli Oratoriani (S. Filippo Neri), tuttora ricca di giovani vocazioni in Inghilterra!
Nonostante il dolore procuratogli dall’avversione degli Anglicani, fu invece un’enorme aiuto “apologetico”, attraverso i suoi straordinari scritti e discorsi, per far comprendere come la vera fede e la vera Chiesa di Cristo sia quella “Cattolica”. In questo senso, oltre che per la sua indubbia capacità (è considerato uno dei più grandi prosatori inglesi), le sue opere e il suo pensiero rimangono importanti e utili per i Cattolici di ogni tempo e luogo e per chiunque voglia scoprire le ragioni della verità (cattolica).
Il Papa Leone XIII lo creò addirittura Cardinale nel 1879. Il Papa Benedetto XVI, che ne conosce in profondità il pensiero e la vita, lo ha “beatificato” proprio a Birmingham il 19.09.2010 (v. sotto). Francesco l’ha canonizzato il 13.10.2019.

Tra gli importanti scrittori cattolici inglesi non possiamo poi non menzionare almeno Gilbert Keith Chesterton (1874-1936; scrittore di centinaia di testi, è soprattutto ricordato per i suoi racconti di Padre Brown; ma sarebbe ingiusto ridurre la sua importanza a quella serie) e John Ronald Reuel Tolkien (1892-1973; il celebre autore, tra l’altro, de Il Signore degli anelli, di squisita profondità anche teologica, sia pur sotto la metafora della fiaba).
 

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Chiesa anglicana: cosa succede ora?

Ora, prima di concludere questo breve dossier sul mondo “inglese” di fatto post-cristiano, torniamo a parlare un poco della cosiddetta Chiesa Anglicana, per sottolineare, sia pur sommariamente, ciò che ora stia succedendo in quella realtà, peraltro con un’incidenza sociale pressoché nulla.
Ufficialmente la Chiesa Anglicana d’Inghilterra conta oggi circa 25 milioni di fedeli ed è la comunità più grande in seno alla cosiddetta “Comunione anglicana”, che nel mondo conta complessivamente circa 85 milioni di fedeli.
[Ricordiamo che nel mondo i Cattolici sono circa 1.400.000.000; mentre i Cristiani, compreso le Chiese Ortodosse e quelle Protestanti, sono circa 2.500.000.000 (l’Islam, seconda religione del mondo, conta invece 1.500.000.000 fedeli, comunque sempre in crescita, specie in riferimento alla loro incremento demografico)].
Secondo un’attuale indagine (2022), anche se nel Regno Unito il 50% della popolazione si dice ancora cristiana (prevalentemente anglicana; i Cattolici sono attorno al 6%), solo il 6% frequenta la liturgia almeno una volta al mese.
Negli ultimi 10 anni sono state chiuse oltre 2000 chiese (da 42.000 a 39.800) e forse altre 368 stanno per chiudere. C’è anche la difficoltà a gestire economicamente le chiese a causa della diminuzione di fedeli e di donatori. Un tracollo senza precedenti!
In compenso, pare crescere nei giovani la fede nell’esistenza di Dio. Nel Regno Unito l’86% dei “credenti” ha meno di 25 anni. (leggi)

Postasi da sempre, come tutte le Chiese Protestanti (ed ora pare persino la Chiesa cattolica!), all’inseguimento del “mondo”, cioè delle ideologie di volta in volta dominanti, in realtà proprio per questo anche la cosiddetta Chiesa anglicana appare invece sempre più incapace di attrarre, soprattutto le nuove generazioni (che sono invece attratti, sia pur in una minoranza qualificata, da un cristianesimo rimasto fedele a se stesso, cioè a Cristo, e alla sua bimillenaria Tradizione).

A parte i Paesi dell’Europa centrale e orientale dove più tenace è la resistenza all’assalto anticristiano dell’Occidente (Polonia, Ungheria, fino alla Russia), anche nei Paesi dell’Europa occidentale si riscontra il miracolo di un ritorno di una qualificata minoranza, anche tra i laici, le giovani famiglie e proprio tra i giovani, persino in molti monasteri rimasti fedeli alla tradizione cristiana (vedi ad esempio in Francia, anche nei monasteri già altrove citati, ad esempio nel 2° capitolo sui monasteri nel dossier sul Medioevo, vedi due video qui e qui). Questa rinascita cristiana, sia pur di una qualificata ma fervorosa minoranza, la si riscontra anche in Inghilterra.

Inoltre, oltre alle questioni teologiche, sopra brevemente descritte, la Chiesa anglicana, essendo legata strettamente alla monarchia inglese (ricordiamo ancora che il Re o la Regina regnante ne è il Capo), conosce anche continue divisioni al proprio interno. Sono infatti nate nella storia nuove Chiese anglicane “nazionali”, che nulla vogliono avere a che fare con i sovrani inglesi! Avevamo già citato la “Free Church” scozzese, anglicana ma indipendente da quella inglese. Nel 1920 s’è separata dalla Chiesa anglicana inglese anche la Chiesa anglicana del Galles (che conta attualmente 6 diocesi).

Ciò che però ha mandato fortemente in crisi molti stessi fedeli anglicani, facendo aprire loro gli occhi sulla falsità dei presupposti e sulle derive nichiliste peraltro fallimentari di quella cosiddetta Chiesa, sono proprio le scelte radicali, nettamente contrarie alla bimillenaria Tradizione cristiana (condivisa persino dalla Chiesa Ortodossa), che hanno attuato i suoi vertici in questi ultimi decenni.
Ponendosi contro la bimillenaria tradizione cristiana (in questo mantenuta anche dalla Chiesa ortodossa) e l’insegnamento stesso di Cristo, come abbiamo già sopra osservato, dal 1992 la Chiesa anglicana ha permesso anche alle donne di diventare sacerdoti (ricordiamo che comunque tutte le Ordinazioni anglicane sono invalide, mancando la “successione apostolica”) e dal 2014 addirittura di diventare vescovi (la prima donna vescovo è stata Libby Lane, vescovo di Stockport, nominata il 17.12.2014 e consacrata il 26.01.2015).
Anche riguardo agli omosessuali, si parla già di ammettere al sacerdozio e persino all’episcopato, anche quelli dichiarati e persino pubblicamente conviventi!
Del resto, quando si equivoca sulla non-discriminazione e se ne fa un principio assoluto, come porre ancora dei limiti? Col tempo, e con le leggi anti-omofobia, ciò potrebbe persino essere perseguibile penalmente!

 

Non tutti i mali vengono per nuocere …
Gli attuali eccessi anglicani e il ritorno di moltissimi alla Chiesa Cattolica

Di fronte a questa deriva nichilista della Chiesa Anglicana, per moltissimi suoi fedeli s’è reso però evidente che la strada della verità era tornare alla Chiesa Cattolica!
Dopo la decisione della Chiesa Anglicana di ammettere le donne al sacerdozio ministeriale, cui si oppose strenuamente, lo stesso arcivescovo anglicano di Londra (Graham Leonard) subito nel 1993 decise di abbandonare la Chiesa anglicana e chiese di tornare nella Chiesa Cattolica. Vi è stato accolto e riordinato sacerdote (non vescovo).
Nel 2010, di fronte alla decisione anglicana di avere pure donne-vescovo, altri 5 vescovi anglicani sono tornati nella Chiesa cattolica.
Nel 2019 (cfr. News 21.12.2019) è tornato alla Chiesa Cattolica un altro vescovo anglicano, Gavin Ashenden, che fu addirittura il Cappellano della Regina (2008-2017) e noto predicatore televisivo in tutta Inghilterra. Lo hanno seguito numerosi sacerdoti e fedeli.
Nel 2021 anche il vescovo anglicano Jonathan Goodall di Ebbsfleet ha abbandonato l’anglicanesimo e si è fatto cattolico. Così ha fatto anche un altro importantissimo vescovo anglicano, Nazir-Ali (figlio di un musulmano convertito, proveniente dal Pakistan, era il più giovane vescovo anglicano e fu persino candidato ad esserne il Primate; riconoscendo la deriva nichilista della Chiesa anglicana e il suo totale cedimento al relativismo della modernità ed al pensiero unico dominante, ha pure dichiarato che «lo scisma della Riforma è ormai esaurito»! (leggi)
Tenendo presente che tali Vescovi, come buoni “pastori”, hanno portato con sé nell’ovile certo e santo della Chiesa Cattolica, gran parte dei propri fedeli e che il fenomeno del ritorno degli Anglicani alla Chiesa Cattolica sta assumendo proporzioni enormi (c’è chi parla di un 30%!), il Papa Benedetto XVI ha pensato bene, già nel 2009, di regolamentare questa fase di santa transizione, mediante la Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus “circa l’istituzione di Ordinariati personali per Anglicani che entrano nella piena comunione con la Chiesa Cattolica (4.11.2009) (vedi).
Stante la validità del Battesimo già ricevuto nella Chiesa Anglicana e verificato il ritorno nella pienezza dell’autentica fede “cattolica”, ad esempio per i sacerdoti e vescovi anglicani che chiedono di ritornare nella Chiesa Cattolica, essendo comunque invalida la loro Ordinazione sacerdotale od episcopale (per l’assenza della “successione apostolica”), se desiderano essere sacerdoti e se preparati, sono “ordinati” di nuovo (in realtà è la prima volta!) sacerdoti. Anche per i sedicenti ex-vescovi anglicani, si procede all’Ordinazione sacerdotale (non a quella episcopale, almeno per il momento). Nel caso, ammesso dalla Chiesa anglicana, che tali sacerdoti e vescovi abbiano contratto Matrimonio (ovviamente con persona dell’altro sesso), è loro concesso di rimanere coniugati (come del resto avviene anche nei Cattolici di rito orientale). Non è invece concessa l’ordinazione sacerdotale a nuovi fedeli che fossero sposati, essendo confermata la dottrina cattolica del sacerdozio concesso solo ai celibi. In altri termini, gli ex- sacerdoti o vescovi anglicani, possono mantenere la propria moglie (secondo criteri di castità matrimoniale soliti o da loro più radicalmente e volontariamente scelti) e continuare ovviamente anche i propri doveri genitoriali, in caso di prole, specie se i figli sono ancora di minorenni.

Tra l’altro si osserva come tali nuove adesioni alla Chiesa Cattolica, che ha un significativo riscontro anche tra i giovani, sono in genere assai fedeli alla pura e bimillenaria tradizione della Chiesa, a livello non solo ovviamente dottrinale, ma anche liturgico (Vetus Ordo)!

Nel solco di questo provvidenziale riavvicinamento dell’Inghilterra alla Chiesa Cattolica, sia pur a livello certamente ancora minoritario, fu anche particolarmente significativo l’enorme successo (per non dire trionfo), che nessuno si aspettava e cha ha colpito persino i “media” inglesi, inizialmente freddi e scettici, del viaggio apostolico che il Papa Benedetto XVI ha compiuto in Inghilterra e Scozia nel 2010 (16-19 settembre) (vedi), da Edimburgo e Glasgow a Londra (dove particolarmente impressionante fu la folla, anche di giovani, che ha partecipato col Papa alla Veglia di preghiera ad Hyde Park! leggi), per concludersi a Birmingham, dove il 19.09.2010 ha appunto “beatificato” il grande Henry Newman (leggi l’omelia).



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Conclusione

A conclusione, nonostante questi ultimi segni di speranza (forse aurora di un mondo che sta per sorgere, dopo il tramonto di quello precedente!), sottolineiamo però l’esito inevitabilmente nichilistico di un percorso di progressivo allontanamento dalla vera fede cristiana di questi ultimi 500 anni dell’Europa occidentale, se non dell’Occidente in genere, e che qui abbiamo messo particolarmente messo a fuoco per l’Inghilterra, a cominciare dalla costituzione violenta della cosiddetta Chiesa anglicana.
Si tratta di un esito, al di là del progresso tecnico ed economico (che peraltro può scoppiare improvvisamente come una bolla di sapone), che non riesce più a nascondere un “vuoto esistenziale” che rende la vita insopportabile, checché si cerchi di coprire questo vuoto con sempre nuove ed evanescenti ideologie, con sempre nuovi e inventati “diritti” (senza “doveri”), con l’impero di una sessualità senza senso e davvero impazzita (una vera schiavitù), se non espressamente con droghe o volute alienazioni … il tutto per non pensare e chiedersi il senso della vita.

Potremmo osservare: da “padroni del mondo” a “schiavi di Satana”!
In fondo è l’esito del suo perenne inganno, dal “peccato originale” in poi!

Però, anche proprio per questo, rinasce sia pur in una minoranza (cui saranno però affidate da Dio le redini del futuro), una scoperta ancor più profonda della bellezza dell’autentica fede cristiana, cioè di Cristo stesso!

In questo “rientrare (finalmente) in se stessi” e sentire la nostalgia della “casa del Padre” – speriamo con il proposito sincero di ritornarvi effettivamente e sperimentare la Sua “vera” misericordia, unica autentica e reale speranza – non può non venire in mente la parabola evangelica del “figliuol prodigo” (o del “Padre misericordioso”; v. Lc 15,11-32).

Intanto, abbiamo già abbondantemente sperimentato il fallimento della folle pretesa di essere “autonomi” dal Padre; e di ritrovati alla fine sotto sempre nuovi padroni, a “pascolare porci” e a desiderare inutilmente di saziarci almeno con le “carrube”!