[News del 29/3/2023]

Quale Chiesa? Sesta Parte


A conclusione di questo panorama, analitico ma pur sempre sintetico, sull’attuale stato della Chiesa Cattolica, ci soffermiamo ancora un poco, a mo’ di Appendice, su una brevissima analisi di semplici dati statistici (di cui più volte ci siamo occupati nelle News del presente sito), che descrivono, sia pur nell’aridità ma inconfutabilità dei numeri, il quadro attuale di alcune Chiese cattoliche dell’Europa centro-occidentale.
Se è vero che la verità non dipende dal consenso, rimane pur vero che “un albero si riconosce dai frutti” (cfr. Mt 7,13-20); se poi è tempo che non dà frutti, allora la causa è certamente più profonda … e il padrone del terreno potrebbe perfino stancarsi e decidere di tagliarlo (cfr. Lc 13,6-9)!



Uno “spettro” si aggira per l’Europa: la Chiesa!

Come sappiamo, con questa celebre espressione – “Uno spettro si aggira per l’Europa” – Marx ed Engels iniziavano il loro famoso “Manifesto del Partito Comunista”, pubblicato a Londra nel 1848. Tale spettro, visto come minaccia o speranza (a seconda delle diverse posizioni culturali e politiche), era infatti il “comunismo”, quell’ideologia atea che avrebbe prodotto nel 1917 la rivoluzione bolscevica russa, per poi essere esportata in gran parte del mondo, provocando almeno 100 milioni di morti (vedi)!

Con un po’ di cinismo si potrebbe affermare che tale “spettro”, nel senso però più proprio di “fantasma” di uno che non è più tra i viventi, è oggi, specie in Europa occidentale, la Chiesa Cattolica!

Abbiamo osservato come cinque secoli fa la Cristianità, che per mille anni aveva caratterizzato il “luminoso” Medioevo (vedi) e che sta alla base della stessa civiltà e identità europea, fu già dilaniata dalla cosiddetta Riforma protestante (vedi) e da quella anglicana (vedi), ma anche da un vasto movimento culturale (modernità, vedi) che se già con l’Illuminismo siglò ufficialmente l’apostasia culturale dalla fede cristiana, con la Rivoluzione francese passò dai libri alla ghigliottina (vedi) e giunse appunto nel 1917 alla prima rivoluzione “atea” della storia dell’umanità (vedi).
Abbiamo però pure sottolineato come tale diabolico attacco alla fede cristiana cattolica, se già a livello culturale (nelle scuole, nella stampa, poi nei media) ha costituito un’insidia contro la fede più pericolosa delle rivoluzioni fatte coi fucili, il più letale pericolo contro la fede e la Chiesa cattolica fu, già sul finire del XIX secolo, l’infiltrazione di certi poteri e di certa cultura all’interno stesso della Chiesa, come denunciò con lucidità e con forza S. Pio X (il “modernismo” vedi).

In fondo, quello che negli ultimi 60 anni è esploso nella Chiesa cattolica, e che oggi è trionfante (e intollerante di qualsiasi critica), a ben vedere non è che l’evidenziarsi di questo processo, che ad uno sguardo più soprannaturale, non è difficile riconoscere appunto come “diabolico”, nel senso proprio di ciò che emerge dall’Apocalisse (cfr. Ap 1213), unico libro profetico del N.T. e ultimo libro della Bibbia.

Se già nei primi tempi del post-Concilio – che vide i seminari e noviziati svuotarsi, decine di migliaia di preti abbandonare il sacerdozio, il tracollo dell’associazionismo cattolico (o reso “residuo” e in genere omologato alle stesse nuove ideologie e con gli stessi pregiudizi anticlericali) e il mondo giovanile fuggire in massa dalla Chiesa, preda delle ideologie atee e perfino della “rivoluzione sessuale (vedi) – lo stesso Paolo VI parlava di un “gelido inverno” calato sulla Chiesa al posto dell’attesa “primavera dello spirito” e della annunciata “nuova Pentecoste” (vedi) … oggi il quadro è immensamente più desolato.

L’Europa occidentale in pochi decenni (anche quest’ultimo!) ha totalmente cambiato fisionomia e della Chiesa – tranne un “piccolo resto” assai fervoroso e promettente (e tra l’altro appartenente in genere al “mondo della tradizione”, anche a livello giovanile vedi) – non è rimasto appunto quasi che un “fantasma”, peraltro assediato sia dal laicismo dispotico che dall’intolleranza musulmana. E tutto ciò ovviamente nel contemporaneo moltiplicarsi di organismi e discorsi ecclesiali!

Si potrebbe laconicamente pensare che, laddove non riuscisse a far rinsavire la retta dottrina (verità), dovrebbero almeno convincere i numeri! Appunto, dai frutti si riconosce l’albero! E invece, nonostante ciò, l’orientamento è immutabile (proprio da parte di chi inorridisce per l’immobilismo!), ostinato, pervicace e persino in grado di censurare le gemme e persino tagliare i germogli che l’albero fa comunque vedere (se non sono consoni al progetto pastorale deciso a tavolino e imposto magari per via sinodale)!



Recenti tragiche analisi di “insospettabili” autori

Se qualcuno pensasse che la visione di questo desolante quadro emerga dai soliti “tradizionalisti” conservatori, nostalgici del passato e incapaci di aprirsi al nuovo, ecco due recenti libri di “insospettabili” autori, che presentano in merito un’analisi spietata: Andrea Riccardi e Diego Fusaro.

Il prof. Andrea Riccardi, fondatore e tuttora guida della potente “Comunità di S. Egidio” – da cui emergono pure cardinali e vescovi assai vicini a Bergoglio: il card. Zuppi (Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI; … che ci ha recentemente invitati alla “conversione ecologica”!); e il Vescovo Vincenzo Paglia (di cui abbiamo già parlato, Presidente della Pontificia Accademia della vita e Gran Cancelliere del rivoluzionato Istituto Giovanni Paolo II per la famiglia; … che ha recentemente lodato la legge 194) – non può essere catalogato certo tra i tradizionalisti o tra coloro che si oppongono alle nuove vie della Chiesa “in uscita”. Ebbene, due anni fa (2021) ha pubblicato un’analisi sullo stato attuale della Chiesa Cattolica che già nel titolo rivela tutta la drammaticità del quadro generale contemporaneo!

Andrea Riccardi, La Chiesa brucia. Crisi e futuro del cristianesimo, Laterza 2021 (vedi vedi)

Diego Fusaro è un’ancor giovane ma acuto e affermato filosofo italiano, non credente e di stampo hegeliano-marxista. Nel suo ultimo libro (2023), pur da una prospettiva dunque esterna alla Chiesa, legge lucidamente l’attuale momento che essa sta vivendo come il suo tragico epilogo (un cristianesimo “evaporato”!), catturata ormai completamente (con Bergoglio) nei gangli relativisti e nichilisti dell’imperialismo occidentale dei mercati, priva di ogni spiritualità e trascendenza, mentre Benedetto XVI (di cui non crede, come molti altri, alla validità della Rinuncia del 2013) rappresentava l’ultimo baluardo di sofferta resistenza (katéchon) a tale imperialismo relativista e anticristiano dell’Occidente e per questo fu costretto a ritirarsi in “Sede impedita”!
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Diego Fusaro, La fine del cristianesimo (La morte di Dio al tempo del mercato globale e di papa Francesco), Piemme 2023 (vedi) [tra l’altro, alle pp. 154 e 379 (e note 246 e 572) cita il mio Oltre il Nulla: Nietzsche, nichilismo e cristianesimo (vedi in Archivio)]

Inoltre, tra gli stessi Porporati, potremmo citare due recentissimi interventi di denuncia dell’attuale tragica situazione: quella del card. Müller e quella (postuma) del card. Pell.

Il card. Gerhard Ludwig Müller fu chiamato da Benedetto XVI come Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (mentre Francesco l’ha subitamente rimosso, come racconta il Presule stesso nel primo libro citato, senza troppi giri di parole). Il quadro ecclesiale che emerge dalla sua analisi poco drammatico. (leggi)

Gerhard Müller (con F. Giansoldati), In buona fede (La religione nel XXI sec.), Solferino 2023 (vedi)
Gerhard Müller, Il Papa. Ministero e missione, Cantagalli 2023 (vedi)

Infine, il cardinale australiano George Pell, morto repentinamente il 10.01.2023, uno tra i primi collaboratori di Francesco (tornato ad esserlo dopo il Calvario della falsa denuncia e 400 giorni di carcere duro in Australia), in un suo intervento, stampato postumo ma di indubbia attendibilità, ha definito questi ultimi 10 anni (compreso il pontificato di Francesco e il Sinodo in preparazione) “un disastro” e una “catastrofe” (vedi vedi vedi vedi).





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Quale Europa?

Giovanni Paolo II, nella sua Esortazione Apostolica post-sinodale sulla Chiesa in Europa (Ecclesia in Europa, 28.06.2003*), già 20 anni fa parlò di “apostasia silenziosa” dell’Europa e di crescita al suo interno di forme preoccupanti della “cultura della morte”.

Caddero nel vuoto anche i suoi autorevoli e ripetuti inviti a non trascurare, nella stesura della nuova Costituzione Europea, la menzione delle radici cristiane del continente (contenuto del resto impossibile da misconoscere, anche dal punto di vista storico e culturale! vedi il dossier sul Medioevo). Tali radici furono invece totalmente censurate! Di fronte a tale ideologico diniego il Pontefice giunse ad affermare, tra l’ironico e lo sconsolato: “Intanto ci sono!”

Ironia della storia, ma anche della Provvidenza, è che la firma del Trattato che adottò la nuova Costituzione europea fu apposta dai Capi di Stato o di governo dei 25 Paesi membri il 29.10.2004 a Roma, nella sala degli Orazi e Curiazi del Palazzo dei Conservatori (appositamente la stessa dove il 25.03.1957 furono firmati dai primi 6 Paesi i Trattati che avrebbero costituito il primo germe della futura Unione Europea), ai piedi della maestosa statua bronzea di Papa Innocenzo X (foto dell’evento).

Del resto già quando furono coniate le monete e le banconote dell’euro ci si guardò bene da apporre qualsiasi riferimento cristiano (ed è arduo nella cultura europea riuscire a farlo senza riferirsi ad alcun oggetto artistico o simbolo cristiano)!

Un altro segno della Provvidenza riguarda la bandiera europea
Era stato espressamente detto che la bandiera europea non dovesse contenere simboli cristiani (mentre ad esempio le Croci sono invece presenti nella bandiera inglese come nelle bandiere dei 4 Paesi scandinavi)!
Nel 1955, dopo un concorso e a giudizio di un apposito comitato, che ricevette 101 progetti, fu scelta l’attuale bandiera, costituita com’è noto da un cerchio di 12 stelle dorate su uno sfondo blu. A idearla fu Arsène Heitz. Si disse che il cerchio è simbolo di unità e il numero delle stelle rappresentano anch’esse gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli (non dipende dal numero dei paesi membri o fondatori dell’UE come si potrebbe pensare) e lo sfondo blu rappresenta il cielo sopra l’Europa.
Invece nel 1987 l’autore Arsène Heitz rivelò finalmente che la spiegazione era nel libro dell’Apocalisse (Ap 12,1): “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”; e anche lo sfondo blu della bandiera europea sarebbe il tradizionale colore mariano.
Inoltre l’introduzione ufficiale della bandiera europea avvenne proprio l’8.12.1955, cioè nella solennità dell’Immacolata!

* Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica post-sinodale sulla Chiesa in Europa Ecclesia in Europa (28.06.2003), n. 9:

“Alla radice dello smarrimento della speranza sta il tentativo di far prevalere un’antropologia senza Dio e senza Cristo. Questo tipo di pensiero ha portato a considerare l’uomo come «il centro assoluto della realtà, facendogli così artificiosamente occupare il posto di Dio e dimenticando che non è l’uomo che fa Dio ma Dio che fa l’uomo. L’aver dimenticato Dio ha portato ad abbandonare l’uomo», per cui « non c’è da stupirsi se in questo contesto si è aperto un vastissimo spazio per il libero sviluppo del nichilismo in campo filosofico, del relativismo in campo gnoseologico e morale, del pragmatismo e finanche dell’edonismo cinico nella configurazione della vita quotidiana». La cultura europea dà l’impressione di una «apostasia silenziosa» da parte dell’uomo sazio che vive come se Dio non esistesse.
In tale orizzonte, prendono corpo i tentativi, anche ultimamente ricorrenti, di presentare la cultura europea a prescindere dall’apporto del cristianesimo che ha segnato il suo sviluppo storico e la sua diffusione universale. Siamo di fronte all’emergere di una nuova cultura, in larga parte influenzata dai mass media, dalle caratteristiche e dai contenuti spesso in contrasto con il Vangelo e con la dignità della persona umana. Di tale cultura fa parte anche un sempre più diffuso agnosticismo religioso, connesso con un più profondo relativismo morale e giuridico, che affonda le sue radici nello smarrimento della verità dell’uomo come fondamento dei diritti inalienabili di ciascuno. I segni del venir meno della speranza talvolta si manifestano attraverso forme preoccupanti di ciò che si può chiamare una «cultura di morte».

Assai diverso il rilievo anche pubblico della fede in Paesi come la Polonia, di millenaria e consolidata fede cattolica, o in Ungheria, dove la Chiesa è rinata dopo l’inverno dell’occupazione comunista. Però non a caso sono due Paesi oggetto di pesante discriminazione da parte della UE, di cui fanno parte e che contribuiscono anche economicamente a mantenere, a motivo proprio della loro identità cristiana e non adeguamento alle nuove ideologie della modernità, rese obbligatorie dai “palazzi” di Bruxelles!

Purtroppo invece anche le gloriose identità e tradizioni cattoliche di Paesi come la Spagna e l’Irlanda sono ultimamente state travolte dalle ideologie anticristiane e riscontrano, tranne che in determinati ambiti geografici o culturali, un tracollo dell’identità cattolica.

Rimangono però in Occidente piccoli ma assai promettenti gruppi, realtà e monasteri cattolici, peraltro in genere assai legati alla Tradizione (vedi).


Mentre nell’Europa orientale, dopo il gelo dei 70 anni della terribile persecuzione comunista atea, si assiste ad un grande rifiorire della fede cristiana (in genere ortodossa).

Nel presente documento non siamo entrati nel tema della nuova “primavera spirituale” che è invece in atto nei Paesi dell’Est-Europa che costituivano l’Unione Sovietica, in primis la stessa Russia! Dopo 70 anni di ateismo imposto dall’ideologia marxista e dal potere comunista, in Russia negli ultimi 15 anni sono state riaperte circa 20.000 chiese (ortodosse) e i sacerdoti sono passati negli ultimi 20 anni da 17.500 a 35.000, cioè si sono raddoppiati!

Non entriamo qui ovviamente nella questione drammatica dell’attuale scontro bellico in atto e con gravi prospettive. Ovviamente è sempre la povera gente che ci rimette e soffre! Con tutta evidenza, non si tratta però semplicemente dell’indignazione per un Paese (Ucraina) ora aggredito dalla Russia.

L’indignazione, sempre pilotata a senso unico dal potere mediatico e secondo il “manicheismo” tipico della propaganda bellica, diventa pretesto politico per ben altri scopi! Basterebbe pensare a situazioni analoghe in corso nel mondo, su cui è steso invece un grande silenzio (v. Yemen, Somalia) o certe invasioni perpetrate dalle potenze occidentali negli ultimi decenni in Iraq e Afghanistan e in Africa settentrionale (Libia) o la tragica situazione della Siria. Basterebbe pure pensare, per venire più vicino a noi, cosa sia successo negli anni ’90 nei Balcani (con tanto di intervento armato della NATO) o quanto successe nel 1974, quando addirittura un Paese NATO (Turchia) invase (e tuttora occupa!) un altro Paese NATO (Cipro), ora persino parte della UE! E tutto tace; anzi molti parteggiavano per un ingresso della Turchia nella UE! (vedi e vedi)

C’è chi sottolinea, anche tra valenti intellettuali e seri analisti, che lo scontro – oltre alla nuova geopolitica mondiale, che vede opporsi lo schieramento USA/NATO/UE e Russia/Cina! – sia anche e persino prevalentemente “culturale”. Si tratta del tentativo dei grandi poteri occidentali di imporre le loro ideologie anti-cristiche (persino un Reset mondiale e addirittura prospettando il “transumanesimo”), al fine di instaurare un New World Order. Però, inaspettatamente, tale progetto dell’Occidente s’è trovato ora a far fronte ad una resistenza culturale, tornata potente anche dal punto di vista economico e soprattutto militare, un “altro mondo” che non vuole rinunciare alla propria identità e storia (che, per quel che riguarda la Russia, è anche identità religiosa: la fede cristiana ortodossa).

[Sullo scontro che è culturale prima che bellico, v. gli autorevoli interventi di Stefano Caprio su AsiaNews del 30.07.2022 (leggi) e 20.08.2022 (leggi)]

[Nel sito vedi pure un documento su “strani confini”; vedi documento sul panorama geopolitico; vedi documento sulle democrazie occidentali], vedi News 2.10.2022]



Nella Prima Parte del presente documento avevamo poi già parlato pure dello spaventoso analfabetismo religioso, persino delle basi stesse della fede cristiana cattolica, drammaticamente presente tra gli stessi Cattolici, addirittura in quelli che si considerano ecclesialmente impegnati!
Nonostante la cultura media negli ultimi 60 anni si sia accresciuta, se non altro a livello scolastico e per accesso alle Università, rimane sconvolgente non solo l’ignoranza religiosa ma i concomitanti pregiudizi (anche storici e culturali) contro la Chiesa, imposti sia a livello di cultura scolastica che di comunicazione mediatica. Gli stessi Cattolici da decenni conoscono della Chiesa più quello che passa la televisione che quello che realmente accade! E tutto ciò abbandona le nuove generazioni in un desolante e opprimente “deserto spirituale”; mentre a loro, anche giustamente, non interessa assolutamente nulla delle logorroiche discussioni ecclesiali!

Per questo tutto il lungo (27 anni) pontificato di Giovanni Paolo II fu mosso soprattutto dall’esigenza della “nuova evangelizzazione”, di cui ha particolarmente bisogno proprio l’Europa.

Il continuo richiamo di Giovanni Paolo II, come poi di Benedetto XVI, a porre in atto con urgenza una “nuova evangelizzazione”, non intendeva per nulla il termine “nuova” nel senso di una “diversità”, come si tende a fare oggi!, ma proprio nel senso della necessità di riprendere il cammino da capo, come quando avvenne la “prima evangelizzazione” che fondò l’Europa (vedi dossier sul Medioevo).

“Dobbiamo ricominciare da capo!”, disse con molta amarezza ma anche speranza il cardinale C. Cafarra poco prima di morire (forse di crepacuore, come già ricordato)!





La Chiesa Cattolica europea nel mondo
Secondo un recente (2019) dato statistico ufficiale, tra i 5 continenti solo l’Europa registra un calo dei Cattolici (- 292.000 in un anno), il più grave calo di sacerdoti al mondo (- 2.608 in un anno) e il tracollo del numero di Seminaristi.

Dati statistici sui sacerdoti
Dall’Annuario Statistico della Chiesa Cattolica (2018) risulta che i sacerdoti cattolici (diocesani e religiosi) sono nel mondo 414.065. Visto che nel 2013 erano 415.348, risulta che in 5 anni siano diminuiti dello 0,3% [con un calo più vistoso (-2%) per i sacerdoti degli ordini religiosi].
Scendendo nello specifico dei 5 continenti, possiamo osservare che nell’arco di 5 anni (2013-2018) i sacerdoti sono aumentati di numero specialmente in Asia (+14,3%) e in Africa (+11%) (insieme contano ormai già 1/4 del totale mondiale dei sacerdoti), sono stazionari nelle Americhe (sono il 30% del totale mondiale), in leggero calo in Oceania (-1,1%), ma in picchiata in Europa (-7% in 5 anni; passando dal 44,3% al 41,3% del totale mondiale). Particolarmente grave in Europa, data l’alta età media dei sacerdoti, è il rapporto tra Ordinazioni e decessi: a fronte di 23.365 sacerdoti deceduti le Ordinazioni sacerdotali sono state solo 8.000, quindi l’Europa ha perso in 5 anni 15.000 sacerdoti.
Un ultimo dato, assai triste, sono poi gli abbandoni del ministero sacerdotale, che in 5 anni (2013-2018) sono stati 6.000, di cui l’81% in America e in Europa.
Come si può osservare, contrariamene alla propaganda mediatica, l’attuale Pontificato non ha segnato assolutamente un ritorno alla Chiesa ed una crescita di essa, ma, con un po’ di cinismo e soprattutto per quel che riguarda l’Europa occidentale, si potrebbe dire che è proprio una Chiesa “in uscita” … e senza ritorno!
 

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Mettiamo ora un poco a fuoco
la situazione ecclesiale di alcuni Paesi
dell’Europa centro-occidentale

che vorrebbero fare (e fanno) da mainstream nella Chiesa universale!




Germania


Non solo la Riforma protestante del XVI sec., ma il grande mondo della cultura sostanzialmente anticristiana dei secoli successivi, fino all’esplosione del più agguerrito ateismo (Feuerbach, Marx, Nietzsche) nel XIX secolo e all’ideologia/potere nazista del XX secolo (che ha scatenato la II Guerra Mondiale, da cui peraltro il Paese uscì totalmente distrutto), sono fenomeni di eccezionale portata storica nati tutti in Germania!
Gli Inglesi (gli Anglicani, vedi) avevano di ben godersi il beato isolamento del loro potente impero commerciale, esteso sui 5 continenti; così come i Francesi potevano vantarsi di essere stati culla della laïcité dello Stato moderno (vedi); ma il pensiero che di fatto ha più inciso sul panorama non solo culturale ma politico e persino teologico* contemporaneo trova la propria matrice soprattutto in  Germania.

* Ricordiamo come il teologo Karl Rahner, già alle soglie della scomunica per le sue eresie, al Concilio Vaticano II divenne invece il maître à penser delle correnti più progressiste e poi vincenti dei Padri conciliari. Mentre il grande teologo svizzero Hans Urs von Balthasar  (che riuscì ad attrarre nel suo pensiero anche il teologo Joseph Ratzinger e svincolarlo dal legame con Rahner) fu censurato dal Concilio e sostanzialmente isolato (Giovanni Paolo II lo creò cardinale nel 1988, ma morì due giorni prima di ricevere la berretta cardinalizia); ma potremmo citare anche teologi che per decenni andarono per la maggiore, pur essendo eterodossi, come Hans Küng.

La povera Italia, patria del cattolicesimo mondiale, madre della scienza e dell’arte, col Risorgimento (vedi) fu invece spinta ai margini del mondo che conta, guardata con ironica sufficienza (lo si vede tuttora) dal potere di questa nuova Europa, che ha volutamente reciso e persino censurato storicamente le proprie radici cristiane!

Dovremmo forse tener presente anche questo, quando sentiamo parlare di teologi e vescovi tedeschi, quando osserviamo la loro pretesa di essere ‘leadership’ d’avanguardia della Chiesa, quando vediamo sempre nuove eruzioni del vulcano storico dello spirito “antiromano” che minaccia scismi ad ogni incrocio, dove la loro strada è sempre il progresso e l’altra è regresso e bieco conservatorismo.

Certo lo Spirito Santo ha voluto che, dopo il lungo pontificato di un Papa proveniente dall’eroica e cattolicissima Polonia, proprio dalla Germania venisse il suo fedele primo collaboratore e sapientissimo Successore, Benedetto XVI. E se non è difficile cogliere nel suo magistero tutta la sapienza ed acribia di ragionamento non solo personale ma di quella cultura, altrettanto è stato drammaticamente chiaro che proprio dal quel mondo mitteleuropeo venisse gran parte della palese contestazione al suo pontificato.
Persino le richieste, dal sapore più ideologico che teologico e spirituale, provenienti ora da quell’interminabile e assai problematico “Sinodo tedesco”, tra silenzi complici se non compiaciuti ammiccamenti vaticani (della serie “vai avanti tu, che poi arriviamo anche noi”; oppure più elegantemente secondo la comprovata dialettica storica di tipo hegeliano, ora imperante nella Chiesa), risentono prepotentemente di questo storico spirito d’avanguardia e ancora sostanzialmente “antiromano”.


Una Chiesa ricca
Che la Germania sia tornata economicamente ricca e potente (anche dopo la riunificazione del 1990) non è difficile scorgerlo, anche se poi ciò non è sempre davvero riscontrabile a livello di reale tenore di vita popolare. Non è neppure difficile comprendere il suo ruolo leader nella UE, così da dettar legge all’economia di tutti i Paesi-membro, fino a far implodere ed assorbire Paesi come la Grecia, mantenere il proprio dominio economico sui Paesi della ex-Jugoslavia e sull’intera area balcanica, per non parlare anche dell’Italia (basterebbe pensare all’attuale parco-auto italiano); e certo spingere pure gli Inglesi, che non vogliono essere secondi a nessuno, ad andarsene (Brexit).  
 
Anche la Chiesa Cattolica risente di tale ricchezza, non tanto per donazioni di singoli fedeli ad essa grati e riconoscenti, ma secondo un sistema statale (analogo ma diverso rispetto al sistema italiano dell’8/%o) secondo cui il cittadino che si dichiara “cattolico” ha una apposita tassa (“Kirchensteuer”), che dallo Stato viene poi devoluta alla Chiesa Cattolica tedesca.
Attualmente tale sistema permette alla Chiesa tedesca di ricevere introiti per circa 4-5 miliardi di euro annui. Ovviamente, se tale sistema consente oggi di godere di un’ampia disponibilità di denaro, non assicura però ai Vescovi tedeschi (tale discorso vale anche per il sistema italiano!) di poter godere di sogni tranquilli anche per il futuro, anzi, potrebbe essere un cappio che progressivamente si stringe fino a strozzare e lasciare la Chiesa in bancarotta!
Infatti, da fonti ufficiali della stessa Conferenza Episcopale Tedesca, si profila un quadro assai poco rassicurante (e se non muta l’attuale trend si paventa un futuro persino fallimentare). Cresce infatti ogni anno il numero di coloro che ufficialmente e fiscalmente dichiarano di abbandonare la Chiesa Cattolica (e quindi di non voler pagare la “Kirchensteuer”): 216.000 nel 2018, 273.000 nel 2019, 222.000 nel 2020 e addirittura 360.000 nel 2021 (ultimo dato disponibile)
A questo punti i Vescovi tedeschi, allarmatisi, hanno persino minacciato la scomunica per tutti questi emigranti fiscali dalla Chiesa Cattolica (non certo per i gravissimi problemi dottrinali e abusi liturgici che i Cattolici tedeschi presentano in modo sempre più vistoso, fino a balenare lo scisma, o all’organizzazione di una data, nel 2021, per benedire in tutto il Paese delle unioni omosessuali all’altare)! No, c’è la scomunica per chi non paga le tasse per la Chiesa!

Comunque finora la Chiesa cattolica tedesca può permettersi – per mantenere e organizzare gli elefantiaci uffici di Curia e pastorali delle sue 27 Diocesi – di avere nientemeno che 800.000 dipendentiregolarmente stipendiati, così da essere nella pur potentissima Germania il 2° datore di lavoro dopo lo Stato!
È in tal senso significativo ma anche inquietante un recente provvedimento dei Vescovi tedeschi in merito a tali dipendenti: il Grundordnung des kirchlichen Dienstes del 22.11.2022 (votato dai 2/3 dei Vescovi presenti alla plenaria). Secondo tale nuova disposizione, per eliminare ogni discriminazione (anche sessuale!) tra i propri “dipendenti”, non verrà più richiesta ad essi un’appartenenza alla fede cattolica ed a una moralità cristiana (anche nelle scelte sessuali)! (leggi
Si tenga presente che tale “personale” risulta spesso come “organico” della vita pastorale, vota decisioni in incontri cattolici e può avere voce in capitolo anche nei Sinodi!

Di fronte a questi dati e anche all’ultima decisione dei vescovi tedeschi sopra menzionata, risulta ancor più chiara e profetica la già citata conferenza tenuta dal Card. Joseph Ratzinger (Prefetto per la Congregazione per la Dottrina della fede) nel 1990 al Meeting di Rimini (vedi, si ascoltino specialmente i minuti 33’/36’, comunque così in parte traslitterati):

“Oggi molti pensano che una persona sia più cristiana in quanto più impegnata in attività  ecclesiali (darsi da fare, qualche impegno nella Chiesa, parlare della Chiesa, fare qualcosa nella Chiesa). Può capitare che una persona sia ininterrottamente impegnata in attività associazionistiche o ecclesiali, in uno dei tanti comitati … e non sia affatto un cristiano!
Può capitare invece che uno non sia in nessun organigramma pastorale, che non sia aggiornato in politica ecclesiastica, che non prenda parte a Sinodi o non voti in essi, ma segua la Parola di Dio e i Sacramenti con fede e amore … e sia invece un vero cristiano!”

Una conseguenza, positiva ma allo stesso tempo pericolosa, di tale ricchezza consiste nel fatto che la Chiesa tedesca può anche fornire non pochi aiuti economici ad altre Chiese, specie dell’Africa e dell’America latina; ma in questo modo può anche incidere non poco sulle linee teologiche e pastorali di tali Chiese.

Si potrebbe infatti osservare che anche il famoso Sinodo per l’Amazzonia (7-26.10.2019) – chissà poi quanti abitanti di quelle immense foreste sono venuti a conoscenza di tale Sinodo? – oltre che essere celebrato non in quella terra ma a Roma (fino ad inscenare veri culti pagani in Vaticano vedi) godeva di una neanche troppo velata regia teutonica (guarda caso con rivendicazioni dello stesso tipo del Sinodo tedesco, specie riguardo al celibato del clero)!



Uffici pieni, interminabili incontri (e Sinodi) … e chiese vuote!

Prima di analizzare qualche piccolo dato statistico, che delinea un quadro realistico e desolante della Chiesa tedesca, e senza entrare nel merito del lungo percorso del Sinodo della Chiesa tedesca, che da tempo fa continuamente parlare di sé, tra corse in avanti (verso una mai sazia modernità) e minacce di scisma, ricordiamo appunto che le 27 diocesi tedesche, con 800.000 dipendenti, sono quasi tutte impegnate nella folle corsa, non nella via della santità (cfr. 1Cor 9,24-27; Fil 3,7-14; 1Pt 1,3-9), ma all’inseguimento del mondo, fino ad assumere e benedire anche i più irrazionali miti della modernità (vedi), chiamati ovviamente “diritti” e all’insegna di ogni “inclusione” possibile, secondo i canoni di un’agenda del grande potere economico occidentale neppure più velata.
Peccato che dietro a questi ansimanti corridori all’inseguimento della modernità, delle novità del relativismo e nichilismo più spietati, se si escludono appunto le corti di numerosissimi impiegati lautamente pagati dalla Curie diocesane, non c’è nessuno, il tanto osannato “popolo” non c’è, s’è perso come “pecore senza pastore” e non c’è nessuno o quasi che senta compassione per loro (cfr. Mc 6,34). I pastori-corridori sono troppo impegnati nel perseguire i sempre nuovi programmi e obiettivi pastorali, che si sono scordati di guardare indietro e neppure si sono accorti che dietro a loro non c’era più nessuno!
Se la smettessero di parlare di Sinodi, di donne all’altare (mentre nessuno vuole più farsi prete), di pseudo matrimoni omosessuali (quando ormai più nessuno vuole sposarsi), di preti sposati (quando i pastori protestanti sposati sono in picchiata più dei preti cattolici) e guardassero non dentro i loro uffici di Curia (carichi di dipendenti stipendiati) ma dentro le loro chiese … allora forse un sussulto di coscienza, se non è totalmente annebbiata dalle nuove ideologie, potrebbe ancora provocare un umile ma urgentissimo esame di coscienza. Ma, come tutte le ideologie, anche quelle “pastorali”, se sono smentite dalla realtà, non sono loro che sbagliano ma è la realtà a sbagliare e ad essere retrograda! 

Intanto in Germania già siamo alla benedizione dello pseudo matrimonio omosessuale cattolico (effettuato ad esempio insieme e platealmente da molti preti il 10.05.2021, vedi vedi, sfidando il Vaticano e senza alcun conseguente provvedimento disciplinare nei loro confronti) e alle donne pseudo-diacono. Forse è la coesistenza coi luterani che li spinge così ossessivamente ad inseguire sempre le ultime rivendicazioni della modernità nichilista; però potrebbero anche accorgersi che in questo continuo inseguimento del mondo i Protestanti si ritrovano con risultati peggiori dei Cattolici (come seguito di popolo, di giovani e pure come numero di vocazioni, nonostante i pastori “sposati”).



Qualche numero …
In Germania, su 84 milioni di abitanti, i Cristiani sono 44,5 milioni, di cui 23 milioni Cattolici e 21,5 milioni Protestanti.
Il Cristiani diminuiscono in modo vertiginoso! In alcune zone sono già solo l’8% della popolazione.
I Cattolici praticanti sono meno del 10% (nel 2021 per la prima volta siamo scesi sotto la soglia del milione di fedeli presenti alla Messa: 923.000)

Se ai citati 360.000 (359.338) Cattolici che nella Dichiarazione fiscale del 2021 hanno dichiarato di non essere più Cattolici (138.000 in più rispetto al 2020) si aggiungono i Cattolici defunti (assolutamente non rimpiazzati dai nuovi Battesimi, dimezzati rispetto al passato), possiamo dire che la Chiesa tedesca nel corso del solo 2021 ha perduto 550.000 fedeli! (leggi)

Il calo è ancora più vistoso tra i Protestanti, talora vicini al tracollo. In neppure 30 anni hanno perso 8 milioni di fedeli! Nel 2021 hanno ufficialmente abbandonato le Chiese Protestanti 270.000 fedeli (calo del 22%: una fuga in massa!). Il mondo giovanile è pressocché assente, anche tra i Protestanti.
Anche il numero dei “pastori” (uomini o donne, in genere sposati) è in picchiata.

Questi numeri, se non bastassero le gravi questioni dottrinali (eresie), dovrebbero far comprendere che tutto questo lodato “ecumenismo” coi Protestanti, questa Chiesa Cattolica oggi all’inseguimento della loro Riforma, e, insieme a loro, alla rincorsa della modernità e persino delle nuove ideologie anti-cristiche dell’Occidente, dovrebbero far almeno pensare che tale corsa non è verso una nuova Pentecoste, ma verso l’estinzione della Chiesa (con danno eterno delle anime)!
Se poi qualcuno si ostinasse ancora a ritenere che il calo e le crisi delle vocazioni sacerdotali siano dovute alla questione del “celibato”, consideri appunto che la crisi dei “pastori”, pur con moglie e figli, è ancora maggiore rispetto ai sacerdoti cattolici!

Cosa deve ancora accadere per convincersi che la questione è la fede?!


Continua invece a crescere la presenza dei musulmani, che hanno già superato i 4 milioni  [si veda in proposito la diretta sponsorizzazione da parte della Turchia (cfr. Flash-News 24.10.2021, 5.12.2019, 5.03.2019, 2.10.2018)]


Mancando i fedeli anche le chiese sono costrette a chiudere!
Il 50% delle chiese sarà prossimamente in vendita!
Basterebbe questa foto per piangere!

La diocesi di Colonia (una delle più ricche del mondo) prevede di passare in 10 anni da 500 a 50 parrocchie. Nello stesso territorio ci sono invece già 35 moschee, tra cui la più grande di Germania, inaugurata solennemente da Erdoğan nel 2018 (vedi News, 2.10.2018).
La più antica diocesi tedesca, quella di Trier (Treviri, città da cui proveniva S. Ambrogio) ha in poco tempo eliminato 865 parrocchie. Ad esempio: la chiesa dell’Ascensione, venduta e distrutta, è stata sostituita da 17 appartamenti
A Berlino, dove prossimamente le chiese saranno diminuite di ¼, anche i giornali (Tagesspiegel) si chiedono: “cosa fare delle chiese?”
Nella diocesi di Bonn 270 chiese sono abbandonate.
Aquisgrana pensa di ridurre del 30% le proprie chiese.
Magonza e Hildesheim del 50%. (leggi)

Crescono poi in modo vertiginoso le coppie che convivono o che celebrano solo le nozze civili. In tutta la Germania nel 2020 i Matrimoni-sacramento sono stati solo 44.000.
I Battesimi in 30 anni si sono dimezzati! E ciò non solo per il calo dei Cattolici, ma per il numero di coppie che non fanno battezzare i loro figli.
Le Ordinazioni sacerdotali sono passate da 400 nel 1963 (Germania federale) a 186 nel 1995 (Germania unita), a 58 nel 2015!
I Seminaristi (Teologia), solo dal 2011 al 2020, sono passati da 594 a 211. Nel 2022 sono entrati in Seminario, in tutta la Germania, solo 48 giovani.

Se poi andiamo a vedere in che cosa credano veramente i Cattolici tedeschi riscontriamo ad esempio questi dati sconvolgenti, a riguardo della vita eterna: solo il 33% crede nella risurrezione di Cristo (fondamento stesso della fede cristiana), solo il 40% crede nella vita eterna annunciata da Gesù (paradiso e inferno) e un 60% crede invece genericamente nell’Aldilà.
Questo è pure il frutto di anni di discorsi, catechesi e predicazioni dove la trascendenza, il cammino spirituale e la vita eterna sono temi ormai totalmente  assenti!

Questi dati statistici manifestano che tutte queste “aperture” al mondo e alla mentalità dominante non hanno affatto avvicinato il mondo alla Chiesa ma hanno ottenuto l’effetto opposto: non sono le pecore perdute che sono tornate all’ovile ma sono quelle dell’ovile che sono scappate!
Una “Chiesa in uscita” … ma senza ritorno!


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Se si tiene presente questa elefantiaca e costosissima struttura “pastorale” della Chiesa tedesca, a fronte della grande crisi del popolo di Dio e dell’ignoranza della vera fede, si comprende ancor meglio quanto Benedetto XVI disse ad esempio proprio a Friburgo i. B., in occasione di uno del sui viaggi in Germania (terra da cui proviene, in cui fu vescovo e che conosce quindi direttamente molto bene), il 24-25.09.2011. Vediamo qualche stralcio decisivo …

Hörsaal del Seminario di Freiburg im Breisgau (Friburgo in Brisgovia), 24.09.2011 – Discorso al Consiglio del Comitato centrale dei Cattolici tedeschi (ZDK) (leggi):
“Esperti provenienti da un Paese lontano verrebbero a vivere per una settimana presso una famiglia tedesca media. Qui ammirerebbero tante cose, ad esempio il benessere, l’ordine e l’efficienza. Ma, con uno sguardo non prevenuto, constaterebbero anche tanta povertà: povertà per quanto riguarda le relazioni umane e povertà nell’ambito religioso.
Viviamo in un tempo caratterizzato, in gran parte, da un relativismo subliminale che penetra tutti gli ambiti della vita. A volte, questo relativismo diventa battagliero, rivolgendosi contro persone che dicono di sapere dove si trova la verità o il senso della vita.
E notiamo come questo relativismo eserciti sempre di più un influsso sulle relazioni umane e sulla società. Ciò trova espressione anche nell’incostanza e nella discontinuità di tante persone e in un eccessivo individualismo. Qualcuno non sembra affatto capace di rinunciare a qualcosa o di fare un sacrificio per altri. Anche l’impegno altruistico per il bene comune, nei campi sociali e culturali, oppure per i bisognosi, sta diminuendo. Altri non sono più in grado di legarsi in modo incondizionato ad un partner. Quasi non si trova più il coraggio di promettere di essere fedele per tutta la vita; il coraggio di decidersi e di dire: io ora appartengo totalmente a te, oppure di impegnarsi con decisione per la fedeltà e la veracità, e di cercare con sincerità le soluzioni dei problemi. …
Vediamo che nel nostro mondo ricco occidentale c’è carenza: Tante persone sono carenti dell’esperienza della bontà di Dio. Non trovano alcun punto di contatto con le Chiese istituzionali e le loro strutture tradizionali. Ma perché? Penso che questa sia una domanda sulla quale dobbiamo riflettere molto seriamente.
In Germania la Chiesa è organizzata in modo ottimo. Ma, dietro le strutture, vi si trova anche la relativa forza spirituale, la forza della fede nel Dio vivente? Sinceramente dobbiamo però dire che c’è un’eccedenza delle strutture rispetto allo Spirito. Aggiungo: La vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo ad un vero rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace.
Ma torniamo alle persone alle quali manca l’esperienza della bontà di Dio. Hanno bisogno di luoghi, dove possano parlare della loro nostalgia interiore. E qui siamo chiamati a cercare nuove vie dell’evangelizzazione. Una di queste vie potrebbe essere costituita dalle piccole comunità, dove si vivono amicizie, che sono approfondite nella frequente adorazione comunitaria di Dio. Qui ci sono persone che raccontano le loro piccole esperienze di fede nel posto di lavoro e nell’ambito della famiglia e dei conoscenti, testimoniando, in tal modo, una nuova vicinanza della Chiesa alla società. A quelle persone appare poi in modo sempre più chiaro che tutti hanno bisogno di questo cibo dell’amore, dell’amicizia concreta l’uno con l’altro e con il Signore. Resta importane il collegamento con la linfa vitale dell’Eucaristia, perché senza Cristo non possiamo far nulla (cfr Gv 15,5).

Konzerthaus di Freiburg im Breisgau, 25.09.2011 – Discorso a Cattolici impegnati nella Chiesa e nella società (leggi):
Da decenni assistiamo ad una diminuzione della pratica religiosa, constatiamo un crescente distanziarsi di una parte notevole di battezzati dalla vita della Chiesa. Emerge la domanda: la Chiesa non deve forse cambiare? Non deve forse, nei suoi uffici e nelle sue strutture, adattarsi al tempo presente, per raggiungere le persone di oggi che sono alla ricerca e in dubbio?
Alla beata Madre Teresa fu richiesto una volta di dire quale fosse, secondo lei, la prima cosa da cambiare nella Chiesa. La sua risposta fu: Lei ed io!  …
Esiste un bisogno di cambiamento. Ogni cristiano e la comunità dei credenti nel suo insieme sono chiamati ad una continua conversione. …
Il motivo fondamentale del cambiamento è la missione apostolica dei discepoli e della Chiesa stessa.
La Chiesa si distingue profondamente dall’ambiente umano (Paolo VI, Lettera enciclica Ecclesiam suam, 60). Per compiere la sua missione, essa dovrà anche continuamente prendere le distanze dal suo ambiente, dovrà, per così dire, essere distaccata dal mondo.
La missione della Chiesa, infatti, deriva dal mistero del Dio uno e trino …
La Chiesa … non possiede niente da sé stessa di fronte a Colui che l’ha fondata, in modo da poter dire: l’abbiamo fatto molto bene! Il suo senso consiste nell’essere strumento della redenzione …
Nello sviluppo storico della Chiesa si manifesta, però, anche una tendenza contraria: quella cioè di una Chiesa soddisfatta di se stessa, che si accomoda in questo mondo, è autosufficiente e si adatta ai criteri del mondo. Non di rado dà così all’organizzazione e all’istituzionalizzazione un’importanza maggiore che non alla sua chiamata all’essere aperta verso Dio e ad un aprire il mondo verso il prossimo.
Per corrispondere al suo vero compito, la Chiesa deve sempre di nuovo fare lo sforzo di distaccarsi da questa sua secolarizzazione e diventare nuovamente aperta verso Dio. …
La Chiesa si apre al mondo, non per ottenere l’adesione degli uomini per un’istituzione con le proprie pretese di potere, bensì per farli rientrare in se stessi e così condurli a Colui del quale ogni persona può dire con Agostino: Egli è più intimo a me di me stesso (cfr Conf. 3,6,11). …
Non si tratta qui di trovare una nuova tattica per rilanciare la Chiesa. Si tratta piuttosto di deporre tutto ciò che è soltanto tattica e di cercare la piena sincerità … ma realizza la fede pienamente nell’oggi vivendola, appunto, totalmente nella sobrietà dell’oggi, portandola alla sua piena identità, togliendo da essa ciò che solo apparentemente è fede, ma in verità è convenzione ed abitudine.
Diciamolo ancora con altre parole: la fede cristiana è per l’uomo uno scandalo sempre e non soltanto nel nostro tempo. …  credere questo è per gli uomini senz’altro una vera pretesa.
Questo scandalo, che non può essere abolito se non si vuole abolire il cristianesimo …
Vi è una ragione in più per ritenere che sia nuovamente l’ora di trovare il vero distacco del mondo, di togliere coraggiosamente ciò che vi è di mondano nella Chiesa. Questo, naturalmente, non vuol dire ritirarsi dal mondo, anzi, il contrario. Una Chiesa alleggerita degli elementi mondani è capace di comunicare agli uomini – ai sofferenti come a coloro che li aiutano – proprio anche nell’ambito sociale-caritativo, la particolare forza vitale della fede cristiana. “La carità non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza” (Lettera enciclica Deus caritas est, 25). Certamente, anche le opere caritative della Chiesa devono continuamente prestare attenzione all’esigenza di un adeguato distacco dal mondo per evitare che, di fronte  ad un crescente allontanamento dalla Chiesa, le loro radici si secchino. Solo il profondo rapporto con Dio rende possibile una piena attenzione all’uomo, così come senza l’attenzione al prossimo s’impoverisce il rapporto con Dio…




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Olanda

Parliamo un poco della tragica situazione della Chiesa olandese perché, come abbiamo ricordato già all’inizio del presente documento, negli anni immediatamente successivi al Concilio fece molto rumore il loro “Catechismo della Chiesa olandese” (1966), così che perfino in Italia veniva indicato come modello da seguire e i sacerdoti più progressisti lo incensavano e lo imitavano nelle loro catechesi e omelie.

In realtà, le ambiguità teologiche e dottrinali di tale Catechismo furono tali da richiedere nel 1968 un intervento correttivo del Vaticano, intervento rifiutato dagli stessi Vescovi olandesi, che nello stesso anno si opposero ufficialmente pure all’Enciclica di Paolo VI Humanae vitae.

Così la Chiesa cattolica olandese si propose come avanguardia progressista, all’inseguimento di tutte le più bizzarre novità teologiche nonché attuando con “creatività” sconcertanti abusi liturgici (era possibile sentire recitare una poesia al posto della Parola di Dio e abbastanza normale sentire predicare chiunque, ovviamente donne comprese).
Il nemico era chiunque avesse osato opporsi a tale deriva, bollato come conservatore retrogrado.

Si  tenga presente che Giovanni Paolo II, nei suoi ben 104 viaggi internazionali (in 129 nazioni diverse), mai trovò come in Olanda (maggio 1985 leggi) freddezza e persino contestazione da parte della Chiesa, nonostante che il “popolo vero” non mancò di far sentire il proprio calore!

Che ne è stato del sedicente spirito profetico della Chiesa olandese e del suo osannato Catechismo?
In 50 anni (1970-2020) i Cattolici sono passati dal 41% al 23% (i Protestanti sono calati ancor più: dal 36% al 10%); mentre gli agnostici sono il 34%, gli atei dichiarati il 24% e i musulmani, sempre in crescita, sono già il 7%.

Tra i sedicenti Cattolici (di età media sempre più avanzata) i “praticanti”, che nel 1960 erano ancora l’80%, oggi non raggiungono il 10% (ad Amsterdam si parla di un 3%)! Solo dal 2013 al 2021 si è passati da 25.000 fedeli presenti alla S. Messa domenicale a 12.000.
Se poi si va a vedere in che cosa credano davvero i Cattolici olandesi contemporanei, ci si accorge che la maggior parte crede solo in un generico Dio (solo il 10% crede in un Dio personale, ancor meno nella SS.ma Trinità!), solo il 33% crede che Gesù sia davvero risorto, il 60% crede in modo generico e vago nell’Aldilà. Tra i giovani, quasi del tutto assenti alla S. Messa domenicale, pochissimi sono coloro che si sposano in chiesa e ancor meno quelli che fanno battezzare i propri figli.

Negli ultimi 10 anni hanno chiuso circa 1000 chiese (in quanto lasciate vuote e così non più sostenibili economicamente); del 60% delle rimanenti si prevede la chiusura e la vendita nei prossimi anni.
Solo nella storica diocesi di Utrecht le parrocchie sono passate in 10 anni da 400 a 20.



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Belgio


Fino agli anni ’60 (del secolo scorso) il Belgio si vantava di essere un Paese fortemente “cattolico”. I Cattolici risultavano infatti il 99% della popolazione. Lo stesso re Baldovino (regnante dal 1951 al 1993) era un uomo di manifesta, pubblica e forte fede cattolica (è persino in corso la sua “causa di beatificazione”) ed era molto amato dal suo popolo.
 
Ora va a Messa solo il 4% della popolazione belga, si sposano in chiesa solo il 25% dei giovani, i Battesimi vengono richiesti solo per un 50% dei figli nati.
I sacerdoti sono passati in 50 anni da 15.000 a 3.000.
Solo negli ultimi 10 anni hanno chiuso 1/3 delle chiese.

Una nota sul Primate belga, card. Godfried (Maria Jules) Danneels (1933 – 2019).

Nominato vescovo da Paolo VI nel 1977 (a soli 44 anni) e rimasto vescovo di Anversa per soli 2 anni, nel 1979 infatti Giovanni Paolo II lo nominò Arcivescovo di Malines-Bruxelles e Primate del Belgio e lo creò Cardinale il 2.02.1983. Fu pure Presidente della Conferenza Episcopale Belga per 30 anni, dal 1980 al 2010. Ebbe ruoli importanti anche nei dicasteri della Curia Romana.
Andò a riposo nel 2010 e morì il 14.03.2019.
Pochi giorni prima di compiere gli 80 anni di età (li avrebbe compiuti il 4.06.2013), quando avrebbe perso la facoltà di votare in Conclave, riuscì ancora a partecipare al Conclave del 13.03.2013 (che sarebbe invalido se la Rinuncia di Benedetto XVI non fosse valida – leggi), che elesse Bergoglio, della cui elezione il card. Danneels fu promotore (insieme ad altri Cardinali, che egli stesso definiva “mafia di S. Gallo”) e che infatti vi apparve a fianco al momento della prima Benedizione (foto).
Nella sua Autobiografia, scritta nel 2015, pubblicata in diverse lingue ma non italiano (e sostanzialmente censurata in Vaticano), ammette apertamente (capitolo 24) di aver fatto parte di un gruppo affiatato di Cardinali (e ne fa i nomi!) che si trovavano spesso nella cittadina elvetica di S. Gallo (tanto da confidare che si chiamavano scherzosamente “mafia di S. Gallo”) ma anche a Roma (in un collegio di via Pineta Sacchetti, presieduto da un noto cardinale romano); ora tali incontri non erano solo di raccordo “fraterno” tra cardinali progressisti, ma già nel Conclave del 2005 avevano fatto di tutto per fare eleggere Papa l’arcivescovo di Buenos Aires Bergoglio. Non essendovi riusciti, fecero di tutto per ostacolare il pontificato di Benedetto XVI e per spingerlo al passo che ha fatto nel 2013; e proprio allora, ritornò prepotentemente la candidatura già avanzata 8 anni prima! Infatti …
Si tenga presente che, secondo le norme stabilite dalla Chiesa (cfr. Giovanni Paolo II, Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, 22.02.1996, nn. 78-86, spec. 81) i Cardinali che patteggiassero accordi previ al Conclave cadrebbero sotto la pena della “scomunica latae sententiae”.
L’autobiografia (Biografie) del card. Godfried Danneels si può trovare ad esempio, nell’originale olandese qui, oppure in francese qui e qui il testo integrale (cfr. cap. 24: “Il gruppo di S. Gallo”).






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Austria


La profonda fede cattolica degli Austriaci trovò certamente nella storia espressione, sostegno e promozione (e difesa dalle eresie protestanti), da parte dei sovrani della gloriosa Casa d’Asburgo (l’ultimo regnante, Carlo I d’Austria, è stato addirittura proclamato Beato da Giovanni Paolo II il 3.10.2004, vedi leggi).
Così la fede cattolica sopravvisse più solida, non solo in Austria, ma nei territori del loro impero: si pensi ad esempio alla Germania meridionale (specie la Baviera; in fondo lo stesso Benedetto XVI era figlio di quelle terre e di quella tradizione cattolica) e persino in Italia (si pensi alla più viva cattolicità del “lombardo-veneto”, rispetto anche solo al Piemonte).
[Si dovrebbe rileggere in tal senso cosa albergasse dientro molta retorica, tuttora esistente, riguardo al Risorgimento (vedi), la demonizzazione degli Austriaci e poi la terribile “inutile strage” della Prima Guerra Mondiale – vedi anche negli attuali confini]

Ancora 50 anni fa si professava cattolica l’89% della popolazione austriaca. Oggi siamo precipitati al 58% (a Vienna il 40%). Soprattutto i praticanti sono in un vertiginoso calo annuo (attualmente il 12% ma con la generazione dei giovani praticamente quasi sparita). 
Sono in forte calo anche i pochi protestanti (attualmente il 3,5% della popolazione) e abbastanza stabili i pochi Ortodossi (5%).
Mentre sono in crescita gli atei e agnostici (attualmente il 25%) e i musulmani (già l’8%, ma in crescita).

Nonostante il rilievo internazionale ed ecclesiale di certi prelati (si pensi all’arcivescovo di Vienna card. Christoph Schönborn, citato, vedi sopra, da Bergoglio come un “salvatore” nella questione Amoris Laetitia) non mancano stravaganti abusi nello stesso glorioso duomo di S. Stefano a Vienna (cfr. la festa Lgbt, leggi vedi).

Sono poi da tempo in corso spinte scismatiche (cfr. il movimento “Wir sind Kirche”, Noi siamo Chiesa), anche da parte di numerosi sacerdoti, che si opposero con virulenza e ufficialmente a Benedetto XVI (leggi).





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Svizzera


Evidentemente la Confederazione Elvetica conosce storicamente non solo un insieme di lingue e di identità ma anche di Confessioni cristiane, secondo i diversi Cantoni (compreso quello italiano, ovviamente Cattolico, cioè il Canton Ticino; ma sull’eccezionalità geografica, politica ed economica della Svizzera, che non fa parte della UE e persino sugli strani confini tra Italia e Svizzera vedi il documento apposito). Ginevra è poi stata, come noto, la patria di Calvino e di questa particolare sedicente Chiesa protestante (vedi).

Comunque, per sottolineare quanto poco valga ormai la religione anche nelle società più ricche ed avanzate (si ricordi che in Svizzera, a Davos, ha sede anche il World Economic Forum, dove annualmente si recano, nonostante le difficoltà logistiche per raggiungere la prestigiosa località alpina, i potenti del mondo; vedi News 29.01.2021) raccogliamo qualche dato.
Negli ultimi 50 anni i Cattolici svizzeri sono passati dal 45% al 37% della popolazione (ma tale calo non vertiginoso è dovuto all’ingresso di molti lavoratori polacchi, che hanno ovviamente rialzato la media dei Cattolici), mentre i Protestanti sono passati dal 52% al 24% (cioè più che dimezzati)!
C’è, d’altro lato, una crescita vertiginosa degli atei-agnostici (attualmente il 24% della popolazione, specie giovanile).
Crescono ormai intanto anche in Svizzera i musulmani, passati in poco tempo dall’essere assenti al 5% e sempre in crescita.
 
Nonostante sia una Chiesa sempre più residuale, anche tra i cattolici elvetici è però scarsa la consapevolezza della vera fede, visto ad esempio che la maggioranza di loro non crede all’indissolubilità del Matrimonio (pur voluta espressamente da Gesù!), approva la Comunione ai divorziati riaccompagnati ed è favorevole ai matrimoni omosessuali.
Ovviamente anche qui non mancano spinte “antiromane”, cioè gruppi di Cattolici che vogliono staccarsi da Roma (“Los von Rom”, “Via da Roma”!) e farsi la loro Chiesa!

Nonostante la crisi generale della Chiesa, non mancano però in territorio elvetico vive comunità monastiche, tra cui eccelle quella benedettina di Einsiedeln (foto), come pure l’abbazia cistercense di Hauterive (vedi).



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Francia


Nelle News presentiamo assai spesso dei dati che riguardano la Chiesa e la società francese [solo per quel che riguarda il 2021, vedi il 26.12.2021, 4.12.2021, 6.07.2021, 2.05.2021, 9.04.2021, 2.01.2021].
Particolarmente significativo è il documento (del 1°.09.2022) “Francia. Deserto ed oasi” (vedi), con tanti dati e links utili ed edificanti (ad esempio sul rifiorire di certi monasteri).

“Figlia prediletta” della Chiesa Cattolica, come amava definirsi nei secoli medievali, la cultura e il potere in Francia furono travolti dalle ideologie e rivoluzioni della “modernità” (vedi), che ben presto mostrarono non solo tutta la loro violenza ma la propria stessa valenza anticristica.

Ora la Chiesa francese, schiacciata tra una laïcité spesso intollerante o che comunque vorrebbe emarginare il volto sociale della fede, ed una sempre più massiccia presenza islamica, che genera spesso vere e proprie enclavi esclusive e violente*, vive in una sorta di desolante deserto spirituale, solo qua e là illuminato da grandi centri di spiritualità (basti pensare a Lourdes e ricordare quanto la Madonna abbia privilegiato la Francia nel XIX secolo! vedi in questo documento e vedi il dossier Miracoli al n. 8.2) e ravvivato da vere e proprie “oasi”, offerte specialmente da monasteri assai vivi, anche come presenza di giovani monaci, che in genere assaporano e donano tutta la bellezza della tradizione e persino dell’antica liturgia (Vetus Ordo).

* Solo nel corso degli ultimi 10 anni gli attacchi violenti contro i cristiani (specie da parte di musulmani) sono cresciuti addirittura del 285%! (vedi alcuni dati anche nel documento citato)

Le chiese in Francia bruciano letteralmente! Sono infatti numerosi gli incendi dolosi anche di grandi e storiche chiese.
Anche se le indagini hanno escluso tale causa (nonostante le impalcature presenti in quel periodo), l’incendio della stessa cattedrale parigina di Notre Dame, il Lunedì Santo del 2019 (15 aprile), rimarrà nella memoria storica come paradigmatico di ciò che la Chiesa stessa sta vivendo in questo periodo (vedi vedi vedi)

Nel 1965 l’81% dei Francesi si dichiarava ancora cattolico e il 25% andava regolarmente a Messa!
Ma già nel 1968 la gioventù fu in genere travolta da quello spirito che rappresentò una vera e propria “rivoluzione”, con grave danno anche alla vita spirituale e secondo nuovi modelli di vita in genere volutamente opposti alla fede e morale cristiana (vedi).
Attualmente, su una popolazione di 67 milioni di abitanti, il 51% vive come se Dio non ci fosse (cioè nell’ateismo pratico), anzi totalmente nell’ignoranza dei contenuti della fede; mentre il 28% si dichiara ufficialmente atea.
Anche in Francia è sempre più frequente, talora persino considerato normale, che non ci si voglia impegnare nel matrimonio e si preferisca “convivere”. Comunque i “matrimoni civili”, anche a motivo di precedenti divorzi da matrimoni cattolici, hanno già superato di numero quelli religiosi (sacramento): sono infatti oltre il 60% del totale (leggi).
Nel 1950 la Francia contava ancora 50.000 preti cattolici. Oggi sono poco più di 10.000 e quasi tutti anziani. Nel 2022 il 60% delle diocesi non ha avuto alcun nuovo sacerdote. Nel 2020 in tutta la Francia ci sono state solo 91 Ordinazioni sacerdotali (comprese quelle dei religiosi)!

In compenso, esistono pure fiorenti comunità sacerdotali con sempre nuove vocazioni. Si tratta anche in questo caso di realtà ecclesiali di forte e gioiosa impronta “tradizionale” e persino legate nella liturgia al Vetus Ordo. Una di queste, nate dal carisma di S. E. mons. M. Lefebvre, che negli anni tempestosi del post-Concilio fu persino ospite del Card. G. Siri a Genova, è la comunità Saint-Martin (vedi un significativo documentario).
Si vedano pure le belle testimonianze del Seminario di Flavigny (vedi), come di quello diocesano di Bayonne (vedi).

Ogni anno si “chiudono” in genere in Francia circa 50 chiese! Si sono chiuse già 10.000 chiese! Sono vendute e trasformate in cinema, alberghi, centro commerciali, discoteche e soprattutto in moschee.
Ecco, come esempio, un’impressionante foto di una chiesa de La Rochelle, sulla costa atlantica francese, trasformata in hotel (IBIS).
In compenso in Francia nasce una moschea ogni 15 giorni!

[Per un panorama più vasto e dettagliato della situazione sociale ed ecclesiale francese, rimandiamo, oltre alle numerose News (compreso quelle sopra citate), al nostro documento “Francia: deserto ed oasi” (vedi)]

Ricordiamo ancora qualcuna di quelle “oasi” cattoliche che nascono e si sviluppano proprio in Francia con particolare fecondità spirituale e che vertono normalmente attorno al mondo della Tradizione e della liturgia Vetus Ordo.
Si vedano con attenzione e gaudio spirituale, ad esempio, questi brevi video riferiti a due fecondi monasteri maschili: quello di  Le Barroux (c/o Avignone; vedi e leggi; è possibile persino seguire, in diretta o differita, tutta la liturgia) e Fontgombault (c/o Poitiers)] (vedi)
Come avveniva nel Medioevo (vedi appunto nel dossier), è significativo che attorno e dentro questi monasteri stiano pure sorgendo anche delle scuole, persino per i giovanissimi: ad esempio proprio quella di Saint Louis du Barroux (vedi questo breve filmato).
A proposito di scuole cattoliche, nonostante il clima fortemente laicista che domina ancora in Francia e attanaglia il mondo dei ragazzi e dei giovani in un desolante vuoto spirituale (su cui peraltro cresce anche ogni tipo di devianza e persino di problemi psicologici), ecco un’altra gloriosa e feconda esperienza di collegio cattolico: il Croix-des-Vents (vedi: un piccolo video di presentazione).

 

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Quali prospettive per la Chiesa del futuro (ormai prossimo)?

Ovviamente il futuro è nelle mani di Dio, che è in grado di sorprendere … e può trarre figli di Dio anche dalle pietre (cfr. Mt 3,9). Però può anche togliere il Regno da molte comunità ed affidarlo ad altre (cfr. Mt 21,43).
Gesù non abbandona la barca di Pietro (Chiesa), anche quando sembra dormire e la barca essere sull’orlo del naufragio (cfr. Mc 4,36-41). Non affonderà … a meno che non si sia lasciato Gesù a riva, magari distratti dai tanti progetti (pastorali) o discussioni su quali nuove rotte avventurarsi.

Certo, dovrebbe essere abbastanza evidente – se non per convinzione teologica almeno per i numeri (drammatici) – che il cammino che molte Chiese europee (per non dire della Chiesa intera) hanno percorso in questi 60 anni s’è smarrito nel deserto, portando fame e morte spirituale.
Che poi certe Chiese, che già mezzo secolo fa si autodefinivano “esperienze pilota”, “profetiche” e tuttora osano proclamarsi ancora all’avanguardia, siano quelle più fallimentari … dovrebbe far seriamente riflettere e capire.
Il tanto declamato “dialogo” col mondo s’è tradotto in un inseguimento del mondo, fino ad assumerne tutti i criteri e smarrendo la via del ritorno alla casa del Padre. Talmente “chiese in uscita” da non sapere più la via del ritorno a casa, né tanto meno poterla indicare.
Che poi tali sedicenti avanguardie dimostrino un certo nervosismo, per non dire astio aperto, nei confronti delle sempre più fiorenti comunità (gruppi, comunità, associazioni, movimenti, seminari, monasteri) che hanno riscoperto e vissuto la bimillenaria Tradizione della fede e della Chiesa, comprova ulteriormente che ciò che sta loro a cuore non sia la salvezza eterna delle anime, ma l’orgoglio e miopia dei propri progetti pastorali.
Paradossalmente proprio le autoproclamatesi “avanguardie” si sono ritrovate “retrograde”, mentre proprio i cosiddetti “tradizionalisti” si sono ritrovati, persino nei confronti delle nuove generazioni, ad essere all’avanguardia e dare copiosi frutti spirituali.
Del resto bastano le parole stesse di Gesù: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini” (Mt 5,13).



Ripensiamo infine ancora a certe espressioni davvero profetiche …

Se Paolo VI già nel 1972 aveva dovuto riconoscere con grande sconforto e dolore che l’attesa nuova primavera dello spirito e rinnovata Pentecoste, che doveva manifestarsi col Concilio, s’era presto capovolta, alla prova dei fatti, in un rigido inverno e “il fumo di Satana” ormai circolasse abbondantemente all’interno dello stesso tempio santo di Dio (omelia nella Solennità dei SS. Pietro e Paolo, 29.06.1972, vedi); verso la fine del suo Pontificato confessò all’amico e grande intellettuale francese Jean Guitton: “C’è un grande turbamento in questo momento nella Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla Terra?” (8.09.1977 – dialogo con Jean Guitton, riportato nel suo celebre libro “Paolo VI segreto”, Paoline MI 2002, p. 152).

Sì, la questione decisiva è la fede! Quale fede? La fede di sempre! Quale Chiesa? La Chiesa di sempre! Non è “immobilismo”, ma fede piena nell’unicità salvifica di Cristo e certezza che lo Spirito Santo non possa essersi sottratto alla Chiesa per 2000 anni né poteva o possa contraddire ora se stesso!
Per questa fedeltà a Cristo Signore, alla missione da Lui affidata alla Chiesa e quindi per la stessa salvezza eterna delle anime, dobbiamo smettere di inseguire il mondo (peraltro sull’orlo dell’abisso) così come non dobbiamo temere di rimanere, certo con sofferenza, “un piccolo resto”, di biblica memoria, pur attaccato dal demonio e dai “poteri-forti” del mondo, ma alla fine vincente perché sorretto dallo Spirito Santo e per mano alla Vergine Santa!

Il cardi. Joseph Ratzinger nel 2004, nel suo dialogo con l’allora Presidente del Senato Italiano Marcello Pera (condensatosi poi nel libro “Senza radici. Europa, relativismo, Cristianesimo, Islam”, Mondadori 2004 vedi), tratteggiò una via d’uscita, peraltro prefigurata fin da quando era giovane professore e teologo: “nella Chiesa e per la società è importante che esistano minoranze convinte: uomini che hanno incontrato davvero Cristo come il tesoro della loro vita”.
È infatti assai significativo che già nel 1969 l’allora teologo J. Ratzinger avvertisse come per la Chiesa dovesse arrivare questa catarsi, questa purificazione, questo restringimento doloroso ma alla fine provvidenziale, al fine di una salutare rinascita, dello stesso annunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria, se non addirittura della fine totale e del ritorno di Cristo, Signore del cosmo e della storia e Giudice universale (vedi e vedi; cfr. J. Ratzinger, Faith and the Future, Ignatius Press, 2009). Ascoltiamo: “Dalla crisi odierna emergerà una chiesa che avrà perso molto. Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti degli edifici che essa aveva costruito in tempi di prosperità. Man mano che il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà anche molti dei suoi privilegi sociali. Rispetto all’epoca precedente, sarà considerata molto di più come una società volontaristica, cui s’accederà solo in base a una decisione libera”.

Di questo doloroso ma necessario passaggio di purificazione (catarsi) parlarono numerosi mistici [fra tutti si pensi alla Beata Anna Katharina Emmerich [(1774-1824)beatificata da Giovanni Paolo II il 3.10.2004, vedi leggi] e importanti rivelazioni-apparizioni mariane [basti pensare a Fatima (1917, vedi), ma anche a La Salette (1846, vedi vedi vedi), per non dire delle ancora non riconosciute apparizioni a Garabandal (1962-1965, vedi vedi) e di Medjugorje (1981-…)].
[Sulla presenza dell’Immacolata nella storia contemporanea, leggi il documento]

Del resto, e l’abbiamo più di una volta citato in questo documento, in modo inaudito ne parla il  Catechismo della Chiesa Cattolica – il grande Catechismo che non a caso quasi nessuno ha citato in 30 anni, anzi è stato volutamente censurato e contraddetto, come oggi ben vediamo! – al n. 675 (vedi). Redatto sotto la supervisione del Card. Ratzinger e promulgato da Giovanni Paolo II nel 1992, tale testo sembra proprio far riferimento alla terza parte del segreto di Fatima (ben conosciuta da entrambi! anche oltre quel che è stato rivelato nel 2000 ma accennato da Benedetto XVI nel 2010 vedi), in riferimento alla terribile “prova finale” della Chiesa!

Rileggiamo ancora: “Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il «mistero di iniquità» sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne”.

Rimane poi una grande possibile alternativa, a cui il Cielo sembra prepararci da tempo ma che potrebbe ora improvvisamente sorprenderci, sperando di esserne trovati pronti! Di fronte alla peggiore apostasia della storia della Chiesa e al più grande attacco di Satana (che ora, oltre a distruggere le anime, potrebbe voler pure distruggere il pianeta, e lo potrebbe fare con l’aiuto degli uomini – basterebbe pensare alla guerra nucleare, oggi persino prospettata con folle disinvoltura) Dio potrebbe intervenire con segni straordinari, per ottenere nel maggior numero di anime possibili il “trionfo del Cuore Immacolato di Maria”, cioè del Regno di Dio!



Che lo Spirito Santo, per intercessione di Maria Santissima, ci illumini e ci rafforzi!
 

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Preghiamo.

Sequenza di Pentecoste

[ascolta nell’originale e storica melodia gregoriana]

Veni, Sancte Spiritus,
et emitte caelitus
lucis tuae radium.

Veni pater pauperum,
veni dator munerum,
veni lumen cordium.

Consolator optime,
dulcis hospes animae,
dulce refrigerium.

In labore requies,
in aestu temperies,
in fletu solatium.

O lux beatissima,
reple cordis intima,
tuorum fidelium.

Sine tuo numine,
nihil est in homine,
nihil est innoxium.

Lava quod est sordidum,
riga quod est aridum,
sana quod est saucium.

Flecte quod est rigidum,
fove quod est frigidum,
rege quod est devium.

Da tuis fidelibus,
in te confidentibus,
sacrum septenarium.

Da virtutis meritum,
da salutis exitum,
da perenne gaudium.

Amen. [Alleluja]

(trad. italiana)

Vieni, Santo Spirito

Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, Vieni, padre dei poveri, vieni datore dei doni, vieni luce dei cuori.
Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo, il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano, i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Amen. [Alleluja] 

 

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